Il Movimento 5 Stelle ci riprova con la tutela degli anziani in Costituzione

Il partito ha depositato una proposta di riforma costituzionale che in passato è stata un cavallo di battaglia del centrodestra, senza avere successo
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Dopo lo sport, l’ambiente e le Isole, anche la tutela degli anziani potrebbe entrare in Costituzione. Il 23 novembre il Movimento 5 Stelle ha presentato alla Camera una proposta di riforma costituzionale per modificare l’articolo 31 della Costituzione, quello che tutela la maternità, l’infanzia e la gioventù. Il testo della proposta – che non è al momento pubblicamente disponibile ma di cui Pagella Politica ha preso visione – è composto da un solo articolo. Propone di inserire «gli anziani» al comma 2 dell’articolo 31 della Costituzione, che nella forma attuale recita: la Repubblica «protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo».

Il disegno di legge non è ancora stato assegnato all’esame di nessuna commissione, quindi il percorso parlamentare della proposta non è ufficialmente iniziato. Trattandosi di una riforma costituzionale, l’esame parlamentare sarà con tutta probabilità lungo: la proposta deve essere approvata due volte sia dalla Camera sia dal Senato nella stessa versione, in un intervallo di tempo non inferiore ai tre mesi. Se nella seconda votazione entrambe le camere approvano il testo a maggioranza dei due terzi dei componenti, la proposta di riforma si considera definitivamente approvata. Altrimenti, la riforma costituzionale può essere sottoposta a referendum popolare per confermarla.

Al momento la Costituzione fa riferimento esplicito all’anzianità all’articolo 38. Quest’ultimo stabilisce che «i lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia, disoccupazione involontaria». «Crediamo che quanto previsto oggi dalla Costituzione non sia sufficiente a tutelare gli anziani, visti la progressiva crisi demografica del nostro Paese e il conseguente invecchiamento della popolazione. Il nostro è un invito al legislatore e al governo a fare di più per questa categoria di persone», ha spiegato a Pagella Politica il deputato del Movimento 5 Stelle Giorgio Fede, primo firmatario del testo. L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno in corso da anni in Italia. Secondo i dati Istat più aggiornati, nel 2022 l’età media della popolazione italiana era pari a 46,2 anni, mentre quella prevista per il 2023 è di 46,4 anni. Nel 2003, ossia vent’anni fa, l’età media era di 42,2 anni.

Una vecchia proposta del centrodestra

La proposta di riforma costituzionale del Movimento 5 Stelle non è una novità. Nella scorsa legislatura, a febbraio 2020, il partito di Conte aveva presentato un testo identico al Senato, a firma dell’allora capogruppo Paola Taverna e sottoscritto da alcuni senatori del Partito Democratico, di Forza Italia e di Liberi e Uguali. L’esame del disegno di legge non era però mai iniziato. 

Andando ancora indietro nel tempo, l’inserimento della tutela degli anziani in Costituzione è stato un cavallo di battaglia del centrodestra. In base alle verifiche di Pagella Politica, nelle scorse cinque legislature, tra il 1996 e il 2022, sono stati presentati nove progetti simili a quello del Movimento 5 Stelle. Tra questi, otto progetti di legge sono stati presentati da gruppi parlamentari di centrodestra. Nella tredicesima legislatura, tra il 1996 e il 2001, Alleanza Nazionale – da cui è nato in seguito Fratelli d’Italia – ha presentato due progetti di riforma per la tutela degli anziani in Costituzione, uno alla Camera e uno al Senato. Nella legislatura seguente, tra il 2001 e il 2006, sono stati depositati altri due progetti di riforma, uno sempre a firma di Alleanza Nazionale e l’altro di Forza Italia. Lo stesso è avvenuto nella quindicesima legislatura, tra il 2006 e il 2008. Anche nella legislatura successiva, tra il 2008 e il 2011, sono stati presentati due progetti sullo stesso tema, ma questa volta dai gruppi parlamentari del Popolo della Libertà, il partito dove erano confluite Forza Italia e Alleanza Nazionale. 

Nella diciassettesima legislatura, tra il 2013 e il 2018, non è stata invece depositata nessuna proposta di questo tipo, mentre nel 2020 il tema è stato ripreso dal Movimento 5 Stelle con il disegno di legge a prima firma di Taverna. «Il fatto che in passato il tema dell’anzianità sia stato affrontato molto dal centrodestra non mi scandalizza. Non credo sia utile piantare bandierine politiche: se una proposta è di buon senso va condivisa, e non è né di destra né di sinistra. Spero che il nostro testo sia condiviso anche da deputati di altri gruppi parlamentari», ha detto Fede. 

Ma al di là delle proposte, che cosa significherebbe in concreto inserire la tutela degli anziani nella legge fondamentale dello Stato? In realtà poco, dato che un provvedimento del genere rischia di avere solo un valore simbolico.

Modifiche simboliche

Nell’attuale legislatura, iniziata il 13 ottobre 2022, la Costituzione è già stata modificata due volte: a novembre 2022 è stata inserita la tutela della peculiarità delle Isole, mentre a settembre 2023 è entrata nella Costituzione la tutela dello sport. Risale invece a febbraio 2022 – e quindi alla passata legislatura – l’inserimento in Costituzione della tutela dell’ambiente. Queste sono le ultime tre modifiche in ordine di tempo fatte dal Parlamento alla legge fondamentale dello Stato, che è stata comunque modificata diverse volte da quando è entrata in vigore nel 1948.

Come hanno spiegato alcuni costituzionalisti a Pagella Politica, l’introduzione della tutela delle Isole, quella dello sport e dell’ambiente sono state riforme di contorno, dato che non hanno impegnato il governo o il Parlamento in nessun modo concreto, ma hanno dato solo un generico indirizzo alla politica per intervenire sul tema attraverso proposte di legge o altri provvedimenti specifici. E l’inserimento della tutela degli anziani rientrerebbe tra queste. 

In Italia gli anziani sono già tutelati da diverse leggi, come la cosiddetta “legge 104”, che garantisce il diritto all’assistenza delle persone anziane, e a marzo 2023 è stata approvata una legge delega che impegna il governo ad approvare entro marzo 2024 alcuni decreti legislativi in materia di politiche in favore delle persone anziane. «Mi rendo conto che la nostra proposta rischia di essere simbolica se non sarà accompagnata da azioni concrete del governo su questo argomento», ha detto Fede. «In ogni caso la riteniamo una proposta utile per invogliare il governo a intervenire su questa materia, che non possiamo ignorare».

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