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Vero: Schlein era contraria agli accordi con la Libia

| 05 febbraio 2025
La dichiarazione
«Ricordo che il “no” agli accordi con la Guardia costiera libica era uno dei punti scolpiti nella mozione di Elly Schlein»
Fonte: la Repubblica | 5 febbraio 2025
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
Il capogruppo del Partito Democratico al Senato ha ragione
In breve
  • Nella mozione congressuale con cui Schelin si è candidata alla segreteria del Partito Democratico era scritto che il suo partito si sarebbe opposto «agli accordi con paesi terzi come la Libia». TWEET
Il 5 febbraio, in un’intervista con la Repubblica, il capogruppo al Senato del Partito Democratico Francesco Boccia ha commentato la liberazione del carceriere libico Almasri e le presunte responsabilità del governo Meloni nella vicenda. 

Parlando dei precedenti accordi fatti nel 2017 dal governo Gentiloni e sostenuti dal suo partito, Boccia ha rimarcato le differenze tra il Partito Democratico di oggi e quello di otto anni fa. «Ora stiamo parlando del PD di Elly Schlein», ha detto Boccia, aggiungendo che «il “no” agli accordi con la Guardia costiera libica era uno dei punti scolpiti nella mozione» dell’attuale segretaria.

Abbiamo verificato e il senatore del Partito Democratico ha ragione.

Gli accordi con la Libia

Allo scopo di ridurre le partenze di migranti dalle coste libiche verso l’Italia, il 2 febbraio 2017 l’allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il presidente libico Fayez Mustafa Serraj – ex capo del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, ma che controllava solo una parte del territorio nazionale – hanno firmato il “Memorandum d’intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica Italiana”. Uno dei principali artefici dell’accordo è stato l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, esponente del Partito Democratico.

Il testo, composto da otto articoli, impegna l’Italia a fornire mezzi, strumenti e formazione alle autorità libiche impegnate al controllo delle frontiere marittime, allo scopo di intercettare e respingere i migranti in viaggio verso le coste italiane. L’ultimo articolo del memorandum stabilisce che l’accordo «ha validità triennale e sarà tacitamente rinnovato alla scadenza per un periodo equivalente, salvo notifica per iscritto di una delle due Parti contraenti, almeno tre mesi prima della scadenza del periodo di validità». L’accordo inoltre non indica quante risorse economiche l’Italia si è impegnata a dare alla Libia per controllare le frontiere, ma alcune stime parlano di centinaia di milioni di euro.

In questi anni diverse organizzazioni internazionali hanno chiesto all’Italia di non rinnovare questi accordi, dal momento che i migranti trattenuti in Libia vengono sottoposti a una serie di violazioni dei diritti umani, dalla detenzione arbitraria alla tortura. Nonostante le richieste, l’accordo è stato automaticamente rinnovato per altri tre anni nel febbraio 2023. 

La mozione Schlein

Elly Schlein è stata eletta segretaria del Partito Democratico a marzo 2023, dopo aver battuto l’allora presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini alle primarie del partito. Nei mesi precedenti alle elezioni, i candidati alla segreteria del PD avevano pubblicato sul sito ufficiale del partito le loro mozioni congressuali, ossia dei programmi contenenti la linea politica che i vari candidati vorrebbero dare al partito su una serie di temi.

La mozione presentata da Schlein era intitolata “Parte da noi!” ed era lunga 33 pagine. In generale, tra tutte quelle presentate la mozione di Schlein era quella ideologicamente più progressista e vicina alle istanze della sinistra su una serie di temi, dal lavoro all’ambiente, passando per i diritti civili e l’immigrazione.

Proprio all’immigrazione Schlein dedicava un capitolo della sua mozione intitolato “Una nuova visione sulle politiche migratorie e d’accoglienza”. «Il Partito Democratico che vogliamo costruire ha l’ambizione di cambiare le politiche migratorie e dell’accoglienza italiane ed europee», era scritto nel testo di due anni fa. Nello specifico, l’attuale segretaria del PD affermava che con la sua guida il partito si sarebbe opposto «alla politica disumana e illegale di chiusura dei porti, ai blocchi navali e agli accordi con paesi terzi come la Libia per respingere illegalmente le persone verso Paesi in cui sono sistematicamente violati i diritti umani, perché chi è in pericolo va sempre soccorso e salvato». In sostanza quindi la mozione di Schlein esprimeva piuttosto chiaramente la sua contrarietà agli accordi con lo Stato nordafricano, definito un Paese che viola i diritti umani delle persone migranti. 

Il verdetto

Secondo il capogruppo al Senato del Partito Democratico Francesco Boccia la contrarietà agli accordi con la Libia sui migranti era uno dei punti fermi della mozione di Schlein come candidata alla segreteria del PD.

È vero: nella mozione congressuale con cui Schelin si è candidata alla segreteria del Partito Democratico era scritto che il suo partito si sarebbe opposto «agli accordi con paesi terzi come la Libia».

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