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Lollobrigida è fuorviante sulla Francia che vuole vietare la carne coltivata

| 02 gennaio 2024
La dichiarazione
«Dopo il nostro stop al cibo sintetico, anche la Francia ha avanzato una proposta di legge per vietare la produzione, lavorazione e commercializzazione di carne sintetica»
Fonte: Agricolae.eu | 31 dicembre 2023
ANSA/GIUSEPPE LAMI
ANSA/GIUSEPPE LAMI
Verdetto sintetico
La dichiarazione del ministro dell’Agricoltura è fuorviante.
In breve
  • Nel Parlamento francese alcuni deputati del partito di centrodestra Les Républicains hanno presentato una proposta di legge per vietare la produzione e il commercio della carne coltivata. TWEET
  • Questa non è un’iniziativa del governo francese, ma di un partito che non esprime ministri. TWEET
  • Il ministro dell’Agricoltura francese Marc Fesneau ha preso una posizione critica verso la carne coltivata, senza però dire che il governo francese è pronto a vietarne produzione e vendita (al momento non ancora legale nell’Unione europea). TWEET
Il 31 dicembre il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha firmato un editoriale su  Agricolae.eu, un’agenzia di stampa che si occupa di agricoltura e alimentazione. Tra le altre cose Lollobrigida ha difeso la proposta di legge presentata in Parlamento dal governo Meloni, e approvata definitivamente a novembre dalla Camera, per vietare la produzione e la commercializzazione in Italia della cosiddetta “carne coltivata” (chiamata impropriamente “sintetica”). «Siamo orgogliosi di poter essere un modello da seguire», ha scritto il ministro, aggiungendo che anche la Francia «ha avanzato una proposta di legge per vietare la produzione, lavorazione e commercializzazione di carne sintetica». 

È davvero così? Il governo francese sta davvero prendendo come modello quello italiano? Abbiamo verificato e la dichiarazione del ministro dell’Agricoltura è fuorviante.

La proposta di legge in Francia

L’iniziativa a cui fa riferimento Lollobrigida è la proposta di legge presentata il 5 dicembre all’Assemblea nazionale francese (l’equivalente della Camera dei deputati italiana) da 25 deputati del gruppo parlamentare dei Les Républicains. I Les Républicains (“I Repubblicani” in italiano) è un partito di centrodestra, fondato dall’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, che nel Parlamento europeo fa parte del gruppo del Partito popolare europeo, lo stesso di Forza Italia. I Repubblicani sono il quarto gruppo parlamentare più numeroso dell’Assemblea nazionale, ma non hanno esponenti che fanno parte del governo guidato da Élisabeth Borne. Il governo Borne, nominato dal presidente Emmanuel Macron, è infatti un governo di minoranza: i partiti che lo sostengono non hanno la maggioranza in Parlamento, ma negli scorsi mesi i voti dei Les Républicains sono stati decisivi su alcuni provvedimenti, come la recente riforma dell’immigrazione.

Al di là delle dinamiche interne al Parlamento francese, c’è una differenza sostanziale tra la proposta di legge presentata dai deputati dei Les Républicains e quella approvata dal Parlamento italiano. La proposta francese per «vietare la produzione, la commercializzazione e la vendita di carne sintetica in Francia» è stata presentata da un partito, mentre quella italiana da due ministri: Lollobrigida e il ministro della Salute Orazio Schillaci. Detta altrimenti, la proposta italiana è stata un’iniziativa del governo, mentre quella francese di un singolo partito, che non ha ministri.

Lo scorso 6 dicembre sul dibattito intorno alla carne coltivata è intervenuto anche il ministro francese dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Marc Fesneau, esponente del partito centrista Mouvement démocrate. In un’audizione alla Commissione Affari economici dell’Assemblea nazionale, Fesneau ha risposto a una domanda di un deputato dei Les Républicains che gli chiedeva se il governo fosse pronto «a prendere misure radicali, come l’Italia, vietando semplicemente il consumo e la commercializzazione» della carne coltivata in Francia. Fesneau non ha risposto dicendo che l’intenzione del suo governo è uguale a quella del governo Meloni: il ministro francese ha dichiarato che formulerà «raccomandazioni» sulla carne coltivata, aggiungendo che «bisogna valutare con precisione le conseguenze, in particolare ambientali,» di questo prodotto. Nella sua risposta Fesneau è stato comunque critico verso chi sostiene con entusiasmo la carne coltivata, dicendo che gli allevamenti tradizionali non vanno penalizzati. Secondo il ministro, uno dei rischi della carne coltivata è quello di dover far affidamento in futuro a poche multinazionali, una posizione ribadita negli scorsi mesi in alcune interviste. 

Ad aprile la Commissione Affari economici del Senato francese ha pubblicato i risultati di un rapporto sulla carne coltivata, dopo aver ascoltato esperti del settore. In breve, secondo il rapporto bisognerebbe rafforzare le procedure per l’autorizzazione di nuovi alimenti, informare meglio i consumatori, proteggere la filiera di produzioni animali e intensificare la ricerca. 

A oggi il commercio della carne coltivata nell’Unione europea non è ancora consentito: se lo diventerà, l’Italia corre il rischio di subire una procedura d’infrazione da parte delle autorità europee, visto che le nuove norme si scontrerebbero con la libera circolazione delle merci. Il 1° dicembre, firmando la promulgazione del disegno di legge sulla carne coltivata, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scritto che il governo Meloni si è impegnato «a conformarsi a eventuali osservazioni che dovessero essere formulate dalla Commissione europea».

Il verdetto

Secondo Francesco Lollobrigida, dopo il divieto proposto dal governo Meloni e approvato dal Parlamento italiano, «anche la Francia ha avanzato una proposta di legge per vietare la produzione, lavorazione e commercializzazione di carne sintetica». Abbiamo verificato e la dichiarazione del ministro dell’Agricoltura è fuorviante.

Nel Parlamento francese alcuni deputati del partito di centrodestra Les Républicains hanno presentato una proposta di legge per vietare la produzione e il commercio della carne coltivata. Questa non è un’iniziativa del governo francese, ma di un partito che non esprime ministri.

Il ministro dell’Agricoltura francese ha preso una posizione critica verso la carne coltivata, senza però dire che il governo francese è pronto a vietarne produzione e vendita.

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