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Lollobrigida non ha letto bene il rapporto Oms sui rischi della “carne sintetica”

| 16 maggio 2023
La dichiarazione
«La carne realizzata in laboratorio ha rischi per la salute, che non denuncio io ma denuncia l’Oms, come potenziali molto pesanti: 53 rischi per la salute nel rapporto Oms»
Fonte: Quarta repubblica – Rete 4 | 15 maggio 2023
ANSA
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Verdetto sintetico
Il ministro dell’Agricoltura omette un dettaglio importante.
In breve
  • Ad aprile l’Oms e la Fao hanno pubblicato un rapporto che analizza gli studi scientifici a disposizione sulla sicurezza alimentare della carne coltivata. TWEET
  • Il documento contiene una lista di 53 “pericoli” (concetto da non confondere con quello di “rischio”) associati alle quattro fasi della produzione di carne coltivata. Ognuno di questi pericoli, però, è presente anche nelle fasi della produzione di carne tradizionale e di altri alimenti. TWEET
Il 15 maggio, ospite a Quarta Repubblica su Rete 4, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha difeso il disegno di legge presentato dal governo, al momento all’esame del Senato, per vietare in Italia la produzione e la vendita della cosiddetta “carne coltivata” (o “sintetica”, come la chiama impropriamente Lollobrigida). A oggi questa carne, che è ottenuta a partire dalle cellule staminali di un animale e non dalla sua macellazione, non è comunque commercializzabile nell’Unione europea, e dunque nemmeno nel nostro Paese.

Tra le varie cose Lollobrigida ha detto (min. 1:04:14) che, secondo un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la «carne realizzata in laboratorio» ha «53 rischi per la salute». Abbiamo verificato che cosa c’è scritto nel testo citato: il ministro ha omesso un dettaglio importante.

Che cosa dice l’Oms

Il rapporto a cui fa riferimento il ministro Lollobrigida è stato pubblicato ad aprile 2023 ed è stato realizzato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) insieme all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao). Nel sommario del documento, intitolato Food safety aspects of cell-based food, le due organizzazioni spiegano che la produzione di carne a partire da cellule animali è considerata una «presunta alternativa sostenibile» ai tradizionali allevamenti di bestiame. Vista la crescita della ricerca in questo settore, l’Oms e la Fao hanno analizzato gli studi scientifici disponibili fino a oggi su «una delle questioni più importanti per i consumatori, la questione della sicurezza alimentare».

Sulla base del lavoro condotto da un gruppo di 23 esperti, il documento contiene una lista di 53 “pericoli” (in inglese hazard) che possono riguardare le quattro fasi della produzione di carne coltivata: la raccolta delle cellule da cui poi ottenere il prodotto finale; la crescita e la produzione di altre cellule; la coltivazione delle cellule; e, infine, la trasformazione delle cellule coltivate in un prodotto alimentare. Qui vanno fatte almeno due osservazioni.

La prima osservazione: il rapporto spiega che non vanno confusi i due termini scientifici hazard e risk (in italiano “rischio”). Un hazard, chiarisce un documento della Fao, è un «agente biologico, fisico o chimico che presente nel cibo può causare un effetto avverso sulla salute». Un risk è invece «una funzione della probabilità di un effetto negativo sulla salute e della sua gravità, in seguito a uno o più pericoli (hazard) nel cibo». Tradotto in parole semplici: i due concetti sono collegati, ma diversi tra loro. Il pericolo indica qualcosa che può causare un danno, mentre il rischio è la probabilità che questo danno si verifichi. «È cruciale che i lettori abbiano una comprensione completa dei due termini e non confondano la lista dei pericoli con quella dei rischi per la salute», precisano Oms e Fao. 

Ma al di là delle questioni terminologiche – e qui entra in gioco la seconda osservazione – la lista dei 53 hazard individuati nel documento non è esclusiva della carne coltivata. Per ogni voce della lista Oms e Fao hanno individuato gli stessi problemi presenti in altri settori alimentari, in particolare quello tradizionale per la produzione di carne da allevamenti. Per esempio la contaminazione con virus e batteri, farmaci veterinari, microplastiche o metalli pesanti riguarda la produzione di carne in generale, non solo quella coltivata. Nella lista non c’è nessun pericolo individuato che non abbia un corrispettivo in altre fasi della produzione tradizionale di cibo. 

Questo aspetto è stato omesso da Lollobrigida nel suo intervento in televisione. Dalle parole del ministro sembra che secondo l’Oms la carne coltivata abbia «rischi per la salute» aggiuntivi rispetto a quelli legati alla produzione tradizionale di carne. Ma al momento, in base alle evidenze scientifiche a disposizione, così non è.

C’è poi un tema di cui ogni tanto si parla «sulla stampa e sui social media», spiegano Oms e Fao, che non rientra nella lista dei pericoli stilata dalle due organizzazioni: il rischio che una delle cellule con cui si è coltivata la carne possa generare tumori nell’organismo di chi l’ha ingerita. Secondo le due organizzazioni, perché ciò accada servirebbe che si verifichino alcuni eventi, la cui probabilità è «estremamente bassa», e il cui verificarsi – cosa ancora più importante – «non è coerente con la comprensione scientifica attuale».

Le due organizzazioni tradizionali invitano comunque a intensificare gli sforzi nella ricerca. «La strada da seguire consiste nel continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo per comprendere se i presunti benefici legati a una maggiore sostenibilità della carne coltivata possano essere effettivamente realizzati», scrivono Oms e Fao nelle conclusioni del rapporto. «Per questo sarà importante osservare attentamente se e in quale misura i cibi a base di cellule coltivate abbiano differenze rispetto ai cibi prodotti in modo tradizionale».

Il verdetto

Secondo Francesco Lollobrigida, un rapporto dell’Oms ha individuato «53 rischi per la salute» legati alla carne coltivata a partire da cellule animali. Abbiamo verificato che cosa dice il documento in questione e il ministro dell’Agricoltura omette un dettaglio importante. 

Ad aprile l’Oms e la Fao hanno pubblicato un rapporto che analizza gli studi scientifici a disposizione sulla sicurezza alimentare della carne coltivata. Il documento contiene una lista di 53 “pericoli” (concetto da non confondere con quello di “rischio”) associati alle quattro fasi della produzione di carne coltivata. Ognuno di questi pericoli, però, è presente anche nelle fasi della produzione di carne tradizionale e di altri alimenti.

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