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Piantedosi sminuisce i migranti che ricevono protezione dall’Italia

| 28 agosto 2023
La dichiarazione
«A meno del 10 per cento di coloro che arrivano in Italia viene riconosciuto lo status di rifugiato. Oltre il 90 per cento è spinto solo da ragioni economiche»
Fonte: Libero | 28 agosto 2023
ANSA/GIUSEPPE LAMI
ANSA/GIUSEPPE LAMI
Verdetto sintetico
Le percentuali del ministro dell’Interno sono sbagliate.
In breve
  • Nel 2022 l’Italia ha concesso lo status di rifugiato in oltre il 14 per cento delle richieste d’asilo presentate per la prima volta. TWEET
  • Il restante 86 per cento non è composto dai cosiddetti “migranti economici”: in un altro 14 per cento dei casi è stata concessa la protezione sussidiaria e in oltre il 20 per cento la protezione per motivi umanitari. TWEET
  • Il 52 per cento delle richieste è stato respinto, percentuale che scende al 28 per cento circa nell’esame degli appelli. TWEET
Il 28 agosto, in un’intervista con Libero, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato che lo status di rifugiato è riconosciuto a «meno del 10 per cento» dei richiedenti asilo che arrivano in Italia, mentre «oltre il 90 per cento è spinto solo da ragioni economiche».

Numeri alla mano, quello che dice il ministro è falso.

Gli esiti delle richieste d’asilo

I dati più aggiornati sulle risposte alle richieste d’asilo presentate all’Italia sono quelli pubblicati da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, e fanno riferimento al 2022. L’anno scorso l’Italia ha preso una decisione su circa 53 mila richieste d’asilo presentate per la prima volta da migranti arrivati nel nostro Paese. In oltre il 14 per cento dei casi è stato riconosciuto al richiedente lo status di rifugiato. Questa è una forma di protezione internazionale che, come spiega il sito del Ministero dell’Interno, viene riconosciuta se c’è il timore che un migrante, ritornando nel suo Paese d’origine, possa «essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinione politica».

Dunque, la percentuale del 14 per cento è più alta del «meno del 10 per cento» indicato da Piantedosi. Il ministro dell’Interno ha poi commesso un altro errore: sulla base dei dati Eurostat è scorretto sostenere che oltre l’85 per cento dei richiedenti a cui non è stato riconosciuto lo status di rifugiato è arrivato in Italia «spinto solo da ragioni economiche».

Nel 2022, infatti, in un altro 14 per cento delle decisioni prese sulle richieste d’asilo è stata riconosciuta la seconda forma di protezione internazionale, la cosiddetta “protezione sussidiaria”. Questa protezione può essere concessa a chi, pur non avendo i requisiti per ottenere lo status di rifugiato, «correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno» tornando nel proprio Paese d’origine. Più del 20 per cento dei richiedenti ha invece ottenuto la protezione per «ragioni umanitarie», ossia la cosiddetta “protezione speciale” che il governo Meloni ha eliminato con il decreto-legge sull’immigrazione approvato dopo il naufragio di Cutro. In base alle norme precedenti, la protezione speciale poteva essere concessa a un migrante se c’erano «fondati motivi di ritenere che l’allontanamento dal territorio nazionale» comportasse «una violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare». In entrambi casi stiamo quindi parlando di persone che non hanno chiesto aiuto per ragioni economiche, o almeno non solo per quello.

Ricapitolando: circa il 52 per cento delle domande d’asilo ha ricevuto una risposta negativa ed è stato respinto. Tra questi possono esserci persone che sono arrivate in Italia solo per ragioni economiche. Spesso, per questo motivo, viene utilizzata l’espressione “migrante economico” per questa fascia di richiedenti asilo, espressione però di cui manca una definizione legale.

Eurostat fornisce anche i dati sulle decisioni dei tribunali per gli appelli dei migranti sulla base della risposta ricevuta alla prima richiesta d’asilo. Nel 2022 l’Italia ha preso una decisione definitiva su oltre 19 mila richieste d’appello: in quasi il 28 per cento dei casi le domande d’asilo sono state definitivamente respinte. Nel restante 72 per cento è stata concessa una qualche forma di protezione.

Il verdetto

Secondo Matteo Piantedosi, «a meno del 10 per cento di coloro che arrivano in Italia viene riconosciuto lo status di rifugiato», mentre «oltre il 90 per cento è spinto solo da ragioni economiche». Abbiamo verificato e quello che dice il ministro dell’Interno è falso.

Nel 2022 l’Italia ha concesso lo status di rifugiato in oltre il 14 per cento delle richieste d’asilo presentate per la prima volta. Il restante 86 per cento non è composto dai cosiddetti “migranti economici”: in un altro 14 per cento dei casi è stata concessa la protezione sussidiaria e in oltre il 20 per cento la protezione per motivi umanitari. Il 52 per cento delle richieste è stato respinto, percentuale che scende al 28 per cento circa se si considera anche l’esame degli appelli.

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