I programmi dei candidati alle primarie del Pd a confronto

Che cosa dicono le quattro mozioni presentate da Bonaccini, Schlein, De Micheli e Cuperlo
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Il 2 febbraio il Partito democratico ha pubblicato sul suo sito ufficiale le mozioni dei candidati alla carica di segretario. Le mozioni sono, in sostanza, i programmi di ciascun candidato alla segreteria e affrontano vari temi, dall’organizzazione del partito ai diritti civili, passando per il lavoro. Dal 3 al 12 febbraio le mozioni saranno discusse e votate dagli iscritti del Partito democratico. I due candidati che otterranno più voti si sfideranno nelle primarie del 26 febbraio, che saranno aperte a tutti gli elettori italiani, non solo ai militanti del partito. 

Da quella di Stefano Bonaccini a quella di Elly Schlein, abbiamo messo a confronto le mozioni dei candidati alla segreteria del Pd.

La mozione di Stefano Bonaccini

La mozione di Stefano Bonaccini, attuale presidente della Regione Emilia-Romagna, è la più lunga e si intitola “Energia popolare per il Pd e per l’Italia”. 

Il documento, lungo 44 pagine, è suddiviso in nove capitoli, che affrontano vari temi, dall’organizzazione del partito fino all’obiettivo di conquistare il governo dell’Italia nel 2027, passando per i diritti. La mozione si apre con il saluto dello stesso Bonaccini, che racconta l’inizio della sua carriera politica nella Federazione giovanile comunista italiana (Fgci), la sezione giovanile del Partito comunista italiano. Il documento dedica ampio spazio al lavoro, e in particolare al ruolo degli imprenditori, chiedendo un nuovo «contratto sociale», una nuova intesa tra governo, imprese e lavoratori.

Bonaccini è il candidato alla segreteria del Pd che nella sua mozione nomina di meno la parola “sinistra”: 12 volte, in media circa una volta ogni quattro pagine. Nel suo documento, Bonaccini riprende 11 citazioni di personaggi celebri. Tra queste, c’è una citazione dell’ex segretario del Partito comunista italiano Enrico Berlinguer, una dell’ex presidente del Consiglio Aldo Moro, esponente di punta della Democrazia cristiana, e una dell’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini, storico esponente del Partito socialista italiano. Nella sezione dedicata al Sud Italia, Bonaccini riprende una frase del sociologo ed ex parlamentare del Partito democratico Franco Cassano: «La bellezza tornerà a visitarci». Cassano, morto a febbraio 2021 all’età di 78 anni, era considerato l’intellettuale di riferimento dell’attuale presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e dell’ex presidente Nichi Vendola, già segretario di Sinistra ecologia e libertà. Emiliano sostiene la candidatura di Bonaccini, mentre Vendola non si è espresso a favore di nessun candidato. 

Nella sua mozione Bonaccini riserva poi una grande attenzione agli avversari del Partito democratico: la parola “destra” viene nominata 52 volte, più di una volta per pagina, più di tutti gli altri candidati.

 

Scarica qui la mozione di Stefano Bonaccini

La mozione di Gianni Cuperlo

La mozione presentata da Gianni Cuperlo, deputato del Partito democratico, già candidato alla segreteria del partito nel 2013, è lunga 43 pagine ed è intitolata “Promessa democratica”. 

Dopo la premessa iniziale, il documento di Cuperlo dedica due pagine interamente alla Costituzione, che definisce «la nostra bussola», richiamando una serie di articoli. Tra questi c’è per esempio l’articolo 11, che impone all’Italia il rifiuto della guerra come strumento di offesa. 

La mozione di Cuperlo non presenta citazioni di personaggi celebri ed è l’unica che contiene delle immagini. Dieci pagine del documento sono interamente dedicate alle foto, in cui Cuperlo compare insieme a cittadini, militanti e altri esponenti del Partito democratico. Per quanto riguarda gli altri contenuti, la mozione di Cuperlo si concentra soprattutto sull’organizzazione futura del Pd e chiede, tra le varie cose, di eliminare la possibilità per i dirigenti del partito di svolgere «doppi e tripli incarichi». 

Tra le altre cose, la mozione si concentra sul tema del lavoro, chiedendo l’abolizione del cosiddetto “Jobs act”, la riforma del mercato del lavoro introdotta nel 2014 dal governo guidato da Matteo Renzi. Il documento affronta poi i temi della tutela dell’ambiente e dello stato sociale, il cosiddetto “welfare state”. La mozione di Cuperlo è quella che tra tutte nomina di più la parola “sinistra”: 34 volte, in media quasi una volta per pagina.

 

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La mozione di Paola De Micheli

La mozione della deputata ed ex ministra dei Trasporti Paola De Micheli è intitolata “Concretamente, prima le persone”: è lunga 18 pagine ed è composta da altrettanti capitoli.

Uno dei temi principali della mozione De Micheli è quello del «nuovo umanesimo», che per l’ex ministra significa tornare a mettere al centro del discorso politico la «dignità umana», invece degli «astratti dati economici e modelli finanziari». Questa concezione, espressa recentemente dalla candidata in un’intervista al quotidiano cattolico Avvenire, è propria della cultura cattolico-democratica, molto presente nel testo della mozione. Il documento contiene delle citazioni di Papa Francesco e del filosofo statunitense Michael J. Sandel, considerato vicino al mondo del cristianesimo liberale.

Nella sezione dedicata agli «Stati Uniti d’Europa» viene ripreso un discorso di David Sassoli, mentre Greta Thunberg è menzionata in merito all’importanza di «guardare al futuro con intelligenza». De Micheli propone poi di far valere doppio il voto degli iscritti nelle consultazioni interne del Partito democratico e di ripristinare il finanziamento pubblico ai partiti. 

Tra le altre cose, la mozione propone la riduzione dell’orario di lavoro, l’introduzione di un reddito universale, per garantire a tutti «una vita dignitosa» e l’introduzione del cosiddetto “ius scholae”, per permettere di ottenere la cittadinanza italiana ai minori stranieri che abbiano frequentato le scuole italiane. Nella mozione De Micheli viene poi data molta attenzione al tema della transizione ecologica, mentre non c’è alcun riferimento ai diritti della comunità Lgbt.

 

Scarica qui la mozione di Paola De Micheli

La mozione di Elly Schlein

La mozione di Elly Schlein, deputata ed ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, è lunga 33 pagine ed è intitolata “Parte da noi!”, che è anche lo slogan di tutta la sua campagna elettorale verso le primarie del Partito democratico.

Il documento di Schlein è molto articolato e la trattazione degli argomenti è corredata da una lunga serie di dati a supporto delle tesi della deputata. Il testo è definito «un progetto collettivo per cambiare il Pd e l’Italia, una visione di futuro che coniuga giustizia sociale e climatica» al cui centro ci sono «tre sfide cruciali e intrecciate che le destre non nominano mai: disuguaglianze, clima e precarietà».

In generale, la mozione di Schlein è quella ideologicamente più progressista e vicina alle istanze della sinistra: nel testo viene data molta attenzione ai diritti della comunità Lgbt, all’accoglienza dei migranti e alla redistribuzione della ricchezza. Inoltre, questa è l’unica mozione che dedica un capitolo intero alla legalizzazione della cannabis. Schlein propone anche l’introduzione in Italia del cosiddetto “ius soli”, che estenderebbe la cittadinanza a tutti i bambini nati sul suolo italiano.

Per quanto riguarda la questione Ucraina, il documento conferma il supporto al popolo ucraino «senza però rinunciare alla nostra convinzione che le armi non risolvano i conflitti». All’interno del Partito democratico Schlein rappresenta una delle voci più critiche verso l’invio di armi all’Ucraina.

Per quanto riguarda l’organizzazione del partito, la mozione di Schlein propone di adottare il voto online per tutte le votazioni interne, e di riformare il finanziamento pubblico alla partiti attraverso una maggiorazione dell’attuale sistema del 2 per mille. Curiosità: tra i progetti di Schlein c’è anche quello di istituire un «Erasmus Pd», ovvero una serie di esperienze formative all’estero per i giovani iscritti al partito.

 

Scarica qui la mozione di Elly Schlein

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