Il 4 ottobre, ospite di SkyTG24, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato (min. 1:55) l’incidente stradale avvenuto nella serata del giorno prima a Mestre, dove un autobus è caduto da un cavalcavia causando 21 morti e alcuni feriti. «È presto per dare commenti. Sentivo che alcuni vigili del fuoco parlavano del fatto che le batterie elettriche prendono fuoco più velocemente e più rapidamente di altre forme di alimentazione», ha dichiarato Salvini, facendo riferimento al fatto che l’autobus caduto era elettrico. «Questo non so se c’entri: lascio ai tecnici la risposta. Però in un momento in cui qualcuno dice: “Tutto elettrico, solo elettrico”, ovviamente uno spunto di riflessione deve portarlo». Il leader della Lega ha anche escluso che la caduta dell’autobus sia stata dovuta a un problema del guardrail, un elemento ancora da accertare.
Al momento, è bene sottolinearlo, non è infatti ancora chiaro quali siano state le cause dell’incidente. Il comandante dei vigili del fuoco Mauro Longo ha dichiarato a Local Team che le batterie dell’autobus «hanno preso fuoco con l’impatto» e che «hanno delle criticità quando sono calde», smentendo che le fiamme siano scoppiate prima della caduta.
Al di là delle dinamiche dell’incidente di Mestre, che cosa sappiamo sulle batterie elettriche e il rischio di incendi nei veicoli? A oggi, secondo gli studi a disposizione, non è vero che questo rischio sia maggiore rispetto ai veicoli alimentati con i combustibili fossili, come la benzina o il diesel, anzi. In base ai numeri più aggiornati il rischio sembra essere minore, ma vista la scarsa diffusione dei veicoli elettrici è necessario continuare a fare ricerche in questo settore.
Lo scorso giugno i nostri colleghi di Facta.news avevano spiegato che, nonostante i veicoli elettrici non abbiano un serbatoio di carburante infiammabile, possono incendiarsi a causa di un cortocircuito delle batterie che azionano il motore. Secondo un report dei Vigili del Fuoco, un incendio su un veicolo elettrico, come l’autobus caduto a Mestre, può richiedere maggiori risorse per essere spento, rispetto a quanto avviene con un tradizionale veicolo a combustione interna. Sulla base di questo è però «fuorviante affermare che i veicoli elettrici siano più pericolosi di quelli tradizionali», ha sottolineato Facta.news.
Un quadro dettagliato sui dati a oggi a disposizione è contenuto in un recente articolo, pubblicato lo scorso 15 settembre da The Conversation, un sito di informazione su cui scrivono accademici e ricercatori da tutto il mondo. L’articolo in questione è stato scritto da Hussein Dia, professore di Future urban mobility alla Swinburne University of Technology di Melbourne, in Australia. In breve: Dia ha spiegato che a oggi i rischi di incendi riguardano di più i veicoli alimentati a benzina e gasolio, e non quelli elettrici.
Partiamo dalla premessa che non esistono numeri precisi su quanti sono nel mondo gli incendi dei veicoli elettrici: questi mezzi sono sempre più diffusi, ma ricoprono ancora una porzione ridotta del mercato. L’azienda australiana EV Fire Safe, che riceve fondi dal Ministero della Difesa australiano proprio per valutare il pericolo di incendio nei veicoli elettrici, cerca di tenere traccia periodicamente degli incendi che riguardano mezzi alimentati a batteria in tutto il mondo. Consultando fonti online, video e altre voci, a giugno 2023 EV Fire Safe aveva raccolto le notizie su oltre 400 veicoli elettrici bruciati dal 2010 in poi. Una buona parte di questi incendi era legata a incidenti, come per esempio la collisione con altri veicoli.
A maggio 2023 la Swedish Civil Contingencies Agency, un’agenzia che opera sotto il Ministero della Giustizia svedese, ha pubblicato un report dove ha stimato che nel 2022 solo lo 0,004 per cento di tutti gli oltre 600 mila veicoli elettrici in uso in Svezia era stato coinvolto in un incendio di qualche tipo, contro lo 0,08 per cento di quelli alimentati a benzina o diesel. Dunque i veicoli tradizionali hanno registrato una probabilità di incendio 20 volte maggiore. Ricordiamo che la Svezia è uno dei Paesi europei dove l’uso delle auto elettriche è tra i più diffusi.
Anche altre fonti suggeriscono che i veicoli elettrici sono meno pericolosi di quelli a combustione interna. Per esempio un anno fa la società di assicurazioni AutoinsuranceEZ ha pubblicato un rapporto in cui ha calcolato che i veicoli elettrici hanno lo 0,03 per cento di possibilità di incendiarsi, contro l’1,5 per cento dei veicoli con motore a combustione interna. Dello stesso parere è la National Fire Protection Association, un’organizzazione internazionale che si occupa di prevenzione e raccolta dati sugli incendi. Nel 2018 questa associazione ha dichiarato che «un automobilista ha cinque volte più probabilità di subire un incendio in un’auto a benzina convenzionale che in un’auto elettrica».
In ogni caso vari esperti concordano che sia necessario proseguire con la ricerca in questo ambito. «Disponiamo ancora di dati limitati sul rischio di incendio nei veicoli elettrici, la maggior parte dei quali sono relativamente nuovi», ha sottolineato Dia. «Confronti statisticamente più affidabili richiedono più dati su intervalli di tempo molto più lunghi».
Negli ultimi anni hanno iniziato a diffondersi in vari Paesi del mondo notizie fuorvianti, e in certi casi addirittura false, sulle auto elettriche e i pericoli legati ai loro incendi. L’Osservatorio europeo dei media digitali (Edmo), di cui Pagella Politica fa parte, ha spesso individuato notizie di questo tipo nei suoi report mensili.
Al momento, è bene sottolinearlo, non è infatti ancora chiaro quali siano state le cause dell’incidente. Il comandante dei vigili del fuoco Mauro Longo ha dichiarato a Local Team che le batterie dell’autobus «hanno preso fuoco con l’impatto» e che «hanno delle criticità quando sono calde», smentendo che le fiamme siano scoppiate prima della caduta.
Al di là delle dinamiche dell’incidente di Mestre, che cosa sappiamo sulle batterie elettriche e il rischio di incendi nei veicoli? A oggi, secondo gli studi a disposizione, non è vero che questo rischio sia maggiore rispetto ai veicoli alimentati con i combustibili fossili, come la benzina o il diesel, anzi. In base ai numeri più aggiornati il rischio sembra essere minore, ma vista la scarsa diffusione dei veicoli elettrici è necessario continuare a fare ricerche in questo settore.
Lo scorso giugno i nostri colleghi di Facta.news avevano spiegato che, nonostante i veicoli elettrici non abbiano un serbatoio di carburante infiammabile, possono incendiarsi a causa di un cortocircuito delle batterie che azionano il motore. Secondo un report dei Vigili del Fuoco, un incendio su un veicolo elettrico, come l’autobus caduto a Mestre, può richiedere maggiori risorse per essere spento, rispetto a quanto avviene con un tradizionale veicolo a combustione interna. Sulla base di questo è però «fuorviante affermare che i veicoli elettrici siano più pericolosi di quelli tradizionali», ha sottolineato Facta.news.
Un quadro dettagliato sui dati a oggi a disposizione è contenuto in un recente articolo, pubblicato lo scorso 15 settembre da The Conversation, un sito di informazione su cui scrivono accademici e ricercatori da tutto il mondo. L’articolo in questione è stato scritto da Hussein Dia, professore di Future urban mobility alla Swinburne University of Technology di Melbourne, in Australia. In breve: Dia ha spiegato che a oggi i rischi di incendi riguardano di più i veicoli alimentati a benzina e gasolio, e non quelli elettrici.
Partiamo dalla premessa che non esistono numeri precisi su quanti sono nel mondo gli incendi dei veicoli elettrici: questi mezzi sono sempre più diffusi, ma ricoprono ancora una porzione ridotta del mercato. L’azienda australiana EV Fire Safe, che riceve fondi dal Ministero della Difesa australiano proprio per valutare il pericolo di incendio nei veicoli elettrici, cerca di tenere traccia periodicamente degli incendi che riguardano mezzi alimentati a batteria in tutto il mondo. Consultando fonti online, video e altre voci, a giugno 2023 EV Fire Safe aveva raccolto le notizie su oltre 400 veicoli elettrici bruciati dal 2010 in poi. Una buona parte di questi incendi era legata a incidenti, come per esempio la collisione con altri veicoli.
A maggio 2023 la Swedish Civil Contingencies Agency, un’agenzia che opera sotto il Ministero della Giustizia svedese, ha pubblicato un report dove ha stimato che nel 2022 solo lo 0,004 per cento di tutti gli oltre 600 mila veicoli elettrici in uso in Svezia era stato coinvolto in un incendio di qualche tipo, contro lo 0,08 per cento di quelli alimentati a benzina o diesel. Dunque i veicoli tradizionali hanno registrato una probabilità di incendio 20 volte maggiore. Ricordiamo che la Svezia è uno dei Paesi europei dove l’uso delle auto elettriche è tra i più diffusi.
Anche altre fonti suggeriscono che i veicoli elettrici sono meno pericolosi di quelli a combustione interna. Per esempio un anno fa la società di assicurazioni AutoinsuranceEZ ha pubblicato un rapporto in cui ha calcolato che i veicoli elettrici hanno lo 0,03 per cento di possibilità di incendiarsi, contro l’1,5 per cento dei veicoli con motore a combustione interna. Dello stesso parere è la National Fire Protection Association, un’organizzazione internazionale che si occupa di prevenzione e raccolta dati sugli incendi. Nel 2018 questa associazione ha dichiarato che «un automobilista ha cinque volte più probabilità di subire un incendio in un’auto a benzina convenzionale che in un’auto elettrica».
In ogni caso vari esperti concordano che sia necessario proseguire con la ricerca in questo ambito. «Disponiamo ancora di dati limitati sul rischio di incendio nei veicoli elettrici, la maggior parte dei quali sono relativamente nuovi», ha sottolineato Dia. «Confronti statisticamente più affidabili richiedono più dati su intervalli di tempo molto più lunghi».
Negli ultimi anni hanno iniziato a diffondersi in vari Paesi del mondo notizie fuorvianti, e in certi casi addirittura false, sulle auto elettriche e i pericoli legati ai loro incendi. L’Osservatorio europeo dei media digitali (Edmo), di cui Pagella Politica fa parte, ha spesso individuato notizie di questo tipo nei suoi report mensili.