Il governo Meloni rimpatria ancora meno migranti del passato

Nel 2024 c’è stata una crescita dei rimpatri forzati, che prosegue nel 2025. Ma i numeri restano inferiori al periodo pre-pandemia
ANSA/GIUSEPPE LAMI
ANSA/GIUSEPPE LAMI
Il 15 agosto, con un video pubblicato sui social network, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha presentato alcuni dati tratti dal “Dossier Viminale”, il rapporto che il ministero diffonde ogni anno a Ferragosto.

Tra le altre cose, Piantedosi ha affermato che nel 2024 l’Italia ha rimpatriato 5.400 migranti irregolari, «un dato in crescita sul 2023». «E nei primi sette mesi di quest’anno l’incremento continua: siamo a più 12 per cento rispetto ai dati già buoni dello scorso anno», ha aggiunto. «Lavoriamo su questo fronte e continueremo a farlo perché crediamo che si debba affermare una volta per tutto il principio che in Italia si entra solo attraverso canali regolari».

Numeri alla mano, è vero che l’anno scorso i rimpatri sono aumentati. Ma nonostante i proclami di Piantedosi e del governo Meloni, restano più bassi rispetto al passato.

Secondo i dati del “Dossier Viminale”, nel 2024 i rimpatri sono stati 5.414, in crescita del 14 per cento rispetto ai 4.751 del 2023. Dal 1° gennaio al 31 luglio 2025 sono stati 3.463, in aumento del 12 per cento rispetto ai 3.088 dello stesso periodo del 2024. Con “rimpatri” qui si fa riferimento ai rimpatri forzati, procedure che consistono nell’accompagnamento coatto del migrante privo dei requisiti legali per restare in Italia fino al Paese di origine o di provenienza, per esempio con voli aerei.

Dunque, nel 2023 – primo anno intero di governo Meloni – in media sono stati rimpatriati 396 migranti al mese, nel 2024 451 e finora nel 2025 495. Il trend di crescita, quindi, è confermato dai numeri, ma durante altri governi si facevano più rimpatri, come mostra il grafico allegato, che riporta la media mensile dei rimpatri forzati di migranti irregolari dal 2016 al 2025.
Tra il 2017 e il 2019 – quando alla guida del Ministero dell’Interno si sono alternati Marco Minniti (Partito Democratico), Matteo Salvini (Lega) e Luciana Lamorgese (indipendente) – la media mensile dei rimpatri forzati è oscillata tra i 533 e i 544. Secondo i dati raccolti dal Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, il 2019 è stato l’anno con più rimpatri forzati, 6.531, oltre mille in più rispetto a quelli effettuati nel 2024, sotto il governo Meloni.

Nel 2020 i rimpatri si sono di fatto dimezzati per la pandemia di COVID-19, che ha causato difficoltà operative sia per la cancellazione dei voli sia per le limitazioni imposte a livello nazionale e internazionale allo spostamento delle persone. Nel 2021 è iniziata una ripresa, non sufficiente però a riportare i numeri al periodo prepandemico.

Discorso simile vale per i rimpatri volontari assistiti, cioè i rientri nei Paesi d’origine effettuati su base volontaria con il sostegno logistico ed economico dello Stato italiano e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Secondo il “Dossier Viminale” pubblicato lo scorso 15 agosto, nei primi sette mesi di quest’anno sono stati effettuati dall’Italia 382 rimpatri volontari assistiti, un numero già più alto dei 290 effettuati in tutto il 2024. Nel 2023 erano stati solo 49. Anche in questo caso, in passato i numeri erano più alti: per esempio, i rimpatri di questo tipo sono stati 869 nel 2017 e 1.185 nel 2018.

Come abbiamo spiegato in un altro articolo, nonostante le promesse fatte dai partiti oggi al governo, i rimpatri dei migranti sono difficili da realizzare perché coinvolgono procedure complesse, accordi internazionali fragili e costi elevati.

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