C’è un numero – o meglio, uno slogan – che in questi anni ha accomunato Giuseppe Conte, Matteo Renzi, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Tutti e quattro hanno annunciato, in momenti diversi della loro carriera politica, di aver creato «un milione di posti di lavoro» quando sono stati al governo, gonfiando però di parecchio i risultati realmente ottenuti e le promesse fatte ai loro elettori.
L’ultimo in ordine temporale a essersi aggiunto alla lista è stato il presidente del Movimento 5 Stelle. Da oltre un anno Conte ripete che il Superbonus 110 per cento ha creato «un milione di posti di lavoro», e usa questo numero per criticare il governo Meloni e le modifiche fatte al bonus edilizio. Renzi continua invece a sostenere che la riforma del lavoro fatta quando era presidente del Consiglio (il cosiddetto “Jobs Act”) ha creato oltre «un milione di posti di lavoro». Il leader di Italia Viva lo ha scritto di recente, il 3 aprile su X, per criticare il segretario della Cgil Maurizio Landini, ma basta una breve ricerca sui social network e sul suo sito ufficiale per trovare decine e decine di tweet e interviste in cui Renzi o compagni di partito hanno ripetuto questo numero. Andando più indietro nel tempo, a inizio 2019 Salvini aveva promesso che con “quota 100” – appena introdotta dal primo governo Conte – «un milione di persone» sarebbe andato in pensione lasciando il posto ad altrettanti giovani.
Ma il primo politico ad aver reso famoso questo slogan è stato Berlusconi. Nel 2001, poco prima delle elezioni politiche poi vinte dal centrodestra, l’allora leader di Forza Italia firmò a Porta a Porta un «contratto con gli italiani», prendendo l’impegno di creare «un milione e mezzo di posti di lavoro». Più di vent’anni dopo, a poche settimane dall’insediamento del governo Meloni, a novembre 2022 Berlusconi ha annunciato una proposta – in realtà piuttosto vaga nei contenuti – per ridurre la burocrazia e creare, ancora una volta, più di «un milione di posti di lavoro».
L’ultimo in ordine temporale a essersi aggiunto alla lista è stato il presidente del Movimento 5 Stelle. Da oltre un anno Conte ripete che il Superbonus 110 per cento ha creato «un milione di posti di lavoro», e usa questo numero per criticare il governo Meloni e le modifiche fatte al bonus edilizio. Renzi continua invece a sostenere che la riforma del lavoro fatta quando era presidente del Consiglio (il cosiddetto “Jobs Act”) ha creato oltre «un milione di posti di lavoro». Il leader di Italia Viva lo ha scritto di recente, il 3 aprile su X, per criticare il segretario della Cgil Maurizio Landini, ma basta una breve ricerca sui social network e sul suo sito ufficiale per trovare decine e decine di tweet e interviste in cui Renzi o compagni di partito hanno ripetuto questo numero. Andando più indietro nel tempo, a inizio 2019 Salvini aveva promesso che con “quota 100” – appena introdotta dal primo governo Conte – «un milione di persone» sarebbe andato in pensione lasciando il posto ad altrettanti giovani.
Ma il primo politico ad aver reso famoso questo slogan è stato Berlusconi. Nel 2001, poco prima delle elezioni politiche poi vinte dal centrodestra, l’allora leader di Forza Italia firmò a Porta a Porta un «contratto con gli italiani», prendendo l’impegno di creare «un milione e mezzo di posti di lavoro». Più di vent’anni dopo, a poche settimane dall’insediamento del governo Meloni, a novembre 2022 Berlusconi ha annunciato una proposta – in realtà piuttosto vaga nei contenuti – per ridurre la burocrazia e creare, ancora una volta, più di «un milione di posti di lavoro».