Nella serata di giovedì 16 febbraio il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che interviene sul Superbonus 110 per cento e altri bonus edilizi. Il testo del decreto non è ancora stato pubblicato, ma è stato divulgato con un comunicato e in una conferenza stampa. Il governo di Giorgia Meloni ha deciso di bloccare la cessione dei crediti d’imposta relativi ai bonus edilizi e il cosiddetto “sconto in fattura”, lasciando solo la possibilità di vedersi restituire i soldi degli interventi edilizi sotto forma di detrazione d’imposta, ossia con uno sconto sulle tasse da versare spalmato su più anni.
Tra le altre cose, in conferenza stampa il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti (Lega) ha giustificato la scelta del governo parlando degli alti costi che ha avuto finora la politica recente sui bonus edilizi. Quest’ultima «ha prodotto sicuramente beneficio per alcuni cittadini, ma alla fine ha posto in carico a ciascun italiano, dalla culla in poi, 2 mila euro a testa», ha dichiarato Giorgetti. Ma da dove viene il numero citato dal ministro in conferenza stampa?
Giorgetti non ha citato la fonte del dato, che con tutta probabilità fa riferimento alle stime più aggiornate degli oneri a cui lo Stato deve far fronte per finanziare il Superbonus 110 per cento e altri bonus edilizi. Queste sono state presentate lo scorso 2 febbraio in un’audizione nella Commissione Finanze e Tesoro del Senato da Giovanni Spalletta, direttore generale del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia. In totale, finora il costo per lo Stato del Superbonus 110 per cento, del cosiddetto “bonus Facciate” e di altri bonus edilizi è stato stimato in oltre 110 miliardi di euro, quasi 38 miliardi di euro in più rispetto alle previsioni iniziali. Più nel dettaglio la spesa per il Superbonus 110 per cento è di 61,2 miliardi di euro, quasi 24,7 miliardi di euro in più rispetto al previsto. Questa stima «potrebbe subire un ulteriore incremento», ha sottolineato Spalletta in audizione, visto che mancano ancora i dati più recenti, pubblicati dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), che porterebbero la spesa complessiva per i bonus edilizi intorno ai 120 miliardi di euro. Alla fine di gennaio 2023 le detrazioni previste a fine lavori per il Superbonus 110 per cento – dunque l’onere a carico dello Stato – ammontavano infatti a 71,7 miliardi di euro, oltre 10 miliardi in più rispetto ai 61 miliardi citati sopra.
«Per gli anni 2023-2026, i maggiori oneri hanno determinato un peggioramento della previsione delle imposte dirette per importi compresi tra gli 8 e i 10 miliardi di euro in ciascun anno», ha poi aggiunto Spalletta.
Se si prendono i 120 miliardi di euro di costi e si dividono per i circa 59 milioni di abitanti residenti in Italia al 1° gennaio 2022, si ottengono 2.033 euro a cittadino, ossia i «2 mila euro» a cui ha fatto con tutta probabilità riferimento in conferenza stampa il ministro Giorgetti.
Tra le altre cose, in conferenza stampa il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti (Lega) ha giustificato la scelta del governo parlando degli alti costi che ha avuto finora la politica recente sui bonus edilizi. Quest’ultima «ha prodotto sicuramente beneficio per alcuni cittadini, ma alla fine ha posto in carico a ciascun italiano, dalla culla in poi, 2 mila euro a testa», ha dichiarato Giorgetti. Ma da dove viene il numero citato dal ministro in conferenza stampa?
Giorgetti non ha citato la fonte del dato, che con tutta probabilità fa riferimento alle stime più aggiornate degli oneri a cui lo Stato deve far fronte per finanziare il Superbonus 110 per cento e altri bonus edilizi. Queste sono state presentate lo scorso 2 febbraio in un’audizione nella Commissione Finanze e Tesoro del Senato da Giovanni Spalletta, direttore generale del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia. In totale, finora il costo per lo Stato del Superbonus 110 per cento, del cosiddetto “bonus Facciate” e di altri bonus edilizi è stato stimato in oltre 110 miliardi di euro, quasi 38 miliardi di euro in più rispetto alle previsioni iniziali. Più nel dettaglio la spesa per il Superbonus 110 per cento è di 61,2 miliardi di euro, quasi 24,7 miliardi di euro in più rispetto al previsto. Questa stima «potrebbe subire un ulteriore incremento», ha sottolineato Spalletta in audizione, visto che mancano ancora i dati più recenti, pubblicati dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), che porterebbero la spesa complessiva per i bonus edilizi intorno ai 120 miliardi di euro. Alla fine di gennaio 2023 le detrazioni previste a fine lavori per il Superbonus 110 per cento – dunque l’onere a carico dello Stato – ammontavano infatti a 71,7 miliardi di euro, oltre 10 miliardi in più rispetto ai 61 miliardi citati sopra.
«Per gli anni 2023-2026, i maggiori oneri hanno determinato un peggioramento della previsione delle imposte dirette per importi compresi tra gli 8 e i 10 miliardi di euro in ciascun anno», ha poi aggiunto Spalletta.
Se si prendono i 120 miliardi di euro di costi e si dividono per i circa 59 milioni di abitanti residenti in Italia al 1° gennaio 2022, si ottengono 2.033 euro a cittadino, ossia i «2 mila euro» a cui ha fatto con tutta probabilità riferimento in conferenza stampa il ministro Giorgetti.