Tra Azione e Italia Viva c’è un gran via vai di politici

Da quando è finita l’alleanza tra Calenda e Renzi, in molti hanno deciso di passare da un partito all’altro per ragioni diverse
Ansa
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Da quando Azione e Italia viva non sono più alleati, un nutrito gruppo di politici ha “cambiato casacca” ed è passato da un partito all’altro. Di recente questo scambio di politici, iniziato ormai un anno fa, ha coinvolto pure Più Europa, il partito fondato da Emma Bonino. Il 10 aprile, infatti, il presidente di Più Europa Federico Pizzarotti è passato ad Azione, di cui sarà uno dei candidati alle elezioni europee di giugno. Il motivo di questo cambio di partito è proprio Italia Viva, o meglio l’alleanza tra Più Europa e il partito di Matteo Renzi alle europee, definita «anomala» dall’ex sindaco di Parma.

Insomma, in alcuni casi per ragioni politiche, in altri di opportunità politica, gli esponenti del cosiddetto “Terzo polo” si sono dimostrati propensi a passare da Azione a Italia Viva, e viceversa, in una dinamica che rende ancora più complicati i rapporti tra i due ex alleati.

Scambi e dispetti

L’alleanza elettorale tra Azione e Italia Viva è stata siglata ad agosto 2022, quando i due leader hanno annunciato che avrebbero partecipato con una lista comune alle elezioni politiche previste per il 25 settembre di quell’anno. Durante tutta la durata di questo accordo non si sono verificati cambi di casacca tra i due partiti, che però sono iniziati subito dopo la rottura dell’alleanza. 

Per esempio già il 14 aprile 2023, appena un giorno dopo la fine del “Terzo polo”, l’ex senatore di Italia Viva Luigi Cucca è passato ad Azione, di cui è stato poi eletto segretario regionale in Sardegna. Pochi giorni dopo, sempre in Sardegna, altri due politici sono passati dal partito di Renzi a quello di Calenda: l’ex senatrice Elvira Evangelista e il consigliere regionale Francesco Stara, che aveva aderito a Italia Viva nel 2019. 

Un passaggio simile era avvenuto anche prima della nascita del “Terzo polo”. A febbraio 2022 infatti un altro ex senatore di Italia Viva, Leonardo Grimani, era passato al partito di Carlo Calenda dopo un breve periodo nel gruppo Misto. 

Gli “scippi” di Italia Viva

In direzione opposta, i primi passaggi da Azione a Italia viva sono stati quello dell’ex vicesegretario regionale in Campania di Azione, Matteo Emanuele Maino, passato a Italia Viva a maggio 2023, e quello dell’ex sindaca di Arenzano Maria Luisa Biorci, in precedenza esponente del direttivo del partito di Calenda. 

Per quanto riguarda i parlamentari in carica, invece, la prima a compiere un cambio di casacca interno all’ex “Terzo polo” è stata la deputata Naike Gruppioni, eletta con Azione e poi passata a Italia Viva a maggio 2023 insieme alla consigliera regionale dell’Emilia-Romagna Giulia Pigoni. «Diamo il benvenuto a due straordinarie professioniste della politica», aveva detto Renzi nella conferenza stampa in cui aveva annunciato gli ingressi della deputata e della consigliera regionale. Parlando delle motivazioni alla base della loro uscita da Azione, Gruppioni aveva menzionato Calenda, che secondo la deputata non sarebbe «la persona adatta a gestire» un partito, al contrario di Renzi, considerato invece «aperto al dialogo e al confronto con tutti». 

La reazione di Calenda non si era fatta attendere: «Abbiamo appreso stamattina da un giornale di questo “scippo”. Faccio i migliori auguri a Naike. Ogni scelta è legittima e rispettabile», aveva commentato Calenda su Twitter la scelta di Gruppioni. Il 17 maggio, in un’intervista al Resto del Carlino, il senatore di Azione Marco Lombardo aveva detto che quelle di Gruppioni e Pigoni erano «scelte fatte solo secondo convenienza». Già assessore al Lavoro del Comune di Bologna, Lombardo è stato nominato commissario regionale di Azione in Emilia-Romagna in sostituzione di Pigoni, che era segretaria del partito nella regione. 

Maggio 2023 è stato un mese piuttosto duro per Azione. Lo stesso giorno di Gruppioni e Pigato, infatti, anche il segretario di Azione a Firenze Franco Baccani ha annunciato l’adesione al partito di Renzi, mentre il 17 maggio 38 membri del direttivo di Azione a Modena e il segretario del partito in Piemonte Franco Susta si sono dimessi. Il 19 maggio invece sette componenti dell’ex segreteria di Azione a Roma sono passati a Italia Viva, ma il partito di Calenda ha continuato a perdere pezzi importanti anche nei mesi successivi: su tutti la deputata Isabella De Monte, eletta in Friuli-Venezia Giulia con Azione e passata tra le file del partito Renzi lo scorso settembre. 

A novembre poi i due partiti si sono separati ufficialmente anche in Parlamento: attualmente il gruppo di Italia Viva alla Camera è formato da nove deputati, mentre al Senato il gruppo è composto da sette senatori, tra cui lo stesso Renzi. Azione al Senato non ha un gruppo autonomo (per il quale servono almeno sei senatori) e i suoi quattro senatori, compreso Calenda, formano una componente del Gruppo Misto. Alla Camera il partito di Calenda ha un gruppo autonomo, composto da 13 deputati. 

La risposta di Azione

Nonostante le defezioni, anche il partito di Calenda è riuscito a infliggere qualche “colpo” all’ex alleato. A gennaio 2024, infatti, sono entrati in Azione due ex esponenti di primo piano del partito di Renzi: l’ex presidente di Italia Viva Ettore Rosato e l’ex ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti. Bonetti e Rosato hanno lasciato Italia Viva rispettivamente a settembre e a ottobre a causa di alcuni contrasti con l’ex presidente del Consiglio (entrambi avevano detto di non voler entrare in Azione, impegno poi disatteso). «Se sei nato comparsa non è che diventi attore protagonista solo chiedendo a un altro di andarsene», aveva commentato Renzi l’uscita dei due parlamentari. «Caro Matteo – gli aveva risposto la stessa Bonetti su X – l’idea che siano tutti comparse tranne te è il problema grande che ha la comunità di Italia Viva con la libertà di pensiero».
In ogni caso, i toni si sono stemperati dopo l’ufficialità del passaggio di Rosato e Bonetti con Azione. Renzi ha infatti chiesto «massimo rispetto per tutte e tutti quelli che se ne sono andati e se ne andranno», sottolineando comunque che «la gratitudine non è una categoria della politica».

Ogni voto conta

Al di là dell’opinione del leader di Italia Viva, anche a causa di questi avvicendamenti da un partito all’altro, i rapporti tra Renzi e Calenda continuano a essere complicati. Dietro a questi cambi di casacca non c’è però solo la voglia di fare un “dispetto” all’ex alleato, ma una motivazione politica precisa. Secondo i sondaggi fatti a marzo, Azione e Italia Viva hanno una percentuale di consensi che oscilla tra il 3 e il 4 per cento: entrambi sono vicini alla soglia di sbarramento del 4 per cento prevista per eleggere parlamentari europei alle elezioni dell’8 e 9 giugno. Il passaggio di un politico di primo piano o radicato su uno specifico territorio, da un partito all’altro, potrebbe garantire a quel partito un cospicuo numero di consensi, utile per raggiungere la soglia del 4 per cento.

Proprio in quest’ottica, in questi giorni Italia Viva ha annunciato un’alleanza elettorale con Più Europa, il partito europeista di Bonino. Questo accordo non è piaciuto all’ormai ex presidente di Più Europa Pizzarotti, che ha lasciato il partito ed è entrato in Azione insieme al vicesegretario di Più Europa Piercamillo Falasca. La contrarietà di Pizzarotti e Falasca è dovuta alla presunta presenza, all’interno della lista congiunta tra Italia Viva e Più Europa, di candidati vicini a politici «molto distanti dal nostro modo di fare politica» come l’ex presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro, condannato in via definitiva per favoreggiamento alla mafia (Cuffaro è tornato a fare politica dopo aver scontato la pena in carcere). L’11 aprile il partito di Renzi ha precisato in  una nota che «non ci sarà alcun accordo tra Italia Viva e Cuffaro per le prossime europee».

Insomma, anche se in maniera indiretta, Renzi e Calenda continuano a “scipparsi” politici e candidati, e non è escluso che in futuro assisteremo ad altri cambi di casacca del genere. Di recente lo stesso Calenda ha dichiarato più volte che per Bonino e Più Europa la porta di Azione «non è aperta: è spalancata».

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