Il 4 luglio 2020, durante la manifestazione del centrodestra in Piazza del Popolo a Roma, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha criticato (min. 38:12) la gestione dell’immigrazione da parte del governo.
Secondo Meloni, «tutti i clandestini» saranno regolarizzati con la «sanatoria» contenuta nel decreto “Rilancio”.
Ricordiamo, come abbiamo già scritto più volte in passato, che il termine «clandestino», che viene spesso usato come sinonimo di “immigrato irregolare”, va evitato perché dispregiativo, in particolare per chi è venuto in Italia a chiedere aiuto avendo diritto a una forma di protezione.
Al di là di questa osservazione, è vero che «tutti» gli immigrati presenti irregolarmente in Italia, stimati essere tra i 560 e i 690 mila, saranno regolarizzati grazie ai provvedimenti del governo? Abbiamo verificato e Meloni sbaglia.
– Leggi anche: 550 milioni per regolarizzare 600 mila migranti? No, non è proprio così
Che cosa dice il decreto “Rilancio”
L’articolo 103 del decreto “Rilancio” (n. 34 del 19 maggio 2020, ora in esame alla Camera) ha introdotto quella che nelle ultime settimane è nota come la regolarizzazione dei migranti presenti illegalmente in Italia, o «sanatoria», come la chiama Meloni.
Il testo ha introdotto (art. 103, co. 1-2) due forme di regolarizzazione dei lavoratori: una per i datori di lavoro, che consente loro di regolarizzare chi già lavora in nero; e una per i migranti irregolari che hanno perso il lavoro e hanno un permesso di soggiorno scaduto, potendone ottenere uno temporaneo valido 6 mesi per cercare una nuova occupazione.
I settori lavorativi coinvolti sono (art. 103, co. 3) quelli dell’agricoltura e allevamento, della cura della persona e del lavoro domestico.
Di quanti beneficiari stiamo parlando?
I beneficiari non sono «tutti» gli irregolari
Partiamo dal presupposto che quando si parla di immigrati presenti irregolarmente in Italia, non è semplice avere dati certi sul fenomeno.
Come abbiamo anticipato nell’introduzione, secondo le stime più recenti – realizzate dalla Fondazione Ismu, che da anni si occupa di ricerca nell’ambito dell’immigrazione – nel nostro Paese gli immigrati irregolari sarebbero tra i 560 mila e i 690 mila. Numeri in linea con le stime fatte anche dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).
A differenza di quanto dice Meloni, non tutti questi irregolari possono accedere alla regolarizzazione del decreto “Rilancio”, ma come abbiamo visto solo quelli attivi in alcuni settori lavorativi.
«La platea dei beneficiari si compone di persone in condizioni di irregolarità e, per tale ragione, è determinabile solo in via ipotetica», spiega la Relazione tecnica al disegno di legge per la conversione del decreto “Rilancio”, che però prova a dare una stima dei potenziali beneficiari, sulla base delle precedenti regolarizzazioni. «Tenendo presente il dato medio delle ultime due procedure [quelle del 2009 e del 2012, ndr], il numero di potenziali domande potrebbe attestarsi a circa 220.000», si legge nella Relazione tecnica, che aggiunge anche come in passato i numeri dei reali beneficiari sono stati di norma inferiori a quelli attesi.
E la possibilità che anche questa volta i numeri siano più bassi di quelli previsti sembra, per il momento, essere confermata anche dai dati del Ministero dell’Interno sulle richieste di regolarizzazione arrivate entro il 30 giugno 2020.
– Leggi anche: Conte preciso sulle sanatorie di centrodestra, meno su quelle di centrosinistra
Quante domande sono arrivate
A quella data, ha spiegato il 1° luglio il Viminale, le domande di accesso alla regolarizzazione erano in totale «80.366», di cui «69.721 già perfezionate e 10.645 in corso di lavorazione».
«L’andamento giornaliero delle domande per la procedura di regolarizzazione, che proseguirà fino al prossimo 15 agosto, è in costante crescita: il giorno di apertura, il 1º giugno, le domande perfezionate erano 870; venerdì 30 giugno è di 2.324 la media giornaliera consolidata delle domande perfezionate», ha sottolineato il Ministero dell’Interno. «Per quanto riguarda i diversi settori interessati, il lavoro domestico e di assistenza alla persona rappresenta l’88 per cento delle domande già perfezionate (61.411) e il 76 per cento di quelle in lavorazione (8.116)».
Alcuni quotidiani vicini al centrodestra e critici verso la regolarizzazione, come Il Giornale, hanno evidenziato come i numeri sulle domande siano più bassi delle aspettative del governo, mentre altri giornali favorevoli al provvedimento, come Il Manifesto, hanno evidenziato come possibile spiegazione dei numeri bassi l’eccessiva difficoltà delle procedure.
Ricapitolando: se si prende in considerazione la stima fatta dal governo sugli aventi diritto alla regolarizzazione del decreto “Rilancio”, stiamo parlando di circa 220 mila immigrati regolari, circa un terzo sul totale presente in Italia. Se si prende in considerazione la cifra delle domande di regolarizzazione pervenute al 30 giugno – che potranno aumentare fino al 15 agosto – stiamo parlando di circa 80 mila immigrati, tra un settimo e un ottavo del numero totale degli immigrati irregolari in Italia, a seconda delle stime.
Il verdetto
Secondo Giorgia Meloni, «con la sanatoria del governo verranno regolarizzati tutti i clandestini, altroché emersione di lavoro». Abbiamo verificato e questo non è vero.
Il decreto “Rilancio” ha introdotto la possibilità di regolarizzare una parte degli immigrati irregolari presenti in Italia e attivi nei settori dell’agricoltura, della cura della persona e del lavoro domestico.
Secondo le stime del governo, i potenziali beneficiari della misura sarebbero circa 220 mila persone, circa un terzo di tutti gli irregolari nel nostro Paese, stimati essere tra i 560 e i 690 mila.
In passato, però, i numeri dei reali beneficiari delle altre regolarizzazioni sono stati generalmente più bassi di quelli attesi. E i dati aggiornati al 30 giugno per le misure del decreto “Rilancio” sembrano confermare questo trend, dal momento che a quella data le domande di regolarizzazione pervenute sono state circa 80 mila, tra un settimo e un ottavo del totale degli irregolari visto sopra.
In conclusione, Meloni si merita un “Pinocchio andante”.
«Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»
30 ottobre 2024
Fonte:
Porta a Porta – Rai 1