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No, le pensioni da 2.100 euro non saranno tagliate di 100 euro al mese

| 09 dicembre 2022
La dichiarazione
«Le pensioni da 2.100 euro lordi avranno una decurtazione di 100 euro mensili»
Fonte: Hotel Nazionale – Rtv | 8 dicembre 2022
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Verdetto sintetico
Il co-portavoce di Europa verde sbaglia.
In breve
  • Il governo ha proposto di rivedere per il 2023 il meccanismo con cui le pensioni vengono rivalutate per contenere l’aumento dell’inflazione. Tutte le pensioni fino a 2.100 euro lordi mensili aumenteranno almeno del 7,3 per cento. Quelle superiori ai 2.100 euro cresceranno tutte, ma con percentuali via via più basse. TWEET
  • Per avere un ordine di grandezza, una pensione di poco superiore ai 2.100 euro crescerà di quasi 122 euro al mese, e non di oltre 153 euro, cifra che si sarebbe ottenuta con la rivalutazione piena. TWEET
L’8 dicembre, ospite a Hotel Nazionale su Rtv San Marino, il co-portavoce di Europa verde Angelo Bonelli ha criticato il disegno di legge di Bilancio per il 2023, dicendo che «colpisce i ceti sociali più deboli, anche i ceti medi». Secondo Bonelli, il governo Meloni ha infatti deciso che le pensioni da 2.100 euro lordi mensili «avranno una decurtazione di 100 euro» al mese.

È davvero così? Abbiamo verificato e Bonelli sbaglia.

La rivalutazione delle pensioni

L’articolo 58 del disegno di Bilancio, ora all’esame della Camera dei deputati, propone di modificare il meccanismo, già in vigore, con cui il valore delle pensioni viene cambiato di anno in anno per compensare gli effetti della crescita dell’inflazione. Visto che tra il 2021 e il 2022 l’inflazione è aumentata molto, con un decreto del 19 novembre il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stabilito che per il 2023 le pensioni dovranno crescere del 7,3 per cento.

Il governo Meloni ha però deciso che non tutte le pensioni potranno crescere di questa percentuale. In base a quanto proposto nel disegno di legge di Bilancio, aumenteranno del 7,3 per cento (con una rivalutazione piena, ossia del 100 per cento) ​​le pensioni con un valore pari o inferiore a quattro volte la pensione minima, che ha un valore di circa 525 euro al mese. Dunque, aumenteranno del 7,3 per cento tutte le pensioni fino a 2.100 euro lordi mensili (le pensioni minime, nel 2023, aumenteranno un po’ di più, dell’8,8 per cento). 

Tutte le pensioni con un valore superiore ai 2.100 euro lordi aumenteranno comunque, seppure con percentuali via via decrescenti. Le pensioni con un valore pari o inferiore a cinque volte la minima (circa 2.625 euro) avranno una rivalutazione dell’80 per cento, quindi cresceranno del 5,8 per cento, e non del 7,3 per cento. Numeri alla mano, una pensione di poco superiore ai 2.100 euro mensili, per esempio, aumenterà di quasi 122 euro al mese e non di oltre 153 euro, cifra che si sarebbe ottenuta con la rivalutazione piena. Un “taglio” – se così si può chiamare – di 31 euro, e non di «100 euro» come dichiarato da Bonelli. 

Le pensioni con un valore pari o inferiore a sei volte la minima avranno una rivalutazione del 55 per cento (cresceranno del 5,84 per cento), quelle pari o inferiori a otto volte la minima del 50 per cento (+4 per cento), quelle pari o inferiori dieci volte la minima del 40 per cento (+3,65 per cento), quelle superiori a dieci volte la minima del 35 per cento (+2,55 per cento). Numeri alla mano, una pensione oltre i 5.250 euro mensili crescerà di quasi 134 euro: con la rivalutazione piena, sarebbe cresciuta di oltre 383 euro. 

Il 5 dicembre, in un’audizione alla Commissione Bilancio della Camera, l’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb), un organismo indipendente che ha il compito di vigilare sulla spesa pubblica, ha sottolineato che questo meccanismo di rivalutazione «è molto meno favorevole di quello vigente nel 2022 soprattutto per i redditi pensionistici oltre cinque volte» la pensione minima. «Tuttavia, se confrontato con lo schema in vigore nel 2021, esso risulta più favorevole per i redditi pensionistici sino a otto volte la minima e leggermente meno favorevole per quelli al di sopra», ha aggiunto l’Upb. In base alle stime del governo, grazie al nuovo meccanismo nel 2023 lo Stato risparmierà oltre 2,1 miliardi di euro di minore spesa per le rivalutazioni.

Il verdetto

Secondo Angelo Bonelli, con la nuova legge di Bilancio «le pensioni da 2.100 euro lordi avranno una decurtazione di 100 euro mensili». Abbiamo verificato e il co-portavoce di Europa verde sbaglia.

Il governo ha proposto di rivedere per il 2023 il meccanismo con cui le pensioni vengono rivalutate per contenere l’aumento dell’inflazione. Tutte le pensioni fino a 2.100 euro lordi mensili aumenteranno del 7,3 per cento. Quelle superiori ai 2.100 euro cresceranno tutte, ma con percentuali via via più basse. 

Per avere un ordine di grandezza, una pensione di poco superiore ai 2.100 euro crescerà di quasi 122 euro al mese, e non di oltre 153 euro, cifra che si sarebbe ottenuta con la rivalutazione piena.

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