Guida alle elezioni regionali in Calabria

Dai candidati al come si vota, passando per i risultati del passato, abbiamo raccolto tutto quello che c’è da sapere sul voto del 5 e 6 ottobre
ANSA/Alessandro Sgherri
ANSA/Alessandro Sgherri
Domenica 5 e lunedì 6 ottobre si terranno le elezioni regionali in Calabria per eleggere il nuovo presidente della regione e i membri del consiglio regionale. Si tratta della terza tornata di elezioni regionali del 2025, dopo quelle nelle Marche, dove è stato confermato il presidente uscente Francesco Acquaroli sostenuto dal centrodestra, e quelle in Valle d’Aosta, vinte dall’Union Valdôtaine.

In Calabria si vota con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, fissata al 2026. Il 31 luglio scorso, infatti, il presidente uscente Roberto Occhiuto (Forza Italia) ha annunciato le dimissioni a seguito di alcune indagini per corruzione che lo riguardano

I candidati alla presidenza

I candidati alla presidenza della Regione Calabria sono tre. Per il centrodestra corre il presidente uscente Occhiuto, sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati. Vicesegretario di Forza Italia, Occhiuto è stato deputato dal 2008 al 2021, anno in cui è stato eletto per la prima volta alla guida della Calabria. Alla sua candidatura hanno aderito anche l’Unione di Centro, Sud Chiama Nord di Cateno De Luca e due liste civiche (“Forza Azzurri” e “Occhiuto Presidente”).

Dopo le dimissioni anticipate, Occhiuto ha annunciato in pochi giorni la sua ricandidatura. È indagato dalla procura di Catanzaro in un’inchiesta che riguarda quattro società riconducibili a Paolo Posteraro, capo della segreteria della sottosegretaria Matilde Siracusano, compagna di Occhiuto. «Non ci faremo fermare. Mi dimetto e mi ricandido. Questa volta il futuro della Calabria lo decidono solo i calabresi», ha dichiarato lo scorso 31 luglio in un videomessaggio sui social. Nel suo programma elettorale Occhiuto rivendica i risultati della sua amministrazione e propone di proseguire lungo la stessa strada, sottolineando i progressi ottenuti nel far contare di più la regione a livello istituzionale e ribadendo la necessità di investire in innovazione, turismo, cultura e infrastrutture.

Il centrosinistra, insieme al Movimento 5 Stelle, ha candidato Pasquale Tridico, ex presidente dell’INPS e oggi parlamentare europeo del partito di Giuseppe Conte. La sua candidatura è sostenuta dal Partito Democratico, dal Movimento 5 Stelle, da Alleanza Verdi-Sinistra, da Italia Viva e da due liste civiche (“Democratici e Progressisti” e “Tridico Presidente”). L’unico partito di opposizione a non appoggiare Tridico è Azione: il leader del partito, Carlo Calenda, ha escluso qualsiasi sostegno a candidati di centrosinistra legati in qualche modo al Movimento 5 Stelle. Italia Viva ha invece scelto di sostenere Tridico, nonostante in passato Matteo Renzi e altri dirigenti del partito lo avessero criticato per la gestione dell’INPS, e lo stesso Tridico avesse escluso possibili alleanze con Renzi.

Il programma di Tridico chiede un cambiamento radicale. La sua campagna si è concentrata soprattutto sulla lotta alla povertà, ricordando che la Calabria è tra le regioni più povere d’Europa, e rilanciando l’idea di un “reddito di dignità” regionale, ispirato al reddito di cittadinanza introdotto dal primo governo Conte nel 2019 e abolito dal governo Meloni.

Il terzo candidato è Francesco Toscano, presidente di Democrazia Sovrana Popolare, partito fondato insieme a Marco Rizzo. Toscano propone di interrompere il commissariamento della sanità calabrese, la messa in sicurezza della rete stradale e ferroviaria, la riqualificazione degli alloggi popolari e un piano straordinario per l’edilizia scolastica.

Com’è andata in passato

Dal 1995, anno in cui il presidente della Regione Calabria è stato eletto per la prima volta direttamente dai cittadini, il centrodestra ha vinto cinque volte e il centrosinistra due.

Alle elezioni del 2021 Roberto Occhiuto ha ottenuto oltre il 54 per cento dei voti, contro il 28 per cento circa di Amalia Bruni, candidata di centrosinistra e Movimento 5 Stelle, e il 16 per cento dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Quelle elezioni si erano rese necessarie dopo la morte dell’ex presidente di centrodestra Jole Santelli, che nel 2020 aveva vinto con oltre il 55 per cento.

Nel 2021 il centrodestra ha registrato i risultati migliori nella provincia di Reggio Calabria e in quella di Crotone. L’unica provincia in cui Bruni ha superato il 30 per cento è stata Catanzaro, mentre per De Magistris il risultato più alto è arrivato a Cosenza.

Le regole del voto

Alle elezioni regionali in Calabria gli aventi diritto al voto sono circa 1,9 milioni, distribuiti in tre circoscrizioni. In questo numero rientrano anche i calabresi residenti all’estero o in altre regioni, che per votare dovranno recarsi nel proprio comune di residenza, poiché la legge elettorale regionale non consente il voto in un comune diverso.

Gli elettori
potranno votare solo per il candidato presidente, per un candidato presidente e una lista collegata, oppure solo per una lista: in quest’ultimo caso il voto sarà automaticamente attribuito al candidato presidente collegato. Non è invece previsto il cosiddetto “voto disgiunto”, cioè scegliere un candidato presidente e una lista che sostiene un altro candidato. Sarà inoltre possibile esprimere fino a due preferenze per i candidati al consiglio regionale, a condizione che siano di sesso diverso, altrimenti la seconda preferenza verrà annullata. Lo scrutinio inizierà alle ore 15 di lunedì 6 ottobre, subito dopo la chiusura dei seggi.
Il fac-simile della scheda elettorale per le elezioni regionali in Calabria – Fonte: Regione Calabria
Il fac-simile della scheda elettorale per le elezioni regionali in Calabria – Fonte: Regione Calabria
Il vincitore delle elezioni regionali in Calabria è il candidato presidente che ottiene più voti, senza possibilità di ballottaggio. Il consiglio regionale è formato da 30 consiglieri più il presidente della giunta. La legge elettorale stabilisce due soglie di sbarramento: una coalizione entra in consiglio se raggiunge almeno l’8 per cento dei voti, mentre le singole liste all’interno della coalizione possono eleggere consiglieri se ottengono almeno il 4 per cento.

La distribuzione dei 30 seggi è regolata da un sistema che assegna premi di maggioranza variabili in base al risultato. In ogni caso la coalizione vincente avrà diritto ad almeno 16 seggi (pari al 55 per cento del consiglio) se ottiene meno del 40 per cento dei voti, mentre ne otterrà almeno 18 (pari al 60 per cento) se supera questa soglia.

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