Bonino critica Meloni e Schlein per una scelta che anche lei ha fatto in passato

Oggi ripete che «chi si candida in qualsiasi istituzione europea poi deve compiere quel mandato», ma nel 1994 rinunciò al seggio al Parlamento europeo
Ansa
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In questi giorni l’ex ministra e leader di Più Europa Emma Bonino ha criticato più volte un’eventuale candidatura alle elezioni europee della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Entrambe infatti ricoprono incarichi incompatibili con quello di parlamentare europeo e se saranno elette con tutta probabilità rinunceranno al seggio appena ottenuto. Da qui arrivano le critiche di Bonino, che ha già annunciato che non si candiderà a giugno 2024.

«Chi si candida in qualsiasi istituzione europea poi deve compiere quel mandato», ha dichiarato Bonino in un’intervista del 14 gennaio a la Repubblica, aggiungendo che le candidature di Meloni e Schlein sarebbero «una presa in giro», visto che gli elettori «votano una persona e poi se ne ritrovano un’altra». Il giorno dopo la storica esponente dei Radicali ha ribadito lo stesso concetto in un’intervista con il Quotidiano Nazionale

La scelta di candidarsi per poi rinunciare al seggio è un vecchio vizio della politica italiana alle elezioni europee. Tanto vecchio che 30 anni fa anche Bonino ha fatto una scelta di questo tipo, nonostante oggi critichi Meloni e Schlein.

Le europee del 1994

Alle elezioni europee del 12 giugno 1994 Bonino si è candidata in quattro delle cinque circoscrizioni elettorali con la lista “Pannella-Riformatori”, che prendeva il nome dal leader radicale Marco Pannella. Un paio di mesi prima Bonino era stata eletta deputata, ma all’epoca un parlamentare italiano poteva ricoprire anche l’incarico di parlamentare europeo. L’incompatibilità tra i due ruoli è stata infatti introdotta nel 2004: prima di quell’anno i politici potevano esercitare una sorta di “doppio mandato”, ricoprendo contemporaneamente un ruolo nel Parlamento italiano e un ruolo in quello europeo.

Nella tornata elettorale del 1994 la lista “Pannella-Riformatori” ottenne due seggi al Parlamento europeo. Pannella risultò eletto in due circoscrizioni, quella dell’Italia Centrale e quella dell’Italia Nord-Occidentale, e scelse il seggio ottenuto nella prima circoscrizione. In questo modo liberò un posto nella circoscrizione Nord-Occidentale, dove il secondo candidato per numero di preferenze nella lista “Pannella-Riformatori” era Bonino, che prese quasi 24 mila voti.

Al Parlamento europeo, però, non andò Bonino ma il candidato Gianfranco Dell’Alba, che prese circa 1.500 preferenze, sesto per numero di voti dietro anche a Marco Taradash, Olivier Eduard Dupuis e Vittorio Pezzuto. 
Immagine 1. Le preferenze prese dai primi sei candidati della lista “Pannella-Riformatori” nella circoscrizione Italia Nord-Occidentale – Fonte: Eligendo, Ministero dell’Interno
Immagine 1. Le preferenze prese dai primi sei candidati della lista “Pannella-Riformatori” nella circoscrizione Italia Nord-Occidentale – Fonte: Eligendo, Ministero dell’Interno
Nonostante non ci fosse un’incompatibilità tra la carica di deputata e quella di parlamentare europea, Bonino rinunciò quindi al seggio, così come gli altri suoi compagni di lista arrivati davanti a Dell’Alba. 

Fonti di Più Europa hanno spiegato a Pagella Politica che nel 1994 Bonino e Taradash – anche lui deputato – si candidarono alle elezioni europee «così come fecero leader ed esponenti di altri partiti» e i radicali decisero di non attuare il “doppio mandato”: «Bonino, eletta nel Parlamento nazionale, decise per serietà già all’epoca che servisse seguire un incarico per svolgerlo responsabilmente e quindi si dimise in favore di Gianfranco Dell’Alba». Qualche mese dopo le elezioni europee, a ottobre 1994 Bonino fu nominata commissaria europea alla Pesca, alla Politica dei consumatori e agli Aiuti umanitari d’urgenza. Entrò in carica a gennaio 1995, quando cessò in anticipo il suo incarico di deputata.

Bonino ha partecipato a quasi tutte le nove elezioni europee che si sono tenute fino a oggi. Nel 1979 è stata eletta parlamentare europea, così come nel 1984. Nel 1989 non si è candidata, mentre nel 1994 ha rinunciato al seggio, come abbiamo visto. Nel 1999 e nel 2004 è stata eletta come capolista della “Lista Emma Bonino”, andando poi al Parlamento europeo, mentre nel 2009 non è riuscita a farsi eleggere. Nel 2014 non si è candidata. Nel 2019, quando era senatrice e quindi ricopriva una carica incompatibile con quella di parlamentare europeo, Bonino si è candidata come capolista nella circoscrizione Italia Centrale per la lista “Più Europa-Italia in comune-Pde Italia”, senza essere eletta (quindi non dovendo rinunciare all’incarico in Parlamento).

Ricapitolando: oggi Bonino dice a Meloni e Schlein che non dovrebbero candidarsi alle elezioni europee perché con tutta probabilità rinuncerebbero al seggio. Secondo la storica esponente radicale, se uno si candida al Parlamento europeo, «poi deve compiere quel mandato». Nel 1994, però, la già deputata Bonino fu eletta parlamentare europea, ma rinunciò al seggio, anche se all’epoca non c’era l’incompatibilità tra i due incarichi.

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