Le idee politiche di Elly Schlein in 10 punti

Dall’ambiente al lavoro, passando per i diritti civili e l’immigrazione: con quali proposte la deputata è diventata la nuova segretaria del Partito democratico
ANSA
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Il voto delle primarie del 26 febbraio ha sancito la vittoria della deputata Elly Schlein, ora nuova segretaria del Partito democratico al posto del segretario uscente Enrico Letta.

Come cambierà il partito sotto la guida di Schlein? È presto per dirlo. Qui abbiamo analizzato in dieci punti la proposta politica con cui la deputata ha vinto le primarie.

Ambiente e cambiamenti climatici

Nel suo primo discorso dopo la vittoria, Schlein ha detto che il suo partito «sarà al fianco di chi lotta per la giustizia climatica» e lavorerà per «una vera e profonda conversione ecologica». Nella sua carriera politica la nuova segretaria del Partito democratico si è spesso occupata della questione ambientale: per esempio durante la sua vicepresidenza della Regione Emilia-Romagna, terminata a novembre 2022, Schlein ha ottenuto la delega alla Transizione ecologica.

Nella sua mozione congressuale, intitolata “Parte da noi!”, Schlein ha dato ampio spazio alla transizione verso forme di energia più sostenibili, proponendo una serie di iniziative: stabilizzare e potenziare il Fondo italiano per il clima, un fondo istituito dalla legge di Bilancio per il 2022 che investiva circa 4 miliardi di euro nell’ambito della sostenibilità ambientale; attuare una “legge sul clima” «che accompagni con investimenti e risorse ogni settore del sistema economico»; proporre nuove politiche industriali che puntino sull’innovazione; investire sulle fonti rinnovabili; introdurre in Italia una legge sul consumo di suolo e una nuova legislazione urbanistica.

Il mondo del lavoro

Insieme al clima, l’altro tema principale della mozione di Schlein è quello che riguarda il lavoro e la lotta alle disuguaglianze. La nuova segretaria ha definito il «contrasto a ogni forma di disuguaglianza e il diritto a un lavoro dignitoso» le «priorità» del nuovo Partito democratico.

Per raggiungere questo obiettivo, Schlein ha proposto di «voltare nettamente pagina dopo gli errori del “Jobs Act”» voluto dal governo Renzi (in seguito al quale la stessa Schlein ha lasciato il Pd nel 2016) e contrastare la precarietà limitando i contratti a termine, abolendo gli stage gratuiti e introducendo il salario minimo. La mozione della nuova segretaria afferma che è «tempo di sperimentare la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario» e di introdurre in Italia la settimana lavorativa di quattro giorni. Schlein è favorevole al reddito di cittadinanza che «va difeso e riformato».

L’immigrazione

Schlein ha vinto le primarie anche con «l’ambizione di cambiare le politiche migratorie e dell’accoglienza italiane ed europee», opponendosi alla chiusura dei porti, ai blocchi navali e agli accordi con Paesi in cui «sono sistematicamente violati i diritti umani». «Ci vorrebbe una missione umanitaria per il soccorso in mare», ha detto Schlein nel suo discorso dopo il voto, ricalcando quanto scritto nella mozione. 

Il programma della segretaria prevede una riforma del regolamento di Dublino sulle domande di asilo (su cui la stessa Schlein ha lavorato in passato quando è stata parlamentare europea), l’ampliamento del modello dell’accoglienza diffusa e l’abolizione della legge “Bossi-Fini” sull’immigrazione. Schlein è favorevole anche al cosiddetto “ius soli”, ossia alla concessione della cittadinanza italiana ai bambini stranieri nati in Italia.

Istruzione e sanità

Nella mozione di Schlein i riferimenti all’istruzione pubblica e alla sanità pubblica sono numerosi. Secondo la nuova segretaria del Partito democratico, l’istruzione di qualità è «un diritto di tutte e tutti», a cui è possibile arrivare solo attraverso un aumento degli investimenti nei servizi per tutti gli studenti, dai nidi alle università. Per Schlein bisogna inoltre «contrastare la retorica del merito, che in assenza di pari opportunità moltiplica e acuisce le disuguaglianze».

Un altro obiettivo della nuova segretaria del Pd è quello di «difendere e rafforzare la sanità pubblica», colmando le risorse insufficienti e la carenza di personale con un aumento dei finanziamenti al settore pubblico.

I diritti civili

Come spiega la sua mozione in vista delle primarie, Schlein vuole costruire un partito «in prima linea per i diritti Lgbtqia+». «Dobbiamo continuare a batterci per una legge contro l’omobilesbotransfobia, l’abilismo e il sessimo, per contrastare le discriminazioni e l’odio che colpiscono ogni giorno le persone», ha scritto la deputata.

Tra le altre cose Schlein è favorevole all’introduzione del matrimonio egualitario, ossia quello tra persone dello stesso sesso, e alla semplificazione dei percorsi di transizione per il cambio di sesso delle persone transgender.

La legalizzazione della cannabis

Tra i quattro candidati alla segreteria del Partito democratico, Schlein è stata l’unica ad aver inserito nella sua mozione la legalizzazione della cannabis.

Un capitolo di “Parte da noi!” è dedicato proprio alla «riforma della legge sulle droghe», che prevede una regolamentazione legale della cannabis, usata sia a scopo ricreativo «in contrasto alle narcomafie», sia in ambito agricolo e industriale ma anche in ambito sanitario, garantendo il fabbisogno terapeutico a chi ne ha bisogno. Schlein è inoltre favorevole alla «decriminalizzazione dell’uso personale» delle sostanze stupefacenti.

La legge sul fine vita

Schlein è favorevole alla legge sul cosiddetto “fine vita”, per esprimere in anticipo quali trattamente medici ricevere in caso di grave malattia. Nella mozione ha proposto di «garantire il diritto delle persone affette da malattie o condizioni cliniche irreversibili che provochino sofferenze insopportabili di richiedere assistenza medica per porre fine volontariamente e autonomamente alla propria vita».

L’autonomia regionale

Nella sua mozione Schlein si è espressa contro il progetto di “autonomia differenziata” presentato dal governo Meloni per dare maggiore autonomia ad alcune regioni. «Combattere le disuguaglianze vuol dire ridurre i divari territoriali. L’Italia va ricucita, non divisa», afferma la mozione della segretaria.

Il ritorno al nucleare

Una delle posizioni di Schlein che più hanno fatto discutere nelle scorse settimane riguarda la sua contrarietà al ritorno della produzione di energia nucleare in Italia. Secondo Schlein i tempi e i costi del ritorno del nucleare «non sono compatibili con gli obiettivi di transizione energetica e di decarbonizzazione». «Gli italiani si sono già espressi contro il nucleare in due diverse occasioni», ha affermato Schlein in un’intervista ad agosto 2022. «Abbiamo da fare un grande piano di industrializzazione green del nostro Paese, che è il Paese del sole, del vento e dell’acqua».

La guerra in Ucraina

Un’altra posizione di Schlein criticata nelle ultime settimane è quella relativa all’invio di armi all’Ucraina.

Nella sua mozione Schlein ha sottolineato che è importante sostenere «il popolo ucraino con ogni forma di assistenza necessaria a difendersi», ma al tempo stesso ha chiesto «un maggiore sforzo politico e diplomatico dell’Unione europea per creare le condizioni che portino alla fine della guerra». La nuova segretaria, che si definisce «pacifista», è convinta che «non saranno le armi a porre fine a questa guerra». La possibilità, finora mai espressa concretamente, che Schlein possa modificare la linea del partito sul posizionamento nella Nato e sugli aiuti all’Ucraina ha portato alcuni membri del Partito democratico a mettere in discussione la loro permanenza nel partito.

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