Insomma, Calenda inizialmente si opponeva al referendum, sia per le modalità sia per il contenuto. Oggi, pur mantenendo le critiche allo strumento, sostiene la proposta. Una posizione condivisa da altri esponenti del suo partito.
«Noi siamo contrari al metodo del referendum, perché se le persone non andranno a votare e il risultato non sarà valido, temiamo abbia come effetto collaterale quello di delegittimare ogni tentativo futuro di modificare la legge sulla cittadinanza», ha detto a Pagella Politica la deputata di Azione Giulia Pastorella. «Avremmo preferito intervenire sulla legge sulla cittadinanza con un’iniziativa parlamentare. Ma visto che al momento l’unica possibilità è il referendum, lo sosteniamo nella speranza di poter iniziare a cambiare qualcosa».
Anche il deputato Antonio D’Alessio ha confermato a Pagella Politica i dubbi del suo partito rispetto allo strumento del referendum. «Noi siamo favorevoli al quesito: l’importante è che rimangano invariati requisiti come la conoscenza della lingua italiana», ha dichiarato D’Alessio. «Per noi l’aspetto della conoscenza della cultura italiana è fondamentale, come ha detto Calenda nei mesi scorsi. Ovvio, non siamo quelli che vogliono fare di questo referendum la loro bandiera, ma non siamo nemmeno contrari».