Le posizioni dei partiti sulla nuova guerra tra Israele e Hamas

Tutte le forze politiche condannano gli attacchi dell’organizzazione palestinese, ma sulle responsabilità del conflitto israelo-palestinese hanno idee diverse
Ansa
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Il 7 ottobre le milizie di Hamas hanno attaccato Israele con migliaia di missili e incursioni via terra, causando centinaia di morti. Hamas è un’organizzazione politico-religiosa islamista che governa la Striscia di Gaza dal 2007 ed è considerata un’organizzazione terroristica da alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, e dall’Unione europea. In risposta agli attacchi Israele ha dichiarato lo stato di guerra e ha bombardato la Striscia di Gaza, causando altre centinaia di morti tra i palestinesi.

Le azioni di questi giorni fanno parte del cosiddetto “conflitto israelo-palestinese”, che prosegue dal 1948 a fasi alterne dopo la creazione dello Stato di Israele all’interno del territorio della Palestina. A oggi i Paesi che riconoscono la Palestina come Stato a tutti gli effetti sono 139, ma tra questi non c’è l’Italia.

In seguito ai fatti degli ultimi giorni, il governo italiano di Giorgia Meloni ha condannato l’attacco di Hamas, esprimendo sostegno e vicinanza alla popolazione israeliana, una posizione condivisa in generale da tutti i partiti politici presenti in Parlamento. Allo stesso tempo, però, sia oggi sia negli ultimi anni i partiti hanno espresso idee diverse su quelle che secondo loro sono le responsabilità del conflitto tra Israele e Palestina.

Fratelli d’Italia

Poco dopo la notizia degli attacchi di Hamas in Israele la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tenuto una riunione con alcuni ministri per approfondire «quanto accaduto nelle ultime ore, sia a livello diplomatico che di intelligence». Il giorno successivo Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu, durante il quale la presidente del Consiglio ha ribadito «la piena solidarietà del governo italiano per gli attacchi subiti e la vicinanza ai familiari delle vittime, agli ostaggi e ai feriti». «L’Italia è al fianco del popolo israeliano in questo difficile momento», ha concluso Meloni nella nota ufficiale.

Posizioni simili sono state espresse da altri esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha dichiarato di provare «un grande dolore e una grande preoccupazione per Israele e i suoi cittadini, vittime di un indiscriminato e violentissimo attacco pari a una dichiarazione di guerra». Al netto della posizione presa dal governo italiano, nel 2014 Meloni aveva scritto su Twitter (ora X) che «nessuna causa è giusta quando sparge il sangue degli innocenti», sostenendo la tesi del riconoscimento sia di Israele sia della Palestina, ossia la soluzione dei “due popoli, due Stati”. 
Un anno dopo, quando a febbraio 2015 il governo Renzi aveva approvato due mozioni riguardanti la Palestina, l’allora deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli ne aveva depositato una, poi respinta, per impegnare il governo a «sostenere la causa del dialogo diretto tra le parti coinvolte» per arrivare «in tempi rapidi all’obiettivo del riconoscimento dello Stato palestinese nella condizione di reciprocità con Israele». Una mozione è un testo non vincolante che deve essere approvato dal Parlamento e che ha l’obiettivo di indirizzare la politica del governo su uno specifico argomento.

Lega

Il 7 ottobre il leader della Lega Matteo Salvini ha espresso «sostegno al popolo di Israele, sotto violento e vigliacco attacco da parte di estremisti islamici». Il giorno successivo Salvini ha ripetuto che «il nostro pensiero e la nostra preghiera sono costantemente rivolti al popolo israeliano». La Lega si è sempre espressa a sostegno di Israele, come rivendicato dallo stesso leader. Ad aprile, per esempio, Salvini ha festeggiato i dati dell’Israel Ranking 2023, una classifica stilata dalla European Coalition for Israel per rilevare i partiti che hanno manifestato maggior supporto a Israele nelle votazioni al Parlamento europeo.
L’European Coalition for Israel è una piattaforma di organizzazioni cristiane che si batte contro l’antisemitismo in Europa e per i buoni rapporti tra l’Ue e Israele. «La Lega è il primo partito italiano nel sostegno a Israele al Parlamento europeo, quarta tra tutte le forze politiche del continente», aveva scritto Salvini su X. Nella classifica citata da Salvini la Lega è effettivamente quarta tra i partiti nel Parlamento europeo e prima tra gli italiani davanti a Fratelli d’Italia. Al primo posto c’è il Deutsche Zentrumspartei, partito tedesco di centro e di ispirazione cattolica. 

Nel Parlamento italiano la Lega ha sempre manifestato posizioni pro-Israele, come accaduto con l’esposizione delle bandiere israeliane alla Camera a maggio 2021, mentre nel 2015 l’allora deputato della Lega Gianluca Pini definì «un azzardo pericolosissimo» il riconoscimento unilaterale della Palestina.

Forza Italia

Per quanto riguarda Forza Italia, il segretario del partito Antonio Tajani ha condannato «con la massima fermezza gli attacchi a Israele», affermando che il governo italiano sostiene «il diritto di Israele a esistere e difendersi». Nelle ore successive il ministro degli Esteri ha sottolineato su X che «ogni sforzo sarà a difesa dello Stato d’Israele». A dicembre 2022 Tajani aveva incontrato il suo omologo palestinese Riad Malki, a cui aveva «ribadito la posizione italiana per la soluzione dei due Stati come unica via per una pace duratura tra Palestina e Israele».
Anche per il fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi il diritto di Israele a difendersi non poteva essere messo in discussione. Nel 2018 Berlusconi scriveva su Twitter: «Considero Israele una parte della nostra cultura e della nostra civiltà, un faro di libertà e democrazia nel Medio Oriente» e aggiungeva che «i palestinesi hanno pieno diritto ad avere uno stato pienamente sovrano, a vivere in pace, nel benessere e nella sicurezza, ma che a questo si potrà arrivare solo attraverso un processo di pace che garantisca pienamente i diritti e la sicurezza di tutti». Nel 2012 Tajani aveva espresso una posizione simile: «Israele non può essere cancellato dalla carta geografica, ha diritto a difendersi», per poi precisare che «i palestinesi musulmani e cristiani hanno il diritto di vivere dove sono nati, ma questo non vuol dire eliminare Israele».

Partito Democratico

Sul fronte dell’opposizione, la segretaria del Partito Democratico Elly Schelin ha condannato l’attacco di Hamas contro Israele attraverso i canali social del partito, invitando la comunità internazionale a mobilitarsi per «fermare questa aggressione ed escalation violenta». Il 9 ottobre, in un’intervista a la Repubblica, l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini si è riconosciuto nella linea della segretaria, affermando che la prospettiva del partito sulla questione israelo-palestinese è quella di “due popoli, due Stati”. 
Anche in passato il Partito Democratico si era espresso contro Hamas. L’ex segretario Enrico Letta aveva definito l’organizzazione «contro Israele e contro la Palestina» in occasione di alcuni attacchi avvenuti a maggio 2021, ricordando che la posizione del partito è «per la pace e per due Stati».

Anni fa, invece, l’attuale segretaria Schlein aveva condiviso posizioni più decise sul riconoscimento della Palestina come uno Stato a tutti gli effetti. Nel 2021 Schlein aveva sostenuto che lo scontro tra palestinesi e israeliani non è «alla pari», a svantaggio dei primi. Negli anni precedenti l’attuale segretaria ha condiviso sui social network alcuni post dell’ex deputato del PD Giuseppe Civati, con posizioni pro Palestina. 

Più di recente altri membri del Partito Democratico hanno espresso opinioni critiche nei confronti di Israele. In occasione della campagna elettorale del 2022 Raffaele La Regina, capolista nel collegio plurinominale della Basilicata alla Camera, è stato costretto a rinunciare alla candidatura in seguito alle polemiche per un tweet del 2020 in cui ironizzava sulla legittimità dello Stato di Israele, paragonando la sua esistenza a quella degli alieni. Anche Rachele Scarpa, oggi deputata del PD, era stata criticata per alcune frasi critiche nei confronti di Israele scritte su Facebook a maggio 2021.

Movimento 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle ha condannato le violenze di questi giorni, facendo alcune precisazioni. Il presidente del partito Giuseppe Conte ha condannato «senza se e senza ma» gli «attacchi terroristici» di Hamas, ricordando però che per il suo partito «il popolo palestinese ha il diritto a vivere in pacifica convivenza». Da presidente del Consiglio, nel 2021 Conte ha inviato una lettera a Netanyahu in cui ripeteva come l’Italia sostenesse la formula di “due popoli, due Stati”. In passato, però, il Movimento 5 Stelle aveva posizioni più vicine alle istanze palestinesi: nel 2014 per esempio il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle aveva chiesto di interrompere la vendita di armi a Israele, suscitando accuse di antisemitismo da parte dell’ambasciata israeliana a Roma. 

Nel 2015 invece, la Camera aveva respinto la mozione dell’allora deputato del Movimento 5 Stelle Gianluca Rizzo, che impegnava il governo a «riconoscere pienamente e formalmente lo Stato di Palestina», senza quindi aspettare il riconoscimento da parte di Israele. Al termine delle votazioni alcuni deputati del Movimento 5 Stelle definirono le due mozioni approvate dal Parlamento «un bluff vergognoso», dal momento che per loro era stato negato «il sacrosanto diritto di esistere a un popolo che da 67 anni attende giustizia».

Azione, Italia Viva e Più Europa

Azione e Italia Viva hanno condannato l’attacco terroristico di Hamas ed espresso solidarietà al popolo israeliano. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha ribadito il messaggio espresso durante il suo intervento alla Knesset (il Parlamento israeliano) nel 2015, quando era presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico: «Per me Israele ha il diritto e il dovere di esistere e di resistere». Il leader di Italia Viva ha dedicato al tema la sua newsletter Enews del 9 ottobre, definendo le azioni di Hamas «atti di terrorismo che tutta la comunità internazionale deve condannare senza se e senza ma».
Il leader di Azione Carlo Calenda ha auspicato «che si utilizzino tutti gli strumenti diplomatici a disposizione per fermare l’aggressione il prima possibile». Nel 2021, in occasione di una manifestazione a sostegno di Israele, il leader di Azione aveva sottolineato che «il primo passo verso una soluzione è quello di non trattare in modo equidistante una democrazia e Hamas, un’organizzazione terroristica che non può rappresentare i palestinesi in nessun negoziato».

Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa, ha definito l’attacco di Hamas contro Israele come «un gravissimo e irresponsabile atto di guerra», mentre il segretario Riccardo Magi ha sottolineato che «la destra israeliana non ha certo lavorato negli ultimi anni per favorire la risoluzione del conflitto israelo-palestinese, ma questo non giustifica minimamente le atrocità che Hamas sta commettendo contro la popolazione civile israeliana».

Sinistra italiana

Sia Sinistra Italiana sia Europa Verde – che in Parlamento compongono Alleanza Verdi-Sinistra – hanno condannato l’attacco di Hamas a Israele, ma hanno messo in evidenza quelle che secondo loro sono le responsabilità della comunità internazionale e del governo israeliano. 

Il 7 ottobre il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha detto, per esempio, che dietro alla situazione in Israele c’è la responsabilità della comunità internazionale, che «da troppo tempo si gira dall’altra parte, che dimentica il conflitto israelo-palestinese, che dimentica la violazione sistematica della legalità internazionale e dell’occupazione israeliana», aggiungendo che è necessario garantire la sicurezza di Israele ma anche la protezione del popolo palestinese. 

Il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli è sulla stessa linea di Fratoianni. «Profonda angoscia per quello che sta accadendo in Israele. L’attacco di Hamas va condannato e non aiuta la causa palestinese. La questione  palestinese è stata dimenticata dalla comunità internazionale e per questo bisogna lavorare per la pace e per due Stati e due popoli», ha scritto Bonelli su X. 

Unione popolare

Il partito più critico nei confronti di Israele è Unione popolare, il movimento di sinistra radicale guidato dall’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. In seguito all’attacco del 7 ottobre Unione popolare ha scritto: «Non simpatizziamo per Hamas ma va detto che non può essere qualificata come terrorismo la resistenza palestinese». Oltre al riconoscimento di «un libero Stato palestinese», Unione popolare ha quindi chiesto agli Stati Uniti e alla Nato di interrompere l’invio di armi a Israele.

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