Azione ha cambiato idea sullo ius scholae?

Ha annunciato un emendamento per facilitare l’acquisizione della cittadinanza, ma con requisiti più restrittivi rispetto a quelli proposti dal suo programma
ANSA/ETTORE FERRARI
ANSA/ETTORE FERRARI
Il 28 agosto Azione ha annunciato di voler presentare un emendamento al disegno di legge “Sicurezza”, che il 10 settembre inizierà il suo esame alla Camera, per cambiare la legge che regola la concessione della cittadinanza italiana e introdurre una forma di ius scholae. Il partito di Carlo Calenda propone di legare la concessione della cittadinanza alla frequentazione delle scuole italiane, ma con requisiti più restrittivi rispetto a quelli proposti nel suo programma elettorale. Quindi Azione ha cambiato idea? Oppure c’è qualcos’altro sotto? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

La situazione attuale

In base alla legge n. 91 del 1992, un bambino straniero nato in Italia può ottenere la cittadinanza italiana una volta compiuti i 18 anni di età. Negli ultimi dieci anni il Parlamento ha esaminato, senza successo, due proposte di legge per cambiare questo requisito e rendere meno difficile l’accesso alla cittadinanza per i minori stranieri. Una riforma approvata dalla Camera nel 2015, poi bloccata dal Senato, proponeva che i bambini stranieri arrivati in italia prima dei 12 anni di età potessero ottenere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato cinque anni di scuola nel nostro Paese. Nel 2022 è stata discussa alla Camera – senza essere approvata – una proposta di legge che chiedeva di concedere la cittadinanza italiana ai minori stranieri che avessero concluso un ciclo di studi in Italia (per esempio, dopo aver finito le scuole elementari o le scuole medie). 

In questi giorni si è tornati a parlare della legge sulla cittadinanza perché il leader di Forza Italia Antonio Tajani ha detto che il suo partito è disponibile a introdurre una forma di ius scholae, sebbene non sia considerata una «priorità» e sebbene Fratelli d’Italia e Lega, i due alleati di governo, siano contrari. In passato lo stesso Tajani ha detto che la cittadinanza italiana andrebbe data ai minori stranieri che hanno fatto la scuola dell’obbligo nel nostro Paese.

L’emendamento di Azione

L’emendamento annunciato da Azione riprende proprio questa proposta, modificando l’articolo 4 delle legge n. 91 del 1992. Il partito di Calenda propone che un minore straniero, nato in Italia, possa ottenere la cittadinanza italiana se ha frequentato nel nostro Paese almeno dieci anni di scuola, concludendo con successo le scuole elementari e assolvendo all’obbligo scolastico. 

Ricordiamo che in Italia la scuola dell’obbligo dura dieci anni e va dai sei ai 16 anni di età. In base all’emendamento di Azione, entro il compimento dei 18 anni di età, i genitori del minore che rispetta il requisito possono fare richiesta di ottenimento della cittadinanza per il proprio figlio. Se questa richiesta non viene fatta, il minore straniero ha tempo due anni, dopo aver compiuto 18 anni, per farla in autonomia. 

In concreto, la proposta di Azione ridurrebbe di due anni il periodo che un minore nato in Italia deve attendere per chiedere la cittadinanza italiana.

Che cosa dice il programma di Azione

La proposta fatta da Azione, però, è diversa da quella che aveva promesso agli elettori nel suo programma elettorale per le elezioni del 25 settembre 2022, a cui ha partecipato insieme a Italia Viva. I due partiti – all’epoca alleati, oggi non più – avevano proposto nel loro programma di concedere la cittadinanza italiana a chi ha frequentato «per almeno cinque anni un percorso di formazione in Italia» e «a tutti gli studenti stranieri che hanno svolto e completato gli studi universitari» nel nostro Paese. La stessa proposta è contenuta nel “Piano immigrazione”, pubblicato da Azione a novembre 2022, e – come appare evidente – ha requisiti meno restrittivi rispetto a quelli contenuti nell’emendamento appena annunciato.  

Perché dunque Azione vuole cambiare la legge sulla cittadinanza in modo diverso rispetto a quanto volesse fare meno di due anni fa? In una nota, il partito di Calenda ha precisato che il suo emendamento è la «traduzione normativa della proposta avanzata, ma non ancora formalizzata, da Forza Italia». «Il termine per la presentazione degli emendamenti è il prossimo 9 settembre, quindi c’è tempo e modo per raccogliere, a partire ovviamente da Forza Italia, suggerimenti di modifiche e integrazioni e per approfondirne tecnicamente la formulazione normativa, fermo restando il contenuto della proposta, cioè il riconoscimento della cittadinanza ai minori stranieri, che abbiano completato un percorso di studio di dieci anni nel territorio nazionale, fino all’assolvimento dell’obbligo scolastico», ha aggiunto Azione.

Tatticismo politico

Il 29 agosto, in un’intervista con la Repubblica, il capogruppo alla Camera di Forza Italia Paolo Barelli ha detto che il suo partito non voterà a favore dell’emendamento di Azione: «È evidente il tentativo di strumentalizzare un tema così delicato per cercare di dividere la maggioranza». Secondo Barelli, «stiamo parlando di una materia che va maneggiata con grande tatto e richiede una grande convergenza, invece qui siamo di fronte a un’accelerazione che ha solo fini tattici». Il capogruppo ha aggiunto che «ora le priorità per il governo sono altre, a partire dalla prossima manovra di bilancio e dai rapporti con l’Unione europea». 

In un video pubblicato su X, Calenda ha replicato che l’intento di Azione «non è dividere la destra, ma unire un fronte politico ampio su una norma di buonsenso, dimostrando che la politica non è solo rumore e slogan». Fonti interne ad Azione hanno spiegato a Pagella Politica più nel dettaglio qual è l’obiettivo del partito. «Dopo la proposta avanzata (a parole) da Forza Italia, su cui teoricamente potrebbero convergere i voti di tutte le forze di minoranza, abbiamo deciso di sfidare il partito di Tajani e tutti i partiti di opposizione a fare sul serio e presenteremo la proposta di Forza Italia – cittadinanza dopo 10 anni di studio e dopo l’assolvimento dell’obbligo scolastico – come emendamento al disegno di legge “Sicurezza” in discussione alla Camera perché segnerebbe in ogni caso un passo avanti sul piano dei diritti». Azione, che avrebbe preferito ripartire dalla proposta di legge del 2015, ha aggiunto sull’emendamento annunciato: «Non è la nostra proposta, ma è una proposta accettabile e comunque la migliore tra quelle che potrebbero essere adottate in questa legislatura».

Se Forza Italia non votasse a favore dell’emendamento, «non perché contraria sul contenuto, ma perché contraria proprio sull’opportunità di approvarla», secondo Azione «allora il bluff sarebbe del tutto svelato». Se Forza Italia invece dovesse cambiare idea e votare a favore dell’emendamento, sembra difficile che gli altri partiti all’opposizione possano fare lo stesso, a meno di snaturare parecchio le loro posizioni sul tema. Per esempio, il Partito Democratico è favorevole all’introduzione dello ius soli per concedere la cittadinanza italiana ai minori stranieri al momento della loro nascita in Italia. Il partito guidato da Elly Schlein ha comunque aperto alla proposta del Movimento 5 Stelle, che vuole condizionare l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un intero ciclo di studi per i bambini nati o arrivati in Italia entro i 12 anni d’età. Questa forma di ius scholae è in linea con quella proposta da Azione e Italia Viva nel loro programma.

Alla Camera Fratelli d’Italia e Lega, contrari alla riforma della legge sulla cittadinanza, possono contare su 182 deputati su 400. Per approvare l’eventuale emendamento di Azione servirebbe un’ampia convergenza tra i partiti di opposizione e Forza Italia. In più, se dovesse passare l’emendamento, il disegno di legge “Sicurezza” dovrà essere esaminato di nuovo dal Senato per essere approvato definitivamente. A oggi, quindi, le ipotesi che le cose cambino in tempi stretti sono piuttosto remote.

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