Il 22 giugno, con 322 voti favorevoli, 43 contrari e cinque astenuti, la Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge delega per la riforma fiscale, che ora dovrà ricevere l’approvazione anche del Senato. Come suggerisce il nome, il testo concede al governo il potere di riformare il sistema fiscale, seguendo una serie di principi generali tracciati dal Parlamento.
La riforma è contenuta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il piano da oltre 190 miliardi di euro finanziato da risorse europee per rilanciare l’economia italiana, ma alla sua approvazione non è legata l’erogazione dei fondi, come hanno invece ripetuto in passato diversi esponenti del Partito democratico.
Il testo è stato presentato dal governo in Parlamento alla fine di ottobre 2021 e il suo esame da parte dei deputati è durato circa sette mesi, a causa delle divisioni tra i partiti che sostengono il governo guidato da Mario Draghi. A inizio aprile 2022, la Commissione Finanze della Camera aveva bloccato l’esame del testo visto che non si trovava un accordo in particolare sulla revisione del catasto. Secondo Lega e Forza Italia, con la riforma il governo voleva aumentare le imposte sulla casa, un’accusa che poggiava però su basi poco solide. Dopo due mesi, a maggio scorso, il governo e i partiti di centrodestra hanno trovato un accordo per avviare di nuovo l’esame della riforma, ripartita a giugno.
Il sì della Camera è solo uno dei primi passi necessari per riformare il sistema fiscale. Anche se il Senato approverà il testo, entro i 18 mesi successivi il governo dovrà approvare una serie di decreti per intervenire concretamente su imposte come l’Irpef e l’Iva o su strumenti sul catasto, altrimenti i principi tracciati nel disegno di legge delega rimarranno inattuati.
La riforma è contenuta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il piano da oltre 190 miliardi di euro finanziato da risorse europee per rilanciare l’economia italiana, ma alla sua approvazione non è legata l’erogazione dei fondi, come hanno invece ripetuto in passato diversi esponenti del Partito democratico.
Il testo è stato presentato dal governo in Parlamento alla fine di ottobre 2021 e il suo esame da parte dei deputati è durato circa sette mesi, a causa delle divisioni tra i partiti che sostengono il governo guidato da Mario Draghi. A inizio aprile 2022, la Commissione Finanze della Camera aveva bloccato l’esame del testo visto che non si trovava un accordo in particolare sulla revisione del catasto. Secondo Lega e Forza Italia, con la riforma il governo voleva aumentare le imposte sulla casa, un’accusa che poggiava però su basi poco solide. Dopo due mesi, a maggio scorso, il governo e i partiti di centrodestra hanno trovato un accordo per avviare di nuovo l’esame della riforma, ripartita a giugno.
Il sì della Camera è solo uno dei primi passi necessari per riformare il sistema fiscale. Anche se il Senato approverà il testo, entro i 18 mesi successivi il governo dovrà approvare una serie di decreti per intervenire concretamente su imposte come l’Irpef e l’Iva o su strumenti sul catasto, altrimenti i principi tracciati nel disegno di legge delega rimarranno inattuati.