I politici sbagliano spesso le citazioni dei personaggi famosi

Da Einstein a Dostoevskij, da Voltaire a Gandhi: se sentite un politico pronunciare un aforisma, probabilmente l’autore citato non è quello giusto
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Nella mattina di giovedì 4 maggio si è celebrato a Genova l’inizio dei lavori per la costruzione della nuova diga foranea, che una volta terminata sarà tra le più profonde al mondo. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che alla fine del suo intervento ha detto di voler citare una frase di Albert Einstein. «Chi pensa che qualcosa sia impossibile, dovrebbe evitare di disturbare chi ce la sta facendo», ha dichiarato (min. 38:44) Toti, riferendosi a chi critica la realizzazione dell’opera. 

Al di là delle posizioni sull’infrastruttura, non è vero che lo scienziato tedesco, premio Nobel per la fisica nel 1921, sia il padre di questo aforisma. Come spiega infatti Quote investigator, sito specializzato nella verifica delle citazioni attribuite a personaggi celebri, la frase citata da Toti è più spesso attribuita al pensatore cinese Confucio o al drammaturgo irlandese George Bernard Shaw. Quote investigator, senza nominare mai Einstein, spiega che l’aforisma è iniziato a circolare sui quotidiani statunitensi all’inizio del Novecento e poi si è diffuso in varie versioni.

Non è una novità che un politico sbagli ad attribuire una citazione a un personaggio famoso, anzi: in molti altri casi, in passato, chi sta al governo o in Parlamento ha sbagliato citazione o ne ha travisato il significato originario.

Salvini e Walt Disney

Prendiamo per esempio Salvini: il leader della Lega cita spesso nei suoi interventi una frase che lui stesso definisce il suo «motto» e attribuisce a Walt Disney. Secondo Salvini il fondatore della multinazionale statunitense avrebbe inventato l’aforisma: «Se puoi sognarlo, puoi farlo». Non è vero: a smentire questo luogo comune è stato Dave Smith, storico fondatore degli archivi della Walt Disney, morto nel 2019. In un libro pubblicato nel 2012 l’archivista ha spiegato che quella frase l’ha inventata lui per un’attrazione a Epcot, un parco di divertimenti della Disney in Florida.

Gli errori di Renzi

Matteo Renzi è un altro leader di partito che in varie occasioni è inciampato sulle citazioni sbagliate di personaggi famosi. Parlando della guerra in Ucraina, a maggio 2022 l’ex presidente del Consiglio ha per esempio dichiarato in tv che il «grande scrittore» russo Fëdor Dostoevskij «diceva: “Senza la Russia non c’è l’Europa, senza l’Europa non c’è la Russia”». All’epoca avevamo controllato se fosse vero, parlando con alcuni esperti di Dostoevskij: la frase citata da Renzi non compare nell’opera conosciuta dello scrittore russo. In compenso le parole pronunciate dal leader di Italia viva sono molto simili a quelle usate dal presidente russo Vladimir Putin in un articolo scritto a marzo 2007, in occasione dei cinquant’anni dalla nascita della Comunità economica europea (diventata Unione europea nel 1993). Durante lo stesso intervento, Renzi aveva anche detto che Winston Churchill definiva la Russia «un enigma avvolto in un mistero». Non è così: nel 1939 Churchill aveva usato una frase più ricca, definendo la Russia guidata da Iosif Stalin come «un indovinello, avvolto in un mistero, all’interno di un enigma».

In passato il leader di Italia viva aveva attribuito erroneamente allo scrittore statunitense Mark Twain l’aforisma: «Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe», attribuito da altri allo stesso Churchill. In realtà, seppure con una formulazione diversa, la fonte di questa frase è molto probabilmente il poeta e scrittore irlandese Jonathan Swift.

Meloni e l’aforisma di Gandhi

Lo scorso 21 settembre, invece, a pochi giorni dalle elezioni politiche, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha scritto su Twitter: «Gandhi diceva: “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”. Il 25 settembre è vicino». L’attribuzione al politico indiano è però scorretta, come spiega un articolo del 2018 dell’Associated Press. Secondo le verifiche fatte dall’agenzia stampa, Gandhi non è l’autore di quell’aforisma, che sembra essere stato pronunciato per la prima volta nel 1918 da un sindacalista statunitense.
Uno degli aforismi più citati dai politici in Parlamento – e non solo – è quello erroneamente attribuito al filosofo francese Voltaire: «Non condivido la tua opinione ma morirò affinché tu possa esprimerla». Questa frase circola anche in altre varianti, come: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo». Questo aforisma è in realtà stato concepito da Evelyn Beatrice Hall, una scrittrice inglese che visse a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.

Curiosità: nel 2021 Meloni ha reinterpretato in un tweet l’aforisma attribuito a Voltaire per criticare la «sinistra».

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