Mentre i partiti della maggioranza si preparano a fare campagna per il Sì al referendum costituzionale sulla riforma che separa le carriere dei magistrati, le forze di opposizione non si presentano unite. «Alla fine nasceranno vari comitati, ognuno espressione di una diversa area del fronte del No, e contribuiranno in modo diverso alla causa, secondo le differenze di ciascuno. Matteo Renzi ha una posizione ambigua, mentre Carlo Calenda, lo sappiamo, è a favore della riforma», ha sintetizzato a Pagella Politica una deputata del Partito Democratico, che ha preferito restare anonima.
In questi giorni sono in corso alla Camera le raccolte firme tra i parlamentari per indire il referendum popolare sulla riforma costituzionale della giustizia. Secondo quanto risulta a Pagella Politica, il 4 novembre i partiti di centrodestra – Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati – hanno raggiunto le firme necessarie (almeno 80) da parte dei parlamentari per poter presentare la richiesta di referendum, mentre la raccolta promossa da Partito Democratico, dal Movimento 5 Stelle e da Alleanza Verdi-Sinistra è ancora in corso. In ogni caso, per il governo il referendum è scontato e il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha già annunciato che la consultazione potrebbe svolgersi tra marzo e aprile 2026.
Mentre il centrodestra si muove in modo compatto, tra i partiti di opposizione emergono differenze di merito e di metodo: non solo sulle ragioni del No alla riforma voluta dal governo Meloni, ma anche sul modo di affrontare la campagna referendaria.
In questi giorni sono in corso alla Camera le raccolte firme tra i parlamentari per indire il referendum popolare sulla riforma costituzionale della giustizia. Secondo quanto risulta a Pagella Politica, il 4 novembre i partiti di centrodestra – Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati – hanno raggiunto le firme necessarie (almeno 80) da parte dei parlamentari per poter presentare la richiesta di referendum, mentre la raccolta promossa da Partito Democratico, dal Movimento 5 Stelle e da Alleanza Verdi-Sinistra è ancora in corso. In ogni caso, per il governo il referendum è scontato e il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha già annunciato che la consultazione potrebbe svolgersi tra marzo e aprile 2026.
Mentre il centrodestra si muove in modo compatto, tra i partiti di opposizione emergono differenze di merito e di metodo: non solo sulle ragioni del No alla riforma voluta dal governo Meloni, ma anche sul modo di affrontare la campagna referendaria.