Il Superbonus resta l’incentivo più generoso d’Europa

Lo ha detto il ministro dell’Economia Giorgetti, rivendicando le scelte fatte dal governo. Ha ragione
Ansa
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Dal 1° gennaio 2024 il Superbonus, l’agevolazione fiscale introdotta dal secondo governo Conte nel 2020, è stato ridotto al 70 per cento. In pratica, da quest’anno le persone che svolgeranno lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica delle proprie case potranno chiedere allo Stato di restituirgli il 70 per cento dell’investimento, una riduzione rispetto alle condizioni precedenti. L’ulteriore stretta sul Superbonus decisa dal governo Meloni – ce n’era stata un’altra in precedenza, come vedremo a breve – è stata più volte rivendicata dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti (Lega). 

Il 27 dicembre, in audizione in Commissione Bilancio alla Camera, Giorgetti ha difeso le scelte del governo, sostenendo che la detrazione al 70 per cento è pur sempre la più generosa tra i Paesi dell’Unione europea. «Io ho fatto un questionario con gli amici giornalisti e ho chiesto una settimana fa: “Qual è l’altro Paese europeo che ha il 70 per cento di incentivo sulla detrazione fiscale quando ristruttura la propria casa?”», ha detto (min. 1:20:41) Giorgetti. «Se qualcuno è in grado di darmi una risposta, sto ancora aspettando. Devo dire che uno ha risposto e ha detto: “La Macedonia del Nord”. Purtroppo non è nell’Unione europea, quindi la risposta non è valida», ha aggiunto il ministro dell’Economia. 

Giorgetti ha ragione (anche se, come vedremo, il riferimento alla Macedonia del Nord è sbagliato).

La storia complicata del Superbonus italiano

Come detto in precedenza, il Superbonus è stato introdotto tre anni fa dal secondo governo Conte, sostenuto da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali. L’obiettivo era rilanciare l’economia e in particolare il settore edilizio in seguito alla crisi dovuta alla pandemia da Covid-19. In origine, con il Superbonus i cittadini che facevano lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico potevano chiedere allo Stato di restituirgli l’intera cifra dell’investimento, più un 10 per cento. Senza entrare troppo nei dettagli, per poter accedere agli incentivi bisogna per forza effettuare alcuni interventi necessari, per esempio migliorare l’isolamento termico degli edifici, prima di poter fare altri interventi come installare impianti fotovoltaici.

Dalla sua introduzione il Superbonus è stato più volte prorogato, sia dal governo Conte sia dal governo Draghi. Durante quest’ultimo governo diversi problemi, tra cui la spesa per le casse pubbliche, la scarsa efficienza dei bonus edilizi e il numero di frodi hanno spinto l’allora presidente del Consiglio Mario Draghi a intervenire, limitando la cessione dei crediti ma rinnovando comunque la misura fino alla fine del 2022. 

A novembre 2022 il governo Meloni ha rinnovato la misura fino al 2025, con una percentuale rimborsabile dei lavori via via più bassa: nel 2023 la detrazione è scesa al 90 per cento, nel 2024 al 70 per cento, mentre nel 2025 è prevista scendere al 65 per cento. Queste aliquote sono fisse, e non variano in base al reddito di chi chiede il bonus. A febbraio 2023 è stata poi bloccata la cessione dei crediti d’imposta relativi ai bonus edilizi e il cosiddetto “sconto in fattura”, lasciando solo la possibilità di vedersi restituire i soldi degli interventi edilizi sotto forma di detrazione d’imposta, ossia con uno sconto sulle tasse da versare spalmato su più anni. Infine, con un decreto-legge approvato lo scorso 28 dicembre, il governo ha garantito un contributo a tutti i cittadini con un Isee inferiore a 15 mila euro e che non sono riusciti a terminare i lavori del Superbonus entro il 31 dicembre 2023, a patto che abbiano svolto almeno il 60 per cento degli interventi. 

Ma è vero che l’attuale Superbonus al 70 per cento è l’agevolazione più generosa in ambito edilizio tra i vari Paesi europei?

Le agevolazioni in Francia, Germania e Spagna

In base alle verifiche di Pagella Politica, agevolazioni per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica delle abitazioni esistono anche in Germania, Francia e Spagna. In questi tre Paesi le agevolazioni sono però diverse dal Superbonus: esse hanno livelli di detrazione più bassi o comunque differenziati in base alla condizione economica dei richiedenti e ai risultati dei lavori sugli edifici.

Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, in Germania i cittadini possono ricevere un rimborso del 20 per cento massimo sul costo dei lavori di efficientamento energetico delle case, come per esempio l’installazione di un nuovo impianto di riscaldamento. Il rimborso si ottiene sotto forma di detrazione fiscale nell’arco di tre anni da quando è stata presentata la richiesta allo Stato e in ogni caso non può superare i 40 mila euro. È possibile chiedere un rimborso anche per i costi di progettazione dei lavori: in questo caso la detrazione è del 50 per cento e il rimborso avviene entro un anno. 

In Francia, come ci hanno spiegato i colleghi di Les Surligneurs, è attivo dal 2020 il programma MaPrimeRénov’, le cui regole sono cambiate più volte nel corso del tempo. In base alle modifiche più recenti, introdotte dal governo francese a fine dicembre, nel 2024 il programma è strutturato in tre tipi di agevolazioni fiscali: una per i lavori di efficientamento più piccoli, come la sostituzione di una caldaia, una per le grandi ristrutturazioni di case unifamiliari e una per i condomini. In ciascuno di questi casi, i cittadini beneficiano di un livello diverso di agevolazioni: esse variano in base al reddito dei richiedenti e ai risultati dei lavori. Per esempio, un cittadino con un reddito basso potrà ottenere una detrazione fino al 90 per cento dei costi sostenuti per la riqualificazione della propria abitazione, mentre per i redditi più alti potrà essere al massimo del 45 per cento. In più, l’ammontare delle spese detraibili aumenta con il miglioramento della classe energetica di un edificio. Dunque, se al termine dei lavori una casa ha guadagnato due classi energetiche potranno essere detratti fino a 40 mila euro di costi, mentre con un guadagno di quattro classi energetiche potranno essere detratte fino a 70 mila euro di spese. 

I colleghi spagnoli di Newtral hanno spiegato a Pagella Politica che in Spagna è attivo il Programa de ayudas para la rehabilitación integral de edificios residenciales y viviendas (in italiano “Programma di aiuti per il risanamento globale di edifici residenziali e abitazioni”). Questo piano prevede vari livelli di detrazioni, da un minimo del 40 per cento a un massimo dell’80 per cento, con la possibilità di un rimborso completo nel caso di beneficiari in condizioni di difficoltà economica. In ogni caso il rimborso non può superare i 21.400 euro per abitazione. A differenza del Superbonus, le agevolazioni previste in Spagna sono finanziate con i fondi europei del “Piano di recupero, trasformazione e resilienza”, il corrispettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) in Italia.

Negli altri Paesi

In base alle nostre verifiche, al di là di Germania, Francia e Spagna, agevolazioni fiscali per la riqualificazione delle abitazioni sono previste in almeno altri cinque Paesi dell’Ue: Danimarca, Grecia, Repubblica Ceca, Cipro e Malta. Queste agevolazioni sono meno generose del Superbonus in Italia.

I colleghi fact-checker danesi di TjekDet hanno raccontato a Pagella Politica che in Danimarca è prevista una detrazione del 26 per cento sul costo dei lavori, ma non dei materiali utilizzati, e il rimborso non può in ogni caso superare i 1.600 euro per ciascun componente di una famiglia. Nel 2020 il governo danese ha poi creato un fondo per invogliare le persone a fare lavori di efficientamento energetico. Il fondo assegna sovvenzioni fino a un massimo del 30 per cento del costo dei lavori, a patto che siano rispettate una serie di condizioni. 

Come ci hanno spiegato i fact-checker greci di Fact-Review ed Ellinika Hoaxes, dal 1° gennaio 2024 è stata introdotta in Grecia una detrazione fiscale che copre il 100 per cento dei costi delle ristrutturazioni edilizie fatte da privati, ma a patto che la spesa sostenuta sia al massimo di 16 mila euro. In Repubblica Ceca l’agevolazione copre il 50 per cento delle spese per migliorare l’isolamento termico della propria abitazione, ma la somma rimborsata non può superare un milione di corone ceche, ossia circa 40 mila euro, come ci hanno spiegato i colleghi di Demagog. I fact-checker ciprioti di Fact Check Cyprus ci hanno raccontato invece che a Cipro la detrazione copre al massimo il 20 per cento dei lavori e comunque non più di 20 mila euro. I colleghi di The Times of Malta ci hanno spiegato che nel 2023 a Malta il governo ha introdotto l’Irrestawra Darek (in italiano “Ripristina la tua casa”), un piano con cui lo Stato rimborsa tutti i costi di ristrutturazione fino a 11 mila euro, ma solo su case all’interno di aree protette. In Slovenia e Lituania non sono in vigore agevolazioni fiscali dello Stato per i lavori di ristrutturazione. 

Un confronto fuorviante

Nonostante sia sceso al 70 per cento, il Superbonus rimane dunque l’agevolazione fiscale più generosa rispetto alle altre in vigore in diversi Paesi europei. Infine, il paragone fatto da Giorgetti con la Macedonia del Nord è però fuorviante. Come hanno spiegato a Pagella Politica i colleghi macedoni di Metamorphosis Foundation, in Macedonia del Nord non ci sono programmi statali di rimborso dei costi per le ristrutturazione e la riqualificazione degli edifici privati. Esistono però sussidi a livello locale, finanziati da singole città. In Macedonia del Nord lo Stato offre invece uno sconto sull’Iva per i contratti di vendita e di affitto di abitazioni nuove o ristrutturate. Per questi contratti l’Iva scende dal 18 al 5 per cento, che equivale a uno sconto pari al 72 per cento dell’imposta. Questo meccanismo è però diverso da quello alla base del Superbonus in Italia. Lo Stato della Macedonia non rimborsa ai suoi cittadini più del 70 per cento dei lavori di ristrutturazione o riqualificazione degli edifici, come ha lasciato intendere Giorgetti, ma applica solo uno riduzione di imposte sui contratti di vendita o affitto delle abitazioni.

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