Le scuole politiche dei partiti sono spesso un fallimento

Azione ha annunciato il nuovo corso intitolato a Rosselli, ma gli esempi recenti non sono tutti di successo, anzi
Ansa
Ansa
Il 10 maggio Azione ha annunciato la nascita della scuola di formazione politica del partito, intitolata a Carlo Rosselli, politico antifascista assassinato dal regime nel 1937. Secondo il partito guidato da Carlo Calenda, la scuola sarà «un’occasione per ripercorrere insieme le radici di ieri e discutere delle sfide del domani».

La scuola di Azione va così ad aggiungersi alle numerose scuole o accademie fondate negli ultimi anni dai partiti con l’obiettivo dichiarato di formare e selezionare la futura classe dirigente. I risultati di queste iniziative sono stati spesso deludenti, con alcune scuole di partito che hanno chiuso dopo la prima edizione.

La “Carlo Rosselli” di Azione

La scuola di Azione sarà divisa in due corsi: un webinar gratuito e aperto a tutti, formato da otto incontri online, e un workshop in presenza riservato agli under 30 della durata di tre giorni, durante i quali «l’attività operativa viene alternata a momenti di confronto con i leader del partito». Al momento non è chiaro quale sarà il costo della scuola e il periodo di svolgimento dei workshop in presenza. Il sito di Azione specifica però che gli obiettivi della scuola sono quelli di diffondere gli «aspetti identitari» di Azione, fornire strumenti per l’attività politica e le campagne elettorali e creare «occasioni di confronto» tra i giovani e la dirigenza del partito. Il giorno dopo l’annuncio della scuola, Calenda ha affermato che in meno di 24 ore le iscrizioni ai webinar gratuiti sono state «più di 1.500, un grande successo».

In generale gli stessi obiettivi animano – o hanno animato – tutte le altre scuole di partito in Italia, a partire dalla celebre “scuola delle Frattocchie”, la scuola di partito del Partito comunista italiano (Pci) che dal 1944 al 1993 formò decine di quadri e dirigenti del partito. Sotto l’etichetta di “scuola” possono essere incluse esperienze diverse tra loro per impegno e tempo richiesto (la scuola di Azione dura tre giorni, quella del Pci durava sei mesi), ma negli ultimi anni vari partiti hanno inaugurato strutture destinate alla formazione politica, con fortune alterne.

#Forzafuturo e l’Accademia di Forza Italia

Uno dei principali sostenitori dell’importanza delle scuole di formazione all’interno dei partiti moderni è stato sicuramente Silvio Berlusconi. Il leader e fondatore di Forza Italia infatti ormai più di 15 anni fa acquistò la celebre Villa Gernetto a Lesmo, in provincia di Monza e Brianza, per farne la sede della sua “università del pensiero liberale”, un progetto di scuola di partito.

Più di recente, nel 2014 il partito di Berlusconi ha aperto a Sirmione, in provincia di Brescia, la scuola #Forzafuturo, ideata e coordinata dall’ex ministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini, ora vicesegretaria e portavoce di Azione. Non ci sono molte informazioni pubblicamente disponibili sul funzionamento di questa scuola (per esempio a quali fasce d’età era rivolta e se era gratuita o meno), ma online è disponibile il calendario della prima edizione. La scuola era strutturata come un evento di tre giorni in cui esponenti di Forza Italia dialogavano su una serie di temi d’attualità, con un intervento di Silvio Berlusconi l’ultimo giorno. Oltre alla prima edizione del 2014, #Forzafuturo è stata organizzata l’anno seguente, ma dal 2016 le attività della scuola sono cessate. 

In collaborazione con i “Club forza Silvio” (comitati locali simili a fan club di Berlusconi) e l’Università telematica Pegaso, nel 2014 Forza Italia aveva organizzato anche l’Accademia Forza Italia, un corso di formazione universitario della durata di 1.500 ore divise in due semestri e pensato per «giovani e cittadini di ogni età, oltre che militanti e dirigenti del movimento politico, che desiderino avvicinarsi alla politica attraverso un’adeguata formazione teorica e pratica». La scuola aveva una quota di iscrizione di 650 euro ma online non sono disponibili notizie sugli esiti del corso né su eventuali edizioni successive. 

Nella brochure di presentazione era stabilito che l’università si riservava la possibilità di non attivare il corso al mancato raggiungimento di 100 partecipanti, ma un articolo di Panorama di luglio 2014 annunciava il successo dell’iniziativa, con «oltre 1.300 adesioni in due giorni, anche da Taiwan, Canada e Malesia». In ogni caso il sito dell’Accademia Forza Italia ha smesso di essere aggiornato già nel 2014 e nel 2022 è stato chiuso.

A marzo 2022 Berlusconi ha fondato un altro corso di studi, questa volta con l’università telematica Unicusano dell’imprenditore Stefano Bandecchi, chiamato “Universitas libertatis”. Questo corso di «alta formazione politica di orientamento liberale, cristiano, garantista ed europeista» si articola in lezioni online, un blog e un forum online, e 12 “lectio magistralis” organizzate proprio a Villa Gernetto. Il corso della Universitas libertatis dura in tutto 1.500 ore e costa 3 mila euro. Secondo gli stessi organizzatori, gli iscritti al primo anno sono stati oltre mille, ma i corsi non sono stati rinnovati per il 2023 a causa di un’inchiesta per evasione fiscale che ha interessato Unicusano e lo stesso Bandecchi. Curiosità: tra i “professori” invitati a tenere una lectio magistralis alla prima edizione del corso c’era anche il presidente russo Vladimir Putin, ma la sua lezione è saltata a causa della guerra in Ucraina.

La “Pier Paolo Pasolini” del Pd

Dalla sua fondazione, avvenuta nel 2008, il Partito democratico ha sempre organizzato eventi dedicati alla formazione politica di iscritti e militanti. Il principale tentativo di inaugurare una scuola di formazione vera e propria è avvenuto nel 2017, quando il partito, all’epoca guidato da Matteo Renzi, ha fondato la “Scuola di formazione Pier Paolo Pasolini”, affidando la direzione allo psicanalista e scrittore Massimo Recalcati. «La scuola è stata concepita come un luogo di riflessione aperto sui grandi temi del mondo contemporaneo», aveva detto Recalcati in occasione dell’apertura della scuola, giustificando l’idea di intitolare il progetto a un intellettuale come Pasolini – scelta che attirò subito diverse polemiche – perché «in lui convergono le anime multiple del Pd: l’anima di derivazione socialista e comunista, quella del cristianesimo e del cattolicesimo sociale e quella ecologista».

La scuola aveva un costo di 200 euro ed era riservata a un massimo di 200 partecipanti, con priorità ai candidati con meno di 30 anni di età. La sede era nei locali della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli a Milano, dove dal 20 maggio al 28 ottobre 2017 hanno avuto luogo le otto giornate di lezione con i relatori previsti dal corso.

Non si sa molto riguardo l’esito del primo corso della “Pier Paolo Pasolini”, per esempio quanti siano stati i partecipanti e quanti di essi abbiano poi iniziato una carriera politica tra le file del Partito democratico. In ogni caso la scuola diretta da Recalcati non è stata rinnovata per una seconda edizione. 

Altri esempi di corsi organizzati dai partiti sono la scuola “Prime donne”, organizzato da Più Europa per promuovere la parità di genere, e la scuola estiva “Meritare l’Europa” di Italia viva, la cui terza edizione, organizzata sull’isola di Ventotene in provincia di Latina, sarebbe dovuta partire nella primavera 2023, ma di cui il partito non dà più notizie da oltre un anno.

Fratelli d’Italia e Alleanza nazionale

Di recente Fratelli d’Italia ha inaugurato alcune scuole e seminari di formazione sparsi sul territorio nazionale, anche se con una dimensione ridotta rispetto alle classiche scuole di partito. Per fare un esempio simile, la federazione torinese del Pd ha aperto di recente una scuola di formazione, ma iniziative di questo tipo rimangono circoscritte a una dimensione locale e non inquadrabili come fenomeno nazionale. 

Una scuola di formazione politica vera e propria è stata quella della Fondazione Alleanza nazionale, fondazione nata nel 2011 in seguito allo scioglimento del partito allo scopo di «conservare, tutelare e promuovere il patrimonio politico e di cultura storica e sociale». La scuola della Fondazione An, la cui ultima edizione è stata quella relativa al biennio 2019-2020, prevedeva un corso della durata di cinque mesi riservato ai giovani tra i 18 e i 35 anni, con lezioni e seminari nella sede del partito in via della Scrofa a Roma.

La scuola mai partita del Movimento 5 stelle

A maggio 2022 il Movimento 5 stelle ha aperto la “Scuola di formazione M5s”, con l’obiettivo dichiarato di «alzare il livello delle competenze» degli iscritti. Durante la conferenza stampa di presentazione della scuola, il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte e l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, oggi deputata, hanno spiegato che prima dell’inizio dei corsi veri e propri, previsti per l’autunno 2022 e dedicati «ad amministratori locali ma anche ai semplici iscritti», sarebbero state organizzate «dieci lezioni di politica», seminari aperti a tutti in cui personalità del partito avrebbero dialogato con economisti, politologi e accademici. 

Le prime cinque lezioni del ciclo di incontri si sono tenute a cadenza regolare, una volta alla settimana, tra maggio e giugno, ma da lì in poi sono cominciati i ritardi. Inizialmente le lezioni rimanenti sono state posticipate a settembre ma, anche a causa delle elezioni politiche, la sesta e la settima lezione si sono svolte nel mese di novembre. Da quel momento le attività della scuola sembrano essersi bloccate: a quasi sei mesi dall’ultima lezione, gli altri incontri previsti dal ciclo introduttivo non hanno ancora una data definita, e allo stesso modo non si sa nulla dell’inizio dei corsi veri e propri. 

Il successo della Lega

Gli esempi fatti finora non devono far pensare che tutte le scuole abbiano avuto vita breve o abbiano avuto poco successo. Di tutt’altra portata è infatti la scuola di formazione della Lega, inaugurata nel 2015 e giunta alla sua ottava edizione nel 2023. Questa scuola, ideata dall’ex senatore Armando Siri, oggi consigliere di Matteo Salvini, consiste in sei giorni di lezioni frontali in cui docenti e ospiti dialogano con gli studenti su una serie di temi, dalla geopolitica all’economia passando per la comunicazione politica e la giustizia. Il corso è aperto a tutti e costa 590 euro, più Iva, ma per chi ha già frequentato il primo anno sono disponibili anche due “percorsi integrativi di formazione”, composti da un ciclo di seminari di approfondimento su temi specifici, come la leadership politica e i fondi europei. Il primo di questi corsi integrativi costa 990 euro, mentre il secondo 450. 

Secondo i dati diffusi dalla stessa scuola, a frequentare il corso di formazione sono stati finora 2.500 studenti: moltiplicando il loro numero per la quota di iscrizione di circa 600 euro si arriva a 1,5 milioni di euro incassati in otto anni, cui vanno aggiunti i ricavi ottenuti dai corsi integrativi. Una curiosità: secondo un’inchiesta della trasmissione televisiva Report, nel 2015 anche Siri avrebbe chiesto a Putin di partecipare alla didattica della scuola leghista con un intervento video. 

La scuola di formazione della Lega è dotata di una struttura collaudata e negli anni vari studenti hanno proseguito l’attività politica, la maggior parte dei quali come amministratori locali. Lo stesso però non si può dire dell’Accademia federale della Lega, una seconda struttura formativa del partito diretta dall’ex senatore Manuel Vescovi e organizzata attraverso le sedi territoriali del partito. Inizialmente, come peraltro previsto dallo statuto della Lega, la partecipazione all’accademia era un requisito preliminare per tutti i candidati alle elezioni amministrative, ma la struttura è stata chiusa a maggio 2022 e attualmente l’unica scuola attiva rimane quella ideata da Siri. Dopo la chiusura dell’accademia leghista, Vescovi ha aperto una sua accademia di formazione politica: il 16 aprile scorso, a Roma, si è tenuto l’evento «gli otto step per vincere le elezioni», una giornata di seminario organizzata dall’ex senatore leghista il cui “pacchetto Gold” (534 euro) oltre al seminario includeva un libro autografato con foto, dedica, pranzo e cena in sala riservata con lo stesso Vescovi.

La scuola di Enrico Letta

Oltre a quella della Lega, l’altra scuola di politica che può contare su un certo seguito è la “Scuola di Politiche” (SdP), fondata nel 2015 dall’ex segretario del Partito democratico Enrico Letta. Questa scuola non è direttamente collegata a un partito politico, ma data la presenza di Letta come fondatore e membro del direttivo è inevitabile vedere un collegamento della scuola con il Partito democratico e il centrosinistra in generale.

L’obiettivo della scuola, giunta nel 2023 all’ottava edizione, è quello di «accrescere le competenze di giovani ad alto potenziale, di età compresa tra i 18 e i 26 anni, migliorandone la capacità di reagire ai mutamenti con consapevolezza e di essere attori di innovazione nella vita professionale, civile e politica». Il corso annuale della Scuola di Politiche è riservato a 100 studenti ed è totalmente gratuito. Le lezioni si svolgono ogni anno tra ottobre e giugno con conferenze, seminari e visite a diverse istituzioni italiane ed europee. Oltre al corso annuale, SdP organizza anche delle “Summer school”, ossia dei corsi estivi di quattro giorni, e i “corsi Impact”, workshop di 40 ore organizzati in diverse parti d’Italia.

In tutto quindi, dalla fondazione a oggi, hanno partecipato ai corsi della scuola fondata da Letta migliaia di studenti, anche se non è facile stabilire quanti di essi abbiano poi effettivamente intrapreso la carriera politica. «È stata sicuramente una bella esperienza, ma non posso dire che mi sia servita a qualcosa», ha detto a Pagella Politica un’ex studentessa della Summer school di Sdp. «Mi sono iscritta perché mi piaceva com’era impostato il corso e perché tra gli ospiti c’erano persone che volevo ascoltare, da Piero Angela a Enrico Mentana, ma più che per seguire le lezioni ho capito che la scuola serve a creare contatti». I partecipanti a questo tipo di corsi fanno perlopiù già politica a livello locale o vengono dal mondo dell’associazionismo e delle istituzioni internazionali. «La maggior parte era tutta gente piuttosto facoltosa, che studiava in università private o faceva tirocini in posti come la Nato», ha dichiarato l’ex studentessa. «Ricordo che uno dei corsi del workshop era una simulazione di un colloquio di lavoro: quando dissi che io avevo poco più di 20 anni e lavoravo per mantenermi gli studi mi hanno guardato come un’aliena». 

SOSTIENI PAGELLA

Leggi ogni giorno la newsletter con le notizie più importanti sulla politica italiana. Ricevi le nostre guide eBook sui temi del momento.
ATTIVA LA PROVA GRATUITA
Newsletter

I Soldi dell’Europa

Il lunedì, ogni due settimane
Il lunedì, le cose da sapere sugli oltre 190 miliardi di euro che l’Unione europea darà all’Italia entro il 2026.

Ultimi articoli