Sette cose su cui Musk e Salvini la pensano all’opposto

Da mesi il leader della Lega elogia le dichiarazioni del miliardario statunitense, che però ha idee parecchio diverse dalle sue su molte questioni
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«Adoro Elon Musk», scriveva un anno fa su Twitter il leader della Lega Matteo Salvini, commentando l’acquisto del social network (poi ribattezzato X) da parte dell’imprenditore statunitense. «Buona notizia per la rete, per la democrazia e la libertà», aveva scritto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che da mesi elogia le dichiarazioni di Musk. A settembre la Lega ha addirittura candidato il suo nome per il “Premio Sacharov”, conferito dall’Unione europea a chi ha contribuito «in modo eccezionale a proteggere la libertà di pensiero».

Nonostante gli elogi e gli inviti, Salvini e Musk non si sono mai incontrati, sebbene ci sia stata almeno un’occasione per farlo. A giugno, infatti, l’amministratore delegato di Tesla e Space X ha avuto un colloquio a Roma con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il vicepresidente  del Consiglio Antonio Tajani, ma non con Salvini. A dire il vero, se il leader della Lega si trovasse mai a parlare di persona con l’imprenditore statunitense, scoprirebbe di avere idee parecchio diverse da lui su molte questioni.

Visioni opposte

L’interesse della Lega per Musk è cresciuto nel 2022, quando il nuovo proprietario di Twitter (ora chiamato “X”) si è reso protagonista di una serie di dichiarazioni a favore della libertà di pensiero e di parola. A partire dall’anno scorso le pagine ufficiali sui social network di Salvini e della Lega hanno condiviso più volte le dichiarazioni dell’imprenditore su vari temi, dal calo demografico in Italia alla difesa dell’energia nucleare, fino alla situazione dei migranti nel Mediterraneo, evidenziando una certa vicinanza di idee.
In realtà anche i temi su cui Salvini e Musk sembrano essere più d’accordo nascondono differenze sostanziali. Prendiamo l’esempio della natalità. Secondo le ricostruzioni giornalistiche, Musk ha avuto fino a oggi 11 figli, almeno uno dei quali è nato attraverso la cosiddetta “gestazione per altri” (chiamata anche maternità surrogata). Salvini e la Lega sono fortemente contrari a quest’ultimo tipo di procreazione medicalmente assistita, definita un’«idea bestiale e medievale». A luglio la Camera ha approvato un disegno di legge, ora all’esame del Senato, che estende il reato di maternità surrogata, già in vigore in Italia, per chi ne fa ricorso all’estero.
Un altro punto su cui le posizioni di Musk e Salvini non sono allineate riguarda le auto elettriche. L’imprenditore statunitense è amministratore delegato e cofondatore di Tesla, l’azienda specializzata nella produzione di auto elettriche che lo ha reso tra gli uomini più ricchi del mondo, ed è un grande sostenitore della diffusione di questo tipo di vetture sui mercati europei. Al contrario la Lega ha più volte sostenuto che gli investimenti sulle auto elettriche sono «un regalo alla Cina», e lo stesso Salvini ha espresso dubbi sulla sicurezza di queste vetture. L’anno scorso il leader della Lega aveva proposto un referendum contro la proposta di regolamento dell’Unione europea che puntava a vietare dal 2035 la vendita di auto a diesel e benzina, favorendo così le auto elettriche. I parlamentari europei della Lega hanno sempre votato contro questa proposta di regolamento e in passato alcuni esponenti del partito hanno messo in dubbio la sostenibilità ambientale delle auto prodotte da Tesla.

La questione di Taiwan

A proposito di Cina e di «regali» al Paese asiatico, lo scorso settembre ha fatto discutere una frase pronunciata da Musk durante un evento a Los Angeles, dove l’imprenditore ha definito Taiwan «parte integrante della Cina». Da anni la Cina rivendica la sovranità su Taiwan, che invece si governa autonomamente dal 1949, e la frase di Musk è stata criticata dal ministro degli Esteri taiwanese su X. 

Su questo tema la Lega è di tutt’altra idea: spesso ha manifestato vicinanza a Taiwan e al popolo taiwanese, tanto da inviare una delegazione di senatori sull’isola lo scorso giugno. Va detto che Musk intrattiene con la Cina importanti relazioni commerciali: molte delle fabbriche di Tesla si trovano proprio in Asia e lo stesso Musk si reca di frequente in Cina, che in più di un’occasione ha elogiato per i risultati economici raggiunti. Lo stesso non si può dire per Salvini, che ha dedicato diversi tweet polemici contro la Cina, definita da lui stesso «una dittatura».

«Un amore non corrisposto»

Al di là di questi esempi, non è facile tracciare una netta separazione tra le posizioni di Musk e Salvini. «In linea di massima, esclusi alcuni temi specifici come le auto elettriche e la maternità surrogata, è difficile individuare con certezza quali siano le loro differenze di vedute, perché entrambi hanno dimostrato di poter cambiare idea piuttosto velocemente su molti argomenti», ha spiegato a Pagella Politica Fabio Chiusi, giornalista, ricercatore e autore del libro L’uomo che vuole risolvere il futuro. Critica ideologica di Elon Musk (Bollati Boringhieri). «Per esempio Musk si è definito un anarco-socialista libertario e ha detto di aver votato per Joe Biden alle ultime elezioni presidenziali negli Stati Uniti, quindi già questo basterebbe a porlo in contrasto con Salvini», ha aggiunto Chiusi. «Ma è chiaro che negli ultimi mesi in particolare lui e tutto X stiano diventando un megafono dell’ideologia di estrema destra, conservatrice, nazionalista e sovranista: battaglie come quelle sui migranti, il calo demografico e il politicamente corretto ne sono gli esempi».

Nonostante questa tendenza, Salvini e Musk continuano a pensarla diversamente su vari temi, tanto che per Chiusi quello del leader della Lega per il ceo di Tesla e SpaceX è un «amore non corrisposto». Per esempio la battaglia di Salvini contro la legalizzazione della cannabis, e in generale contro ogni droga, troverebbe con tutta probabilità un oppositore proprio nel “libertario” Musk. Qualche anno fa il fondatore di Tesla ha fumato marijuana in diretta durante le riprese di un podcast e l’anno scorso ha chiesto al governo degli Stati Uniti di liberare i detenuti per reati legati alla cannabis. Al contrario la Lega ha storicamente avanzato proposte per rendere più severe le norme contro chi spaccia cannabis.
Musk ha anche detto di essere favorevole al reddito di base universale (in inglese universal basic income), ossia all’erogazione periodica da parte dello Stato di una certa quantità di soldi a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro reddito e se lavorano oppure no. Questa proposta va in una direzione opposta a quella della Lega: è vero che nel 2019 il partito di Salvini ha votato a favore della creazione del reddito di cittadinanza (che non è un reddito di base universale), ma con il governo Meloni lo ha eliminato. Secondo il leader della Lega, va infatti aiutato solo chi non può lavorare, e difficilmente Salvini può quindi sostenere una proposta come quella del reddito di base universale.

Le posizioni su Gaza e Iran

Nel confronto tra Musk e Salvini va comunque considerato che solo uno dei due è un politico – e quindi deve rendere conto di quello che dice a un elettorato – mentre l’altro non lo è, anche se più di una volta ha influenzato la politica e soprattutto l’economia con le sue dichiarazioni. 

Per esempio di recente Musk è stato al centro di una polemica con un ministro israeliano perché ha detto di voler fornire il supporto del suo servizio internet satellitare Starlink alle organizzazioni umanitarie che operano nella Striscia di Gaza. Salvini e la Lega sono invece tra i partiti che più hanno dichiarato il proprio sostegno a Israele.

Qualche giorno fa Musk è stato criticato per aver pubblicato su X una mappa che ironizzava sulle numerose basi statunitensi posizionate lungo i confini dell’Iran, alludendo al fatto che l’Iran volesse la guerra con gli Stati Uniti perché aveva «messo i suoi confini molto vicini alle nostre basi». La mappa condivisa da Musk si è poi rivelata essere falsa, ma per il miliardario in quell’immagine c’era comunque «più di un briciolo di verità». Molto probabilmente entrambe queste uscite non saranno piaciute a Salvini, che durante la manifestazione a favore di Israele del 4 novembre a Milano ha chiesto alle Nazioni Unite di condannare l’Iran e ha definito «fasciste» le persone che manifestano contro lo Stato ebraico. Al contrario Musk ha messo in dubbio che la strategia migliore per Israele, dopo gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, fossero i bombardamenti contro la Striscia di Gaza e i civili.

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