Anche Italia Viva ha molte responsabilità sul Superbonus

Oggi il partito di Renzi è uno dei più critici verso una misura che è stata introdotta anche grazie al suo supporto
ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Da tempo Italia Viva si presenta agli elettori come uno dei partiti più critici verso il Superbonus 110 per cento. In varie occasioni il leader del partito Matteo Renzi ha accusato il Movimento 5 Stelle di avere voluto un incentivo edilizio che, sulla base di «modalità assurde», ha generato «frodi» con «numeri scandalosi» e un «buco miliardario nei conti pubblici»

Da un lato è vero che il Superbonus ha generato truffe, sebbene con importi più bassi di quelli diffusi dai suoi oppositori, e che il Superbonus sta avendo un grosso peso sui conti dello Stato, con benefici sull’economia e sull’occupazione creata più bassi rispetto a quelli rilanciati dal Movimento 5 Stelle. Dall’altro lato, Renzi e altri suoi compagni di partito dimenticano che Italia Viva ha avuto un ruolo centrale, in Parlamento e al governo, nel sostegno e nella promozione del bonus edilizio.

Il ruolo di Italia Viva nel secondo governo Conte

Il Superbonus 110 per cento è stato introdotto con il decreto “Rilancio”, presentato a maggio 2020 dal secondo governo Conte e approvato definitivamente dal Senato a luglio 2020. Lo stesso decreto ha esteso per quasi tutti i bonus edilizi la possibilità di cedere il credito o di usufruire dello sconto in fattura. Come suggerisce il nome, il decreto “Rilancio” era stato pensato per rilanciare l’economia italiana dopo il lockdown e prevedeva oltre 100 miliardi di euro di spesa.

Il secondo governo guidato da Giuseppe Conte – lo ricordiamo – era sostenuto dal Movimento 5 Stelle, dal Partito Democratico, da Liberi e Uguali e da Italia Viva, che all’epoca poteva contare su oltre 40 parlamentari, tra deputati e senatori. Dietro al Movimento 5 Stelle e al Partito Democratico, Italia Viva era il terzo partito più numeroso che sosteneva il secondo governo Conte e i suoi parlamentari erano necessari per far mantenere al governo la maggioranza in Parlamento. Tant’è che il secondo governo Conte è caduto a febbraio 2021, quando è stato sostituito dal governo Draghi, dopo che Renzi aveva deciso di aprire una crisi di governo.

Il dibattito sul decreto “Rilancio”

Alla Camera, dove il decreto “Rilancio” ha iniziato il suo percorso parlamentare e dove il testo è stato modificato, il deputato di Italia Viva Luigi Marattin era uno dei tre relatori dei partiti di maggioranza del disegno di legge per la conversione in legge del decreto. 

Il relatore è un ruolo importante perché durante l’esame di una legge in commissione parlamentare ha il compito di esprimere il parere della maggioranza sugli emendamenti e poi di presentare il testo in aula. Di recente Marattin ha rivendicato il suo ruolo di relatore nell’approvazione del decreto “Rilancio”. Lo scorso 8 marzo il deputato di Italia Viva ha scritto su X: «Provammo in tutti i modi a far cambiare idea al Movimento 5 Stelle, soprattutto sulla cessione libera e indiscriminata del credito (che a mio avviso rimane il vero scandalo di questa storia). Ci dissero: “O così o salta tutto il decreto”». 

Durante l’esame del testo in commissione alla Camera, almeno un paio di deputati di Italia Viva avevano però presentato emendamenti per ampliare la platea dei beneficiari del Superbonus. Il deputato di Italia Viva Massimo Ungaro aveva chiesto di estendere l’accesso al bonus anche agli italiani residenti all’estero e di prorogarne la durata fino al 31 dicembre 2023. Un altro deputato di Italia Viva, Gabriele Toccafondi, aveva proposto di allargare gli interventi di efficientamento energetico agli «enti religiosi civilmente riconosciuti», su immobili «adibiti a servizi educativi o scolastici».

All’epoca alcuni organismi indipendenti avevano già sollevato dubbi sull’incentivo edilizio e sulla cessione dei crediti d’imposta. Per esempio a maggio 2020, in un’audizione in Commissione Bilancio della Camera, l’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) aveva sottolineato che queste misure avrebbero avuto un «impatto finanziario ingente», generando maggiori benefici per «i contribuenti che hanno un patrimonio immobiliare e un alto reddito». 

A luglio 2020, quando il decreto “Rilancio” è arrivato in aula alla Camera per la definitiva approvazione, sono intervenuti alcuni esponenti di Italia Viva, che hanno espresso un forte sostegno al decreto, sottolineando l’importanza del lavoro di squadra e l’impegno del loro partito nel processo legislativo. In quei giorni, in aula non ci sono state dichiarazioni di esponenti di Italia Viva contro il Superbonus.

Per esempio il 6 luglio 2020 Marattin ha dichiarato in aula: «Abbiamo iniziato un esame che, dal nostro punto di vista, ha portato a miglioramenti fattivi del provvedimento. Io cito solo alcune aree che a nostro avviso hanno migliorato la propria impostazione rispetto al testo base: l’intervento sull’ecobonus [come era chiamato all’epoca il Superbonus, ndr] che era mirato ad affinare quello che noi riteniamo essere un traino importante per lo sviluppo del Paese nei prossimi mesi». Due giorni dopo, Silvia Fregolent ha detto in aula: «Sono stati a mio avviso conseguiti importanti migliorie al testo iniziale, come per esempio in tema di qualità energetica degli edifici, il cosiddetto “ecobonus”, una misura fondamentale di traino sia per l’economia che per un miglioramento dell’ambiente».

La prima volta che Marattin ha citato espressamente il Superbonus su X, un social network dove è particolarmente attivo, è stato il 19 dicembre 2020. Rilanciando un articolo sul suo sito personale, Marattin difendeva la necessità di prorogare il Superbonus fino alla fine del 2022, scrivendo che il problema di questo incentivo fiscale non era «la mancanza di risorse pubbliche», ma «l’innovazione tecnologica, l’organizzazione del lavoro, la virtuosità nell’utilizzo delle risorse pubbliche».

Le responsabilità durante il governo Draghi

Anche nel 2021, con la nascita del governo Draghi, Italia Viva ha proseguito nel suo intento di ampliare e prorogare il Superbonus. Per esempio a giugno di quell’anno la senatrice di Italia Viva Donatella Conzatti ha dichiarato al quotidiano economico Milano Finanza, in un’intervista poi ripresa sul sito ufficiale del partito: «Praticamente tutti i partiti hanno presentato emendamenti relativi al Superbonus, non solo per estenderne la durata ma anche per ampliarne l’ambito, per esempio agli esercenti di arti e professioni e al terzo settore, ma anche a categorie di immobili oggi escluse, come quelle a uso ricettivo». «Noi abbiamo intenzione di presentare un ordine del giorno che dia una chiara indicazione parlamentare nel senso del prolungamento e ampliamento della misura», aveva aggiunto Conzatti.

In quel periodo il partito guidato da Renzi ha anche organizzato e partecipato a eventi di sostegno al Superbonus, mostrando un chiaro posizionamento a favore di questa misura.

L’evoluzione del sostegno di Italia Viva al Superbonus può essere tracciata anche attraverso vari articoli scritti da Marco Fortis, consigliere economico di Renzi quando quest’ultimo era presidente del Consiglio. Gli articoli di Fortis, ripresi sul sito di Italia Viva, mostrano che inizialmente il Superbonus era considerato dal partito uno dei «pilastri» della crescita italiana. Ma già verso la fine del 2021 alcuni esponenti del partito di Renzi si sono mostrati più incerti sui benefici del bonus edilizio. «Superbonus: sono stati un sacco di soldi pubblici. Io mi limito a dire: “Speriamo che alla fine avranno avuto effetto, vediamo”», aveva detto per esempio Marattin il 23 dicembre 2021 ospite su SkyTG24

Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche del 25 settembre 2022, Italia Viva ha accentuato le sue critiche verso il Superbonus. Lo stesso Fortis, pochi giorni prima del voto, ha scritto su Il Sole 24 Ore: «In definitiva, anche l’affermazione secondo cui il Superbonus 110 per cento sia stato decisivo per la crescita italiana dello scorso anno è smentita dalle statistiche. Senza contare i costi per le casse pubbliche che esso ha comportato e le truffe per alcuni miliardi che ha alimentato».

Ricapitolando: sebbene oggi Italia Viva sia uno dei partiti più critici verso il Superbonus, non va dimenticato che questa misura è stata prima introdotta, poi prorogata, anche grazie al supporto del partito di Renzi.

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