Chi è favorevole, e chi no, ad abbassare la soglia di sbarramento alle elezioni europee

Se ne parla in questi giorni, anche se il voto si terrà tra dieci mesi. Per ora Lega, Forza Italia e Italia Viva dicono di essere contrari a portare il limite al 3 per cento. Fratelli d’Italia, invece, che cosa ci guadagnerebbe?
Ansa
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Il 4 settembre varie fonti stampa hanno dato la notizia secondo cui i partiti che sostengono il governo Meloni vorrebbero abbassare la soglia di sbarramento per le elezioni europee di giugno 2024. La notizia era già stata anticipata lo scorso 18 luglio dal Quotidiano Nazionale. Al momento la soglia sotto cui i partiti non possono eleggere rappresentanti al Parlamento europeo è al 4 per cento: la proposta sarebbe quella di abbassarla di un punto percentuale, portandola al 3 per cento. Il giorno dopo sia la Lega sia Forza Italia si sono però detti contrari a modificare questa soglia, mentre Fratelli d’Italia è aperto alla discussione.

Per abbassare la soglia di sbarramento alle elezioni europee è necessario comunque che il Parlamento approvi una legge per modificare le regole a oggi in vigore, ma finora non è stata depositata nessuna proposta di legge su questo tema. 

Il sistema per le elezioni del Parlamento europeo si basa su una legge elettorale proporzionale e non sono previste coalizioni. In altre parole ogni partito a livello nazionale elegge un numero di parlamentari europei in proporzione ai voti ottenuti. I parlamentari europei sono 705 e ogni Stato membro ne elegge un numero prestabilito in base alla sua popolazione. Alle ultime elezioni europee del 2019 l’Italia ha eletto 73 parlamentari, passati a 76 dopo l’uscita dal Parlamento Europeo dei rappresentanti del Regno Unito in seguito alla Brexit. Le regole europee stabiliscono che ogni Stato può fissare una propria soglia di sbarramento, a patto che non superi il 5 per cento. Come anticipato, la soglia di sbarramento italiana è al momento al 4 per cento ed è prevista dalla legge che regola le elezioni per il Parlamento europeo in Italia, approvata nel 1979. Per abbassare la soglia di sbarramento per le elezioni europee i partiti devono dunque presentare in Parlamento un progetto di legge per modificare le norme in vigore. Per diventare legge a tutti gli effetti, il testo dovrà poi essere approvato nella stessa versione sia dalla Camera sia dal Senato. 

Il dibattito nella maggioranza, e non solo

Abbassare dal 4 al 3 per cento la soglia di elezione è quindi una scelta legittima, che il governo può adottare in autonomia senza dover ottenere il via libera da parte delle istituzioni europee. 

In entrambe le aule del Parlamento italiano i partiti che compongono il governo Meloni, ossia Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati, hanno una maggioranza piuttosto ampia, ma non tutte le forze politiche del centrodestra sembrano essere d’accordo a modificare la soglia di sbarramento per le europee, anzi. Per esempio il 5 settembre la Lega ha diffuso una nota in cui si definisce contraria: «La modifica della legge elettorale non è una priorità, ma soprattutto è giusto che gli italiani scelgano i propri rappresentanti senza che ci siano aiutini». «Chi ha i voti ottiene il seggio», continua la nota del partito di Matteo Salvini, che ritiene «più ragionevole» alzare la suddetta soglia, dal momento che «consentirebbe di limitare la frammentazione politica che rende il Paese più debole».

Dietro alla presa di posizione della Lega potrebbe esserci un ragionamento di opportunità politica. «Una soglia di sbarramento più bassa favorisce la frammentazione e potrebbe invogliare gli elettori a votare per partiti più piccoli, che con una soglia più alta forse non voterebbero», ha spiegato a Pagella Politica il politologo Marco Valbruzzi, professore di Scienza politica all’Università di Napoli. «La contrarietà della Lega si può dunque spiegare con il fatto che in questo momento il partito di Salvini sta cercando di recuperare voti rispetto a Fratelli d’Italia, ma abbassare la soglia di sbarramento potrebbe essere un invito agli elettori a votare per altri partiti di centrodestra più indietro nei sondaggi, come Forza Italia».

Gli ultimi sondaggi mostrano infatti che la Lega è il partito cresciuto di più ad agosto (+0,9 per cento) rispetto al mese precedente, mentre all’interno della maggioranza Forza Italia ha perso voti (-0,3 per cento), tornando ai livelli precedenti la morte del suo fondatore Silvio Berlusconi. Anche Forza Italia è comunque contraria ad abbassare la soglia di sbarramento. «La questione per noi non esiste: non so da dove sia uscita la notizia, ma al momento non c’è stata nessuna discussione. E se ci fosse noi saremmo contrari», ha detto a Pagella Politica il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli. Tra le forze politiche di maggioranza, quella che potrebbe beneficiare di più di un abbassamento della soglia è Noi Moderati, l’alleanza politica di orientamento centrista guidata da Maurizio Lupi, che però alle ultime elezioni politiche non è arrivata all’1 per cento delle preferenze. 

Ma se Lega e Forza Italia sono contrari ad abbassare la soglia, perché Fratelli d’Italia potrebbe essere favorevole? Al momento non è possibile saperlo con certezza dato che non c’è una proposta ufficiale, ma l’obiettivo del partito di Giorgia Meloni potrebbe essere quello di frammentare l’elettorato dei partiti di opposizione disperdendo una parte di voti del Partito Democratico, che è stabilmente il secondo partito italiano nei sondaggi. Aumentare il numero di partiti che accedono ai seggi italiani del Parlamento europeo potrebbe portare a una diminuzione dei parlamentari eletti tra le file dello stesso partito di Meloni, ma stando alle parole del capogruppo al Senato Lucio Malan Fratelli d’Italia sembrerebbe essere disposto a correre il rischio: «Non abbiamo preclusioni, che vuol dire che non diciamo “no, neanche se ne parla”», ha detto Malan a LaPresse. «Fratelli d’Italia non ha assunto una posizione, anche perché non è stata formalizzata alcuna proposta di legge».

Inoltre, sempre secondo i sondaggi, partiti come Azione, Alleanza Verdi-Sinistra, Più Europa e Italia Viva si aggirano tutti tra il 2 e il 4 per cento delle preferenze: aiutarli a superare lo sbarramento al Parlamento Europeo potrebbe rappresentare un’utile “moneta di scambio” in fase di approvazione della legge di Bilancio, quando le trattative tra governo e opposizione solitamente si intensificano

«Se ci sarà una proposta di legge ufficiale valuteremo il testo e poi voteremo di conseguenza», ha detto a Pagella Politica il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, eletto alla Camera nelle liste di Alleanza Verdi-Sinistra, confermando l’apertura alla discussione sul tema. Al contrario la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita ha scritto su Twitter che il suo partito non è favorevole a modificare la soglia. 

Soglie diverse, risultati diversi

È comunque difficile prevedere con certezza che cosa succederebbe alle prossime elezioni europee se l’Italia abbassasse la propria soglia di sbarramento dal 4 al 3 per cento. In ogni caso è possibile osservare che cosa sarebbe successo se ci fosse stata una soglia più bassa in occasione delle più recenti elezioni europee. Ricordiamo che il sistema elettorale di queste elezioni è proporzionale: ogni partito elegge un numero di rappresentanti in proporzione ai voti ottenuti. Non essendoci nessuna coalizione, un partito che raggiunge la soglia di sbarramento ed elegge uno o più rappresentanti non li “ruba” a una forza politica in particolare, ma a tutte le altre. 

Le ultime elezioni europee si sono svolte a maggio 2019 e sono state vinte dalla Lega, che ha ottenuto più del 34 per cento dei voti, eleggendo 29 europarlamentari tra i 73 inizialmente riservati all’Italia. Al secondo posto è arrivato il Partito Democratico, con quasi il 23 per cento e 17 europarlamentari eletti, e al terzo il Movimento 5 Stelle con circa il 17 per cento e 14 rappresentanti eletti. A seguire, Forza Italia ha preso circa il 9 per cento, eleggendo 7 europarlamentari, mentre Fratelli d’Italia ha preso poco più del 6 per cento e ha eletto 6 rappresentanti. 

All’epoca i partiti che non hanno superato la soglia del 4 per cento sono stati 11: tra questi, solo Più Europa ha ottenuto più del 3 per cento dei voti (circa il 3,2 per cento). In altre parole, se alle elezioni europee del 2019 la soglia di sbarramento fosse stata al 3 per cento, solo Più Europa si sarebbe aggiunta ai partiti che hanno eletto dei rappresentanti al Parlamento europeo. In base alle verifiche di Pagella Politica Più Europa avrebbe eletto tra i due e i tre parlamentari europei tra quelli disponibili per il nostro Paese. Di conseguenza questo avrebbe comportato la perdita dello stesso numero di seggi tra alcuni degli altri partiti che hanno eletto rappresentanti. 

In ogni caso, come spiegato da Valbruzzi l’abbassamento della soglia potrebbe avere l’effetto di portare più voti verso i partiti più piccoli. Un obiettivo più facile da raggiungere (il 3 invece del 4 per cento) contrasterebbe infatti la logica del cosiddetto “voto utile”, ossia la tendenza a votare un partito che si ritiene possa vincere piuttosto che il partito più gradito, ma che appare lontano dalla soglia di sbarramento.

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