La giravolta di Calenda sulle mozioni di sfiducia

Sostiene che siano inutili, se non dannose, ma l’anno scorso ne ha presentata una contro Salvini
ANSA/LUCA ZENNARO
ANSA/LUCA ZENNARO
Il 27 marzo, in un’intervista con il Corriere della Sera, il segretario di Azione Carlo Calenda ha spiegato perché il suo partito non ha appoggiato la mozione di sfiducia presentata dai partiti all’opposizione contro il ministro della Giustizia Carlo Nordio, respinta il giorno prima dalla Camera.

«Sono trent’anni che non passa una mozione di sfiducia dell’opposizione, quindi il risultato di questa brillante operazione è stato che il Parlamento ha riconfermato la fiducia a Nordio. Non possiamo andare avanti con una mozione di sfiducia al mese, adesso sarà la volta della ministra Marina Elvira Calderone [sulla cui laurea ci sono alcuni dubbi, nrd], tutte con lo stesso esito», ha detto Calenda. «Mentre il mondo viene giù noi dobbiamo riportare la politica su un tracciato di serietà e concretezza senza le quali non si costruisce un’alternativa».

La mozione di sfiducia chiedeva le dimissioni di Nordio per la gestione del caso Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica accusato di crimini di guerra dalla Corte penale internazionale, arrestato in Italia ma subito riportato in Libia a inizio gennaio. Lo scorso febbraio, con motivazioni simili, Calenda aveva criticato anche la mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo Daniela Santanchè (bocciata anche quella in Parlamento).

Fino a un anno fa, però, il leader di Azione sembrava pensarla diversamente sulle mozioni di sfiducia. A febbraio 2024, infatti, alla Camera il deputato di Azione Matteo Richetti ha sottoscritto come primo firmatario la mozione di sfiducia contro il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, appoggiata poi dagli altri partiti all’opposizione. I firmatari della mozione sostenevano che Salvini non potesse «rappresentare degnamente la Repubblica italiana» ed «esercitare appieno le proprie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione» perché la Lega non aveva mai confermato la fine dell’accordo politico firmato nel 2017 con “Russia Unita”, il partito del presidente russo Vladimir Putin.

«Sono tre giorni che vediamo Matteo Salvini arrampicarsi sugli specchi cercando di spiegare che l’accordo con Putin non è attuale ma contemporaneamente non riuscendo a esibire una conferma della disdetta», aveva scritto Calenda su X il 3 aprile 2024. «A che cosa serve la mozione di sfiducia? A questo, e a dimostrare che l’Italia non passa sotto silenzio lo sconcio di un vicepresidente del Consiglio formalmente alleato con un dittatore sanguinario». Il giorno dopo, la mozione di sfiducia è stata respinta dalla Camera. 

Dunque, un anno fa il leader di Azione pensava che, al di là della sua probabilità di essere approvata, una mozione di sfiducia contro un ministro andasse comunque presentata per dare un messaggio politico. Cosa che invece oggi, evidentemente, non ritiene sia più opportuno fare.
Pagella Politica
Negli anni precedenti Calenda aveva espresso invece posizioni in linea con quelle attuali. «La mozione di sfiducia è una cretinata da un punto di vista politico. Compatta la maggioranza e scarica Meloni dalla responsabilità. Quando viene respinta la presidente del Consiglio può serenamente dire “il Parlamento ha confermato la fiducia alla ministra”», aveva scritto il leader di Azione a luglio 2023 su X, a proposito di una mozione di sfiducia contro Santanchè. 

Nella storia repubblicana le mozioni di sfiducia, che possono essere fatte contro un ministro o un intero governo, non hanno praticamente mai avuto successo. Per essere approvate, queste mozioni avrebbero bisogno del voto favorevole di una parte della maggioranza, a cui però non converrebbe far cadere il governo di cui fanno parte o un ministro. Tra le decine di mozioni di sfiducia individuali votate dal 1946 a oggi, solo una è infatti stata approvata: quella contro Filippo Mancuso, ministro della Giustizia del governo Dini, il 19 ottobre 1995.

ENTRA NELLA NOSTRA MEMBERSHIP

Riceverai:

✓ Una newsletter quotidiana con le notizie più importanti sulla politica
✓ Le guide in formato eBook sui temi del momento (la prossima è sui referendum)
✓ L’accesso ad articoli esclusivi e all’archivio
✓ La possibilità di comunicare direttamente con la redazione
ATTIVA UN MESE DI PROVA GRATUITA
In questo articolo
Newsletter

Conti in tasca

Ogni giovedì
Si dice che l’economia ormai sia diventata più importante della politica: in questa newsletter Massimo Taddei prova a vedere se è vero. Qui un esempio.

Ultimi articoli