Nel corso della manifestazione “Futuro Prossimo” a Milano – la presentazione del nuovo movimento politico guidato da Giuliano Pisapia – la Presidente della Camera Laura Boldrini ha parlato delle disuguaglianze in Italia e del loro aspetto geografico. A proposito del Sud Italia ha richiamato alcuni dati: oltre alla minore frequenza universitaria dei giovani meridionali (di cui ci siamo già occupati), ha citato anche il fatto che al Sud si facciano meno figli.
Questa affermazione può stupire, perché nel senso comune le regioni più povere e con vincoli familiari più forti hanno anche famiglie più numerose. Vediamo quindi che cosa dicono i numeri e se in effetti la natalità sia più bassa nel Sud Italia*.
Quanti figli si fanno al Sud?
A guardare i dati, il problema del Sud è anche un problema demografico. Il rapporto 2016 sull’economia del Mezzogiorno curato dalla Svimez (Associazione per lo Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) definisce “preoccupante” la dinamica demografica degli ultimi anni.
Il fenomeno più macroscopico riguarda l’emigrazione interna. Tra il 2002 e il 2014, infatti, il Sud ha visto emigrare verso le regioni del Nord oltre 1,6 milioni di persone: al netto di quanti sono rientrati (973 mila), il saldo è negativo per circa 653 mila persone, tre quarti dei quali giovani.
Questa migrazione interna ha causato “cambiamenti repentini e profondi nella demografia meridionale, che si sono inaspettatamente manifestati nel corso degli anni Duemila”. Uno di questi cambiamenti negativi, e recenti, è il fatto che le donne che risiedono al Sud hanno cominciato a fare meno figli.
Secondo i dati ISTAT più aggiornati, pubblicati a novembre 2016 e riferiti al 2015, le nascite mostrano un calo costante negli ultimi anni in tutta Italia: si è passati dai 576.659 nati del 2008 ai 485.780 di sette anni più tardi. Con il tempo il divario tra Nord e Sud si è accentuato, come mostra il grafico successivo che visualizza i dati dell’istituto di statistica (riportati per comodità anche qui).
Ma il numero che dimostra nel modo più diretto la diminuzione della natalità al Sud è quello dei figli per donna: qui il cambiamento degli ultimi anni è ancora più evidente. Nel 1980, secondo il già citato rapporto Svimez, al Sud il numero medio di figli per donna era di 2,2, mentre al Centro-nord ci si fermava all’1,36. Ancora nel 1995, le regioni del Nord e del centro erano scese intorno a 1,05-1,07 figli, mentre il Sud mostrava un tasso ben più alto intorno all’1,4.
Oggi la situazione si è invertita: la distanza si è assottigliata notevolmente, e le regioni meridionali sono addirittura dietro quelle settentrionali (1,29-1,30 contro 1,41). Da notare che il numero medio di figli per donna è sostanzialmente uguale tra Nord e Sud, a 1,27, per quanto riguarda le donne di cittadinanza italiana: la differenza viene dalle donne di cittadinanza straniera, che al Sud hanno una media di figli di 1,79 (1,95 in Sicilia e Sardegna) mentre al Nord è superiore a due.
Il verdetto
Laura Boldrini ha dichiarato che al Sud “si fanno meno figli”. I dati confermano questa caratteristica demografica: mentre vent’anni fa il numero medio di figli per donna era sensibilmente più alto nelle regioni meridionali, oggi quel numero è sostanzialmente uguale per le donne italiane di Nord e Sud e la popolazione residente straniera fa la differenza, portando nel complesso il Sud sotto la media del resto d’Italia. “Vero” per Boldrini.
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* Consideriamo come “regioni meridionali” le seguenti otto regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, seguendo la divisione territoriale effettuata normalmente dall’Istat.