Il 22 marzo, intervenendo in Parlamento dopo il discorso del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha espresso pieno supporto alla possibilità che l’Ucraina entri presto nell’Unione europea, come chiesto da Zelensky stesso lo scorso 28 febbraio.
«Nelle scorse settimane è stato sottolineato come il processo di ingresso nell’Unione europea sia lungo, fatto di riforme necessarie a garantire un’integrazione funzionante», ha detto Draghi a Montecitorio, davanti al Parlamento riunito in seduta comune. «Voglio dire al presidente Zelensky che l’Italia è al fianco dell’Ucraina in questo processo: l’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione europea».
In base ai trattati europei, l’iter di adesione all’Ue dura diversi anni e prevede che i Paesi candidati dimostrino di rispettare una serie di criteri economici, politici e sociali. Anche per questo, fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, la possibilità che il Paese diventi parte dell’Ue sta facendo discutere la politica italiana. Ad oggi non tutti i partiti sono allineati con la posizione dichiarata da Draghi.
«Nelle scorse settimane è stato sottolineato come il processo di ingresso nell’Unione europea sia lungo, fatto di riforme necessarie a garantire un’integrazione funzionante», ha detto Draghi a Montecitorio, davanti al Parlamento riunito in seduta comune. «Voglio dire al presidente Zelensky che l’Italia è al fianco dell’Ucraina in questo processo: l’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione europea».
In base ai trattati europei, l’iter di adesione all’Ue dura diversi anni e prevede che i Paesi candidati dimostrino di rispettare una serie di criteri economici, politici e sociali. Anche per questo, fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, la possibilità che il Paese diventi parte dell’Ue sta facendo discutere la politica italiana. Ad oggi non tutti i partiti sono allineati con la posizione dichiarata da Draghi.