In questi giorni sta circolando la notizia secondo cui i lavori del Parlamento sarebbero bloccati fino al 4 febbraio in seguito all’indagine a carico della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di altri tre esponenti del governo per il caso del carceriere libico Almasri. Mercoledì 29 gennaio, alle 16:15, si sarebbe dovuta tenere un’informativa alla Camera del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e di quello della Giustizia Carlo Nordio proprio sul caso del carceriere libico rilasciato in poche ore dalle autorità italiane nelle scorse settimane. La stessa informativa si sarebbe dovuta tenere al Senato giovedì 30 gennaio, alle 18.15. Entrambi questi appuntamenti parlamentari sono però saltati dopo la notizia dell’indagine su Meloni: il governo ha deciso sostanzialmente di rimandare le informative di Nordio e Piantedosi, entrambi indagati insieme a Meloni e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Il rinvio a data da destinarsi delle due informative ha generato la protesta delle opposizioni, secondo cui il governo starebbe cercando di fuggire dalle sue responsabilità nei confronti del Parlamento. In questi giorni le opposizioni hanno anche chiesto la presenza in aula della stessa Meloni, per fare chiarezza sulla vicenda. La presidente del Consiglio però al momento non ha dato nessuna disponibilità. «La destra ha bloccato i lavori parlamentari per evitare che la premier Meloni rispondesse alle domande delle opposizioni sulla liberazione dell’assassino Najeem Osema Almasri», ha dichiarato il 30 gennaio il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra. Al contrario, diversi esponenti del centrodestra hanno respinto l’accusa di aver «bloccato» il Parlamento, accusando a loro volta le opposizioni. «Noi eravamo pronti qui oggi a votare e incredibilmente troviamo tutto paralizzato», ha detto la deputata della Lega Laura Ravetto, in un’intervista alla trasmissione 4 di sera, su Rete 4, il 29 gennaio.
Insomma, maggioranza e opposizioni si sono accusate reciprocamente di avere bloccato i lavori del Parlamento dopo la notizia dell’indagine su Meloni sul caso Almasri. In realtà, la situazione è più complessa: un rallentamento dei lavori parlamentari in seguito a questa vicenda c’è stato, ma non è vero che Camera e Senato sono state ferme in questi giorni.
Il rinvio a data da destinarsi delle due informative ha generato la protesta delle opposizioni, secondo cui il governo starebbe cercando di fuggire dalle sue responsabilità nei confronti del Parlamento. In questi giorni le opposizioni hanno anche chiesto la presenza in aula della stessa Meloni, per fare chiarezza sulla vicenda. La presidente del Consiglio però al momento non ha dato nessuna disponibilità. «La destra ha bloccato i lavori parlamentari per evitare che la premier Meloni rispondesse alle domande delle opposizioni sulla liberazione dell’assassino Najeem Osema Almasri», ha dichiarato il 30 gennaio il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra. Al contrario, diversi esponenti del centrodestra hanno respinto l’accusa di aver «bloccato» il Parlamento, accusando a loro volta le opposizioni. «Noi eravamo pronti qui oggi a votare e incredibilmente troviamo tutto paralizzato», ha detto la deputata della Lega Laura Ravetto, in un’intervista alla trasmissione 4 di sera, su Rete 4, il 29 gennaio.
Insomma, maggioranza e opposizioni si sono accusate reciprocamente di avere bloccato i lavori del Parlamento dopo la notizia dell’indagine su Meloni sul caso Almasri. In realtà, la situazione è più complessa: un rallentamento dei lavori parlamentari in seguito a questa vicenda c’è stato, ma non è vero che Camera e Senato sono state ferme in questi giorni.