Il governo vuole cambiare i risultati delle elezioni, come dice il Movimento 5 stelle?

Conte ha parlato di un «fatto gravissimo», che rischia di far perdere al suo partito un seggio in Calabria. È davvero così?
Pagella Politica
Il 29 marzo il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte ha tenuto una conferenza stampa per discutere di un «fatto gravissimo». Conte ha criticato una proposta dei partiti di centrodestra che, a detta sua, se venisse applicata cambierebbe le regole e i risultati delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Durante la conferenza la deputata del Movimento 5 stelle Carmela Auriemma ha spiegato che i partiti al governo vogliono rivalutare le schede nulle e «garantire l’assegnazione di un seggio in Calabria a un candidato di Forza Italia». Per Conte, applicare questa nuova regola su tutto il territorio nazionale significherebbe «rendere assolutamente incerta la composizione delle nostre aule in Parlamento». «Non è una questione che riguarda solo noi, riguarda tutti i cittadini che sono animati da un genuino spirito democratico», ha concluso il presidente del Movimento 5 stelle.

Ma come stanno davvero le cose? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza su un tema piuttosto complesso.

Di che cosa stiamo parlando

Auriemma ha spiegato che la maggioranza ha proposto un emendamento per intervenire su una regola del manuale “Istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali di sezione”, un documento con cui in vista delle ultime elezioni il Ministero dell’Interno ha comunicato ai presidenti di seggio le norme per il conteggio delle schede elettorali. Questo manuale stabiliva, tra le altre cose, quando un voto doveva essere considerato nullo. Secondo il manuale, per esempio, un voto è nullo se l’elettore, oltre ad aver votato per una lista, ha tracciato altri segni non validi sulla scheda oppure se ha votato più di una lista. 

Qui le cose iniziano a complicarsi. «Se un candidato non eletto in Parlamento ritiene che la sua mancata elezione sia stata ingiusta, per esempio per presunto errore nel conteggio delle schede nulle, deve fare ricorso alla Giunta per le elezioni, che riconterà e valuterà ogni singolo voto a quel candidato, confermando l’esito delle elezioni oppure modificandolo», ha spiegato a Pagella Politica Alfonso Celotto, professore di diritto costituzionale all’Università Roma Tre. 

La Giunta per le elezioni della Camera, di cui Auriemma è vicepresidente, ha il compito di valutare la legittimità dell’elezione dei deputati (al Senato si chiama “Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari”). «All’inizio di ogni legislatura la Giunta per le elezioni si riunisce e stabilisce un vademecum per orientarsi nel giudizio dei ricorsi, stabilendo le regole attraverso cui interpretare i voti contestati», ha aggiunto Celotto. Nella scorsa legislatura questo vademecum è stato approvato dalla giunta il 26 giugno 2019, all’epoca del primo governo di Giuseppe Conte, sostenuto da Movimento 5 stelle e Lega.

Pur nel rispetto delle linee guida e delle regole fissate dal Ministero dell’Interno, il vademecum stabiliva che «nella valutazione delle schede, ai fini della validità dei voti, si dovrebbe privilegiare il principio fondamentale, stabilito dalla legge e dalla giurisprudenza, di salvaguardare la volontà dell’elettore nei casi in cui sia espressa in modo univoco». «Questo – ha spiegato Celotto a Pagella Politica – viene chiamato principio del favor voti, in base al quale nel valutare un ricorso la Giunta per le elezioni deve favorire il più possibile la volontà dell’elettore, anche in presenza di situazioni potenzialmente dubbie al momento dello scrutinio». Per esempio il vademecum del 2019 stabiliva che, in caso di ricorsi, la Giunta per le elezioni poteva considerare come valide anche le schede in cui erano stati espressi due voti a due liste diverse, nel caso in cui uno dei due voti fosse stato espresso con un «segno evidente» e l’altro con un «segno appena accennato». 

L’emendamento del centrodestra

E veniamo alla polemica di queste ultime ore. Il 21 marzo la Giunta per le elezioni della Camera si è riunita per stabilire le linee guida per la valutazione dei ricorsi elettorali dopo le elezioni del 25 settembre 2022. Il presidente della giunta Federico Fornaro, eletto con il Partito democratico, ha spiegato che il vademecum approvato nella scorsa legislatura sarebbe stato utilizzato come “testo base”. I membri della giunta avrebbero potuto poi presentare emendamenti, ossia richieste di modifica. 

Il 26 marzo i partiti della coalizione di centrodestra hanno presentato un emendamento per modificare il vademecum, quello criticato dal Movimento 5 stelle. Al momento il testo dell’emendamento non è pubblicamente disponibile. «Il nostro emendamento punta, nel caso di ricorsi, a considerare come valide per il conteggio dei voti nei collegi uninominali le schede in cui un elettore ha tracciato due o più croci su liste della stessa coalizione», ha spiegato a Pagella Politica il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli. In base alla legge elettorale attualmente in vigore, ossia il Rosatellum, i voti assegnati a una lista che fa parte di una coalizione vanno automaticamente anche al candidato unico della coalizione nei cosiddetti “collegi uninominali”, ossia quelli in cui vale il sistema maggioritario. In questi collegi, che eleggono circa il 37 per cento dei seggi del Parlamento (222), i partiti presentano un singolo candidato e vince chi prende almeno un voto in più rispetto agli avversari. 

Quali conseguenze avrebbe l’emendamento del centrodestra se fosse approvato? «Se l’emendamento presentato dal centrodestra venisse ammesso, nell’esame di un ricorso la Giunta per le elezioni potrebbe considerare come valido per un collegio uninominale anche la scheda in cui un elettore ha votato più partiti della stessa coalizione», ha spiegato Celotto a Pagella Politica. Per esempio, se alle scorse elezioni un elettore ha votato sia per Forza Italia sia per la Lega il voto non sarebbe considerato nullo, ma potrebbe essere assegnato al candidato della coalizione di centrodestra nell’uninominale. 

Abbiamo contattato il presidente della Giunta per le elezioni Fornaro per avere maggiori informazioni sulla discussione dell’emendamento, ma il deputato non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Il caso della Calabria

Secondo il Movimento 5 stelle, l’emendamento del centrodestra, se venisse approvato, garantirebbe «l’assegnazione di un seggio in Calabria a un candidato di Forza Italia». Il riferimento è a un ricorso presentato da Andrea Gentile, candidato per il centrodestra nel collegio uninominale alla Camera di Cosenza, in Calabria. Gentile è stato battuto per soli 482 voti dalla candidata del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico, che è stata quindi rieletta alla Camera. Secondo Gentile in fase di scrutinio sono stati illegittimamente annullati 805 voti validi nelle sezioni di 40 comuni della circoscrizione. Celotto ha spiegato a Pagella Politica che, se approvato, l’emendamento del centrodestra potrebbe mettere in discussione la vittoria di Orrico, come ha sottolineato il Movimento 5 stelle. «Non è detto comunque che l’emendamento favorisca sempre il centrodestra, perché stiamo sempre parlando di una valutazione di un singolo ricorso», ha aggiunto Celotto. 

Secondo fonti stampa, nel caso in cui il ricorso dovesse essere accolto, Gentile sarebbe eletto alla Camera, come vincitore del collegio uninominale di Cosenza. Ma non è detto che Orrico sarebbe esclusa dal Parlamento, perché potrebbe comunque risultare tra gli eletti nel collegio plurinominale della Calabria, in cui era in lista sempre per il Movimento 5 stelle. Il posto vinto da Gentile potrebbe quindi andare a scapito della deputata del Movimento 5 stelle Elisa Scutellà

Tiriamo le somme

Ricapitolando: al contrario di quanto ha fatto intendere Conte, l’emendamento presentato dal centrodestra non va a modificare le regole delle elezioni politiche, ma le linee guida per l’interpretazione dei voti da parte della Giunta per le elezioni nel caso di eventuali ricorsi, sulla base del principio del favor voti già previsto nella scorsa legislatura. 

In ogni caso nella scorsa legislatura il principio del favor voti era stato applicato alle schede con voti a due liste diverse, ma solo a patto che uno dei due fosse distinguibile sulla base di un «segno evidente». L’emendamento del centrodestra porterebbe a considerare come valido il voto a due o più liste della stessa coalizione, indipendentemente dalla maggiore o minore evidenza del segno tracciato.  

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