La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato italiano ed è al vertice della gerarchia delle leggi. È formata da 139 articoli e da 18 disposizioni transitorie e finali. La Costituzione italiana è entrata in vigore il 1° gennaio 1948 ed è stata redatta tra il 1946 e il 1948 dall’Assemblea costituente, l’organo legislativo creato dopo la nascita della Repubblica italiana.
Il testo è composto da diverse parti. I primi 12 articoli definiscono i “principi fondamentali” della Repubblica italiana, come la democrazia, la sovranità popolare, l’inviolabilità dei diritti, l’uguaglianza di fronte alla legge, il diritto al lavoro e il ripudio della guerra. Gli articoli tra il 13 e il 54 stabiliscono i diritti e doveri dei cittadini, mentre gli articoli tra il 55 e il 139 l’ordinamento della Repubblica, ossia il funzionamento delle sue istituzioni. Dopo gli articoli sono inserite 18 “disposizioni transitorie e finali”, che servivano a gestire il passaggio dall’ordinamento monarchico a quello repubblicano.
La Costituzione italiana rientra tra le cosiddette “costituzioni rigide”: per modificarla infatti non è sufficiente l’approvazione di una normale legge, che richiede solamente la maggioranza semplice delle due camere, ma occorre una speciale procedura di revisione prevista dall’articolo 138 della Costituzione stessa. Secondo questo articolo, la Camera e il Senato devono approvare la proposta di riforma costituzionale due volte nel medesimo testo. Se nella seconda votazione entrambe le camere approvano il testo a maggioranza dei due terzi dei componenti, la proposta di riforma si considera definitivamente approvata. Se invece nella seconda votazione si raggiunge solo la maggioranza assoluta, la riforma costituzionale può essere sottoposta a referendum popolare per confermarla.
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La Costituzione italiana rientra tra le cosiddette “costituzioni rigide”: per modificarla infatti non è sufficiente l’approvazione di una normale legge, che richiede solamente la maggioranza semplice delle due camere, ma occorre una speciale procedura di revisione prevista dall’articolo 138 della Costituzione stessa. Secondo questo articolo, la Camera e il Senato devono approvare la proposta di riforma costituzionale due volte nel medesimo testo. Se nella seconda votazione entrambe le camere approvano il testo a maggioranza dei due terzi dei componenti, la proposta di riforma si considera definitivamente approvata. Se invece nella seconda votazione si raggiunge solo la maggioranza assoluta, la riforma costituzionale può essere sottoposta a referendum popolare per confermarla.
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