Il 4 luglio Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – i tre principali partiti della coalizione di centrodestra del nostro Paese – hanno organizzato in Piazza del Popolo a Roma una manifestazione unitaria contro il governo Conte, dove sono state avanzate, tra le altre cose, alcune idee per la ripartenza dell’economia italiana.
Sul palco si sono alternati Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, leader rispettivamente di Fratelli d’Italia e Lega.
Abbiamo verificato otto loro dichiarazioni per vedere se corrispondono al vero o meno. Vediamo nel dettaglio chi è stato più preciso e chi no.
1. I dati Istat sulle nascite
«Secondo i dati dell’Istat […] l’anno prossimo per la prima volta nella storia di questo Paese nasceranno meno di 400 mila bambini» (min 1:12:29) – Matteo Salvini (Lega)
Lo scorso 3 luglio l’Istat ha pubblicato il “Rapporto annuale 2020”, che contiene alcune stime aggiornate sulle nascite previste nel nostro Paese per i prossimi anni, tenendo in considerazione gli effetti della crisi economica causata dall’emergenza coronavirus.
Secondo Istat, un drastico aumento della disoccupazione avrebbe conseguenze evidenti sulla demografia italiana. «I 435 mila nati del 2019 e i 428 mila ipotizzati per il 2020, alle condizioni pre Covid-19, scenderebbero così a circa 426 mila nel bilancio finale del corrente anno, per poi ridursi a 396 mila, nel caso più sfavorevole, in quello del 2021», scrive Istat.
Da un punto di vista numerico, Matteo Salvini cita dunque una previsione corretta, che però, va sottolineato, fa riferimento allo scenario peggiore. In base ad altre previsioni, con un impatto meno accentuato dell’aumento della disoccupazione, le nascite il prossimo anno potrebbero rimanere comunque sopra le 400 mila unità.
È vero però, come dice il leader della Lega, che se nel 2021 le nascite si posizioneranno sotto questa soglia, saremmo di fronte a un qualcosa che accade «per la prima volta nella storia di questo Paese»? La risposta è sì.
Secondo le serie storiche dell’Istat (qui consultabili), dal 1862 – anno successivo a quello dell’unità d’Italia – al 2014, le nascite nel nostro Paese sono sempre state sopra le 500 mila unità. Tra il 2015 e il 2018 non si è mai scesi sotto i 400 mila.
Ricapitolando: Salvini sottolinea correttamente che secondo Istat, a causa della crisi causata dalla Covid-19, nel 2021 l’Italia rischia per la prima volta di avere meno di 400 mila nascite, ma questo è lo scenario peggiore a livello demografico tra quelli previsti dall’istituto.
Sul palco si sono alternati Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, leader rispettivamente di Fratelli d’Italia e Lega.
Abbiamo verificato otto loro dichiarazioni per vedere se corrispondono al vero o meno. Vediamo nel dettaglio chi è stato più preciso e chi no.
1. I dati Istat sulle nascite
«Secondo i dati dell’Istat […] l’anno prossimo per la prima volta nella storia di questo Paese nasceranno meno di 400 mila bambini» (min 1:12:29) – Matteo Salvini (Lega)
Lo scorso 3 luglio l’Istat ha pubblicato il “Rapporto annuale 2020”, che contiene alcune stime aggiornate sulle nascite previste nel nostro Paese per i prossimi anni, tenendo in considerazione gli effetti della crisi economica causata dall’emergenza coronavirus.
Secondo Istat, un drastico aumento della disoccupazione avrebbe conseguenze evidenti sulla demografia italiana. «I 435 mila nati del 2019 e i 428 mila ipotizzati per il 2020, alle condizioni pre Covid-19, scenderebbero così a circa 426 mila nel bilancio finale del corrente anno, per poi ridursi a 396 mila, nel caso più sfavorevole, in quello del 2021», scrive Istat.
Da un punto di vista numerico, Matteo Salvini cita dunque una previsione corretta, che però, va sottolineato, fa riferimento allo scenario peggiore. In base ad altre previsioni, con un impatto meno accentuato dell’aumento della disoccupazione, le nascite il prossimo anno potrebbero rimanere comunque sopra le 400 mila unità.
È vero però, come dice il leader della Lega, che se nel 2021 le nascite si posizioneranno sotto questa soglia, saremmo di fronte a un qualcosa che accade «per la prima volta nella storia di questo Paese»? La risposta è sì.
Secondo le serie storiche dell’Istat (qui consultabili), dal 1862 – anno successivo a quello dell’unità d’Italia – al 2014, le nascite nel nostro Paese sono sempre state sopra le 500 mila unità. Tra il 2015 e il 2018 non si è mai scesi sotto i 400 mila.
Ricapitolando: Salvini sottolinea correttamente che secondo Istat, a causa della crisi causata dalla Covid-19, nel 2021 l’Italia rischia per la prima volta di avere meno di 400 mila nascite, ma questo è lo scenario peggiore a livello demografico tra quelli previsti dall’istituto.