Le posizioni dei partiti sulla maternità surrogata

Dal governo all’opposizione, che cosa ne pensa la politica della gestazione per altri e del riconoscimento dei figli ottenuti con questa pratica
ANSA
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In questi giorni un voto in una commissione del Senato su un regolamento proposto dalla Commissione europea e una circolare del Ministero dell’Interno hanno portato al centro del dibattito politico la cosiddetta “gestazione per altri” o “maternità surrogata”, chiamata “utero in affitto” dai critici di questa pratica. La maternità surrogata è il procedimento con cui una donna mette a disposizione il proprio utero e porta avanti la gravidanza per altri genitori, che possono essere single o coppie, sia eterosessuali che omosessuali. 

In Italia questa pratica è vietata dalla legge n. 40 del 2004, che all’articolo 12, comma 6, stabilisce che «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a un milione di euro». Al di là di questa legge, rimane aperta la questione su come registrare i figli delle coppie, eterosessuali o omosessuali, che hanno fatto ricorso alla maternità surrogata nei Paesi in cui questa pratica è consentita. 

Dai partiti di centrodestra al governo a quelli all’opposizione, abbiamo analizzato quali sono le posizioni in Parlamento su questo tema.

La posizione del governo

I partiti che sostengono il governo di Giorgia Meloni sono fermamente contrari alla gestazione per altri. In questa legislatura esponenti di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno presentato in Parlamento almeno cinque proposte di legge per rafforzare il divieto in Italia di ricorrere alla maternità surrogata e di estenderlo anche per chi vi fa ricorso all’estero. Nella scorsa legislatura la stessa Meloni, deputata di Fratelli d’Italia, ha depositato alla Camera una proposta di legge per applicare le pene stabilite dalla legge n. 40 del 2004 «anche se il fatto è commesso all’estero». Sui profili social dell’attuale presidente del Consiglio si leggono molte prese di posizione contro la maternità surrogata, definita un «abominio» o «mercificazione del corpo delle donne e della vita umana».

Per quanto riguarda la questione delle registrazioni dei figli delle persone che hanno fatto ricorso alla gestazione per altri, la posizione del governo è stata ribadita di recente dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella. Il 19 marzo, ospite a Mezz’ora in più su Rai 3, Roccella ha dichiarato (min. -1:09:02) che secondo il governo l’adozione è l’unico modo con cui chi fa ricorso alla gestazione per altri può vedersi riconosciuto il proprio rapporto di genitore con il figlio o la figlia avuti attraverso la maternità surrogata. Più nel dettaglio, secondo la ministra chi fa ricorso alla gestazione per altri deve «passare attraverso il procedimento» della cosiddetta “adozione in casi particolari”. Questo tipo di adozione prevede, tra le altre cose, la possibilità per i single di adottare un figlio.

La posizione del Partito democratico

Al momento la posizione del Partito democratico nei confronti della gestazione per altri è ancora poco definita, complice anche il recente cambio al vertice, con l’elezione della nuova segretaria Elly Schlein. Lo scorso febbraio, a pochi giorni dal voto delle primarie, Schlein aveva dichiarato a Torcha di essere favorevole alla gestazione per altri, mentre il suo sfidante Stefano Bonaccini, attuale presidente del partito, aveva detto di essere contrario. Il 18 marzo Schlein ha partecipato a una manifestazione a Milano promossa dalle associazioni Lgbtq+ per protestare contro la decisione del Ministero dell’Interno di imporre al comune di interrompere la registrazione dei genitori non biologici nei certificati di nascita di bambini con due padri o con due madri.

Alla Camera il deputato del Pd Alessandro Zan, insieme a 16 compagni di partito, ha presentato a ottobre una proposta di legge che chiede di introdurre il matrimonio tra persone dello stesso sesso e le adozioni anche per le coppie omosessuali.

La posizione del Movimento 5 stelle

Il Movimento 5 stelle ha affrontato, seppure in modo vago, il tema della maternità surrogata nel suo programma elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre 2022. Secondo il partito guidato da Giuseppe Conte, in Italia è necessaria «l’estensione del matrimonio alle coppie dello stesso sesso», e con questa devono essere «loro attributi anche tutti i diritti e i doveri oggi riservati alle coppie di sesso diverso in materia di adozione e di riconoscimento delle figlie e dei figli». «Fermo restando che la pratica della maternità surrogata è vietata in Italia, il prezzo non può essere pagato dai tanti minori che oggi si trovano privi di tutela e legami familiari», si legge nel programma.

La posizione di Azione e Italia viva

La posizione dell’alleanza tra Azione e Italia viva è simile a quella del governo. Il 19 marzo il segretario di Azione Carlo Calenda ha scritto su Twitter che la gestazione per altri «non è una strada eticamente accettabile». «Occorre prevedere la possibilità di adottare per le coppie omosessuali. Dunque adozione, tutela dei figli sempre, ma la gestazione per altri deve rimanere un reato», ha aggiunto Calenda. «Ed è assurdo doverlo spiegare alla sinistra che tutti i giorni tuona contro lo sfruttamento della donna».

Questa posizione è stata ribadita il 21 marzo dalla presidente di Azione Mara Carfagna in un’intervista con la Repubblica. Secondo Carfagna bisogna «semplificare» il meccanismo di adozione per chi ha fatto ricorso alla gestazione per altri e «renderlo più accessibile e più rapido». Carfagna ha comunque ribadito la sua contrarietà alla maternità surrogata e si è detta disponibile a votare con il governo a favore di una legge che punisca chi faccia ricorso a questa pratica all’estero. Nella scorsa legislatura, quando ancora faceva parte di Forza Italia, Carfagna aveva depositato una proposta di legge in questa direzione, che alla Camera era stata accorpata con quella avanzata da Meloni.

In passato, quando era presidente del Consiglio, il leader di Italia viva Matteo Renzi ha dichiarato che le pratiche come l’«utero in affitto» rendono «una donna oggetto di mercimonio».

C’è chi è favorevole

In Parlamento e nell’arco politico c’è comunque una piccola minoranza favorevole a una diversa regolamentazione della gestazione per altri in Italia.

In questa legislatura il segretario di Più Europa Riccardo Magi ha depositato una proposta di legge alla Camera che chiede di modificare la già citata legge n. 40 del 2004. Questa norma stabilisce all’articolo 8 che i bambini nati con le tecniche della procreazione assistita sono riconosciuti come i figli nati nel matrimonio. Magi ha proposto di aggiungere a questo articolo una frase per riconoscere in questo modo anche i figli di chi ha fatto ricorso alla maternità surrogata. Il 20 marzo lo stesso Magi ha scritto su Twitter che la proposta del governo di introdurre «il reato universale sulla gestazione per altri» è una «fesseria giuridica».

Nella scorsa legislatura Magi aveva sottoscritto insieme al segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni una proposta di legge alla Camera per introdurre in Italia la cosiddetta “gravidanza solidale e altruistica”. Con questo termine si fa riferimento alla «gestazione di una donna che sceglie in maniera libera, autonoma e volontaria di ospitare nel proprio utero un embrione ottenuto attraverso le tecniche di fecondazione in vitro e di favorirne lo sviluppo fino alla fine della gravidanza, compreso il parto». Il testo era basato sulle proposte fatte in questi anni da alcune associazioni, come l’Associazione Luca Coscioni, secondo cui il divieto della maternità surrogata in Italia è «contestabile sia dal punto di vista giuridico sia da quello etico».

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