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Non è vero che «quello che la Lega ha proposto, ha realizzato»

| 30 agosto 2022
La dichiarazione
«In passato, sull’immigrazione, su “quota 100”, sulla legittima difesa, sulla flat tax, quello che la Lega ha proposto, ha realizzato» (min. 5:20)
Fonte: Quarta repubblica | 29 agosto 2022
ANSA/CESARE ABBATE
ANSA/CESARE ABBATE
Verdetto sintetico
Il leader della Lega esagera.
In breve
  • La flat tax per tutti, come promesso, non è stata introdotta, ma è stato esteso il regime forfettario al 15 per cento per alcune partite Iva; “quota 100” è stata introdotta non in via strutturale, ma sperimentale, senza i risultati annunciati sul fronte del lavoro; le promesse sulla legittima difesa sono state mantenute, ma solo in parte, così come quelle sull’immigrazione, in particolare per quanto riguarda i rimpatri. TWEET
Il 29 agosto, ospite a Quarta repubblica su Rete4, il leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato (min. 5:20) che in passato quello che il suo partito «ha proposto, ha realizzato», citando come esempio l’immigrazione, la legittima difesa, la flat tax e “quota 100”.

Abbiamo verificato e Salvini esagera le promesse mantenute dal suo partito.

Le pensioni e “quota 100”

Nel programma presentato dalla Lega per le elezioni politiche di marzo 2018, il partito di Salvini prometteva (pag. 5) di introdurre la cosiddetta “quota 100”, per consentire il pensionamento anticipato ai lavoratori con una somma di età anagrafica e contributiva pari a 100 anni. La promessa era contenuta anche nel Contratto di governo firmato da Lega e M5s a maggio 2018.

L’impegno è stato mantenuto solo in parte, consentendo di andare in pensione prima a chi avesse maturato 62 anni di età e almeno 38 anni di contributi. “Quota 100”, introdotta a gennaio 2019, è stata finanziata dalla legge di Bilancio in via sperimentale per tre anni, rimanendo in vigore fino al 2021, mentre nel suo programma la Lega prometteva una misura strutturale.

Secondo un rapporto dell’Inps e dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), pubblicato a giugno 2022, nel periodo di validità di “quota 100” l’Inps ha ricevuto circa 481 mila domande di pensionamento, di cui «poco meno di 380 mila sono state accolte, ampiamente al di sotto di quelle attese» e di numeri rilanciati nel 2019 da alcuni esponenti della Lega.

In passato, Salvini ha più volte ripetuto che le persone andate in pensione anticipata sarebbero state sostituite sul mercato del lavoro dall’ingresso dei giovani. Numeri alla mano, anche il ricambio è stato inferiore alle attese.

La flat tax, che non è una flat tax

Nel programma del 2018, con la cosiddetta “flat tax”, la Lega prometteva (pag. 3) di «riformare» le imposte sui redditi, di «superare il sistema ad aliquote multiple, scaglioni, detrazioni, deduzioni e bonus» e di «introdurre un’unica aliquota», con un valore pari al 15 per cento. Il riferimento alla flat tax era presente anche nel Contratto di governo tra Lega e M5s, dove però si parlava di due aliquote: una al 15 per cento, l’altra al 20 per cento. 

In questo caso, la promessa non è stata mantenuta. Con la legge di Bilancio per il 2019, il primo governo Conte ha esteso il già esistente regime forfettario del 15 per cento alle partite Iva con un reddito fino ai 65 mila euro all’anno. 

A novembre 2020 Salvini, insieme ai senatori Armando Siri e Massimiliano Romeo, ha depositato in Senato un disegno di legge che specifica qual è il progetto della Lega per l’introduzione di una vera e propria flat tax per tutti – dipendenti, pensionati e autonomi – al 15 per cento. Secondo la proposta della Lega, che ha costi stimati intorno ai 60 miliardi di euro l’anno, andrebbe introdotta una fase transitoria, dove sarebbe in vigore un sistema composto da 18 aliquote.

La riforma della legittima difesa

Nel suo programma del 2018, la Lega prometteva (pag. 14) di «riformare la legittima difesa», impegno ribadito anche nel Contratto di governo con il Movimento 5 stelle, «con divieto di appello in caso di assoluzione in primo grado ed esclusione del risarcimento danni per il ladro e/o i parenti salvo che per grave errore inescusabile».

Il 28 marzo 2019 è stata approvata una legge sulla legittima difesa, che ha modificato l’articolo 52 del Codice penale rendendo «sempre» sussistente il rapporto di proporzionalità tra offesa e difesa per chi reagisce con un’arma legalmente detenuta a un’intrusione all’interno della propria abitazione o del proprio negozio.

Come abbiamo spiegato in passato, il rafforzamento della parola “sempre” sembra non aver comportato alcun cambiamento concreto: i requisiti di un pericolo attuale e della necessità della difesa sono rimasti inalterati, e la proporzione fra offesa e difesa deve comunque essere valutata da un giudice sulla base di tutti gli altri requisiti previsti dal codice nel corso del processo.

La promessa di introdurre il «divieto di appello in caso di assoluzione in primo grado» non è stata mantenuta. 

Le promesse sull’immigrazione

Il programma della Lega per le elezioni del 2018 conteneva (pag. 6) tre pagine di proposte per contrastare l’immigrazione irregolare e ridurre il numero degli sbarchi di migranti irregolari sulle coste italiane. 

Per adottare una parte delle misure promesse, mentre Salvini era ministro dell’Interno del primo governo Conte, sono stati approvati i due decreti “Sicurezza”, emanati rispettivamente il 5 ottobre 2018 e il 14 giugno 2019. Entrambi sono stati poi ampiamente modificati – ma non del tutto aboliti – dal secondo governo Conte, sostenuto da Pd e M5s, nell’ottobre 2020

Tra le altre cose, i due decreti prevedevano la cancellazione della protezione umanitaria, il depotenziamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), la possibilità di sanzionare, con multe da 150 mila euro a un milione, i comandanti delle navi che «violano il divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane», e il potenziale sequestro dell’imbarcazione. 

Quando era ministro dell’Interno Salvini ha dunque introdotto novità concrete nella gestione dell’immigrazione, e in quel periodo il numero di arrivi in Italia era effettivamente diminuito (anche se il calo era iniziato negli anni precedenti, quando il Ministero dell’Interno era guidato da Marco Minniti del Pd), ma non ha comunque mantenuto tutte le promesse indicate nel programma del suo partito. Per esempio, nel 2018 la Lega proponeva di «effettuare accordi anche con le tribù del sud della Libia» e di «chiedere la collaborazione della Russia per eventuali accordi con il generale Khalif Haftar», non riconosciuto dalla comunità internazionale; di introdurre una «nuova fattispecie di reato specifica finalizzata a sventare le organizzazioni internazionali per la tratta degli esseri umani»; o di stabilire l’espulsione dei carcerati extracomunitari. 

Inoltre, la Lega proponeva una serie di provvedimenti per far aumentare i rimpatri dei migranti irregolari verso i loro Paesi di origine. Prima delle elezioni del 2018, lo stesso Salvini aveva promesso che, con lui al Ministero dell’Interno, sarebbero stati rimpatriati 100 migranti al giorno. Durante il primo governo Conte, il numero dei rimpatriati era stato di 18 al giorno.

Il verdetto

Matteo Salvini ha dichiarato che «in passato, sull’immigrazione, su “quota 100”, sulla legittima difesa, sulla flat tax, quello che la Lega ha proposto, ha realizzato». Fatti alla mano, il leader della Lega esagera.

La flat tax per tutti, come promesso, non è stata introdotta, ma è stato esteso il regime forfettario al 15 per cento per alcune partite Iva; “quota 100” è stata introdotta non in via strutturale, ma sperimentale, senza i risultati annunciati sul fronte del lavoro; le promesse sulla legittima difesa sono state mantenute, ma solo in parte, così come quelle sull’immigrazione, in particolare per quanto riguarda i rimpatri.

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