I dati sulla natalità e gli altri indicatori demografici pubblicati il 6 marzo 2017 dall’ISTAT sono stati ampiamente ripresi dai mezzi di stampa. Il leader della Lega Nord, in un post su Facebook che contiene anche alcune proposte per contrastare la tendenza al calo demografico, ha scritto che si tratta del “peggior anno di sempre per il minor numero di bambini nati in Italia”. Vediamo se i dati confermano.
La popolazione in Italia cala…
L’istituto nazionale di statistica ha pubblicato una stima della popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2017, insieme a molte altre informazioni sulla demografia nel corso del 2016. Nel corso dell’anno da poco concluso, la popolazione italiana è calata di 86 mila unità (-0,14 per cento) attestandosi a 60.579.000 residenti. È il secondo anno consecutivo di calo: durante il 2015 c’era stata una diminuzione ancora più consistente, di ben 139 mila persone.
Il numero complessivo nasconde diversità a livello regionale: Basilicata e Valle d’Aosta hanno visto un calo del 5,7 per cento nella popolazione residente, mentre la provincia autonoma di Bolzano ha segnato un +6,6 per cento. Ad ogni modo, solo tre regioni centro-settentrionali hanno avuto un saldo positivo nel 2016 (Lazio, Lombardia ed Emilia-Romagna), più le province autonome di Trento e di Bolzano; tutte le altre regioni sono in negativo, componendo quindi il calo a livello nazionale.
…Anche se il motivo non è così chiaro
La variazione della popolazione nel 2016 è frutto di diversi fattori, anche se il motivo del calo non è così evidente. Da un lato c’è la differenza tra le nascite e le morti (il cosiddetto “saldo naturale”) e la differenza tra quanti sono emigrati e quanti invece hanno trasferito la propria residenza in Italia (il cosiddetto “saldo migratorio estero”).
Questi due numeri nel corso del 2016 sono stati più o meno equivalenti, dice l’ISTAT: il saldo naturale è stato di -134 mila unità, mentre il saldo migratorio estero è stato positivo per 135 mila. Il calo complessivo è dovuto allora alle “normali operazioni di assestamento e revisione delle anagrafi”.
Infatti, il saldo migratorio interno – cioè gli spostamenti da una regione all’altra – che ci si potrebbe aspettare uguale a zero, è stato in realtà negativo per quasi 25 mila unità: le note dell’ISTAT spiegano che ciò è dovuto al fatto che c’è un tempo tecnico tra la cancellazione nel comune di partenza e l’iscrizione in quello d’arrivo, e questa differenza influenza le statistiche finali.
L’altro indicatore negativo è il “saldo migratorio per altri motivi”, che ha segnato nel 2016 un consistente -62 mila unità: si tratta in questo caso di correzioni dei registri per ricomparsa di persone in precedenza irreperibili, di residenti cancellati dall’anagrafe perché non in possesso dei requisiti, oppure di non censiti effettivamente residenti.
La dinamica delle nascite
Veniamo alle nascite. Nel 2016 i nati vivi in Italia sono stimati in 474 mila, con un calo in tutto il territorio ad eccezione della provincia di Bolzano.
Le differenze territoriali sono molto marcate. Oggi le regioni più prolifiche sono quelle del Nord, mentre il Mezzogiorno ha i tassi di natalità più bassi: una notevole inversione di tendenza avvenuta negli ultimi vent’anni. L’ISTAT scrive che, se tutta Italia avesse la fertilità della provincia di Bolzano (1,78 figli per donna), sarebbe tra i primi posti in Europa; viceversa, il tasso delle regioni meridionali (il minimo è toccato in Sardegna con 1,07 figli per donna) esteso a tutto il Paese ci porterebbe “all’ultimo posto in Europa e, verosimilmente, nel mondo”.
In numeri assoluti, il calo delle nascite italiano è in corso dal 2009. Il minimo del 2016, che segue altri due anni di record negativi, è il più basso dall’Unità d’Italia, come confermano le serie storiche ISTAT (consultabili qui).
Il primato è tanto più sorprendente se si pensa che nel 1862 la popolazione italiana ai confini attuali era di appena 26,3 milioni di persone, eppure i nati erano poco meno di un milione. Dopo il forte calo degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta – in cui si passò dagli oltre 900 mila nati nel 1971 ai 563 mila di quindici anni più tardi – le nascite si erano stabilizzate intorno alle 530-560 mila l’anno fino agli anni della crisi, che ha prodotto i record negativi degli ultimi anni.
Il verdetto
Matteo Salvini dice che le nascite del 2016 hanno segnato il peggior anno di sempre. In effetti, con 474 mila nati, l’Italia ha marcato un record negativo assoluto dai tempi dell’Unità d’Italia. “Vero” per il leader della Lega Nord.