Il fact-checking di Meloni al Congresso nazionale della Cgil

Dal mercato del lavoro all’evasione fiscale, abbiamo verificato cinque dichiarazioni della presidente del Consiglio
ANSA
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Venerdì 17 marzo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta al XIX Congresso nazionale della Cgil, il principale sindacato italiano. Tra le altre cose Meloni ha difeso quanto fatto finora dal governo per rilanciare l’economia del Paese, presentando il contenuto del disegno di legge delega per la riforma del fisco approvato il giorno prima dal Consiglio dei ministri. 

Dal mercato del lavoro all’evasione fiscale, abbiamo verificato cinque dichiarazioni della presidente del Consiglio.

L’occupazione in Italia rispetto all’Ue

«Nel 2021, secondo Eurostat, il tasso di occupazione in Italia è stato pari al 58,2 per cento, oltre 10 punti in meno rispetto alla media europea, con un gap che di anno in anno continua ad aumentare»

La percentuale a cui fa riferimento Meloni è il tasso di occupazione registrato in Italia nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni nel 2021. Il tasso di occupazione si ottiene rapportando il numero di occupati con il numero delle persone in quella fascia d’età. Nello stesso anno il tasso di occupazione dei 27 Paesi europei era in media pari al 68,4 per cento, mentre quello dei 19 Paesi dell’area euro al 67,9 per cento. 

Sul database di Eurostat sono comunque disponibili i dati aggiornati al 2022. L’anno scorso il tasso di occupazione in Italia è stato pari al 60,1 per cento, in crescita rispetto all’anno precedente, mentre la media europea è stata pari a 69,9 per cento e quella dell’area euro a 69,5 per cento. La differenza tra il tasso di occupazione italiano e quello europeo nel 2022 è stata di 9,8 punti percentuali, mentre nel 2021 era di 10,2 punti percentuali. Dunque, seppure leggera, c’è stata una riduzione del divario, non un aumento come detto da Meloni.

L’occupazione femminile

«La situazione peggiora ulteriormente considerando l’occupazione femminile, che nel 2021 non ha raggiunto il 50 per cento, quindi 14 punti in meno sotto la media europea»

Anche qui la percentuale è corretta se si fa riferimento ai dati Eurostat del 2021. In quell’anno il tasso di occupazione femminile nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni è stato pari al 49,4 per cento, mentre la media dei 27 Paesi europei al 63,4 per cento: 14 punti percentuali di differenza, come correttamente indicato da Meloni.

Nel 2022 le percentuali sono cambiate: il tasso di occupazione femminile in Italia è salito al 51,1 per cento, quello medio europeo al 65 per cento, con un divario di 13,9 punti percentuali, di fatto invariato.

L’andamento dei salari italiani

«I salari dei lavoratori italiani sono praticamente bloccati da oltre 30 anni»

È vero: secondo i dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), utilizzando come base i prezzi del 2020, negli ultimi 30 anni i salari reali medi degli italiani – tenendo dunque conto dell’inflazione – sono diminuiti di più di mille euro, il 3,6 per cento, passando da 28.800 euro a 27.800 euro. Negli altri principali Paesi europei è successo il contrario: in Spagna i salari medi sono aumentati del 6 per cento, in Francia del 31 per cento e in Germania del 34 per cento.

La crescita della povertà

«La povertà non è stata abolita, anzi è aumentata»

Qui Meloni ha fatto riferimento alla dichiarazione dell’allora vicepresidente del Consiglio e capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio, che a settembre 2018 aveva celebrato la futura introduzione del reddito di cittadinanza dicendo: «Oggi aboliamo la povertà». 

Un aumento della povertà c’è stato, complice soprattutto la pandemia di Covid-19. Secondo Istat, nel 2018 le famiglie in povertà assoluta in Italia erano il 7 per cento, percentuale scesa al 6,4 per cento nel 2019, ma poi aumentata al 7,7 per cento nel 2020. Nel 2021 (ultimo anno per cui sono disponibili i dati) viveva in povertà assoluta il 7,5 per cento delle famiglie in Italia.

L’andamento dell’evasione fiscale

«L’evasione fiscale è stabilmente intorno ai 100 miliardi di euro nonostante gli interventi che si sono succeduti nel tempo»

Secondo le stime più aggiornate del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2020 in Italia l’evasione delle imposte e dei contributi ha raggiunto un valore pari a 89,9 miliardi di euro, in calo rispetto ai 99,7 miliardi di euro del 2019. Il 2020 è stato però un anno particolare, caratterizzato dalla crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19. 

Andando più indietro nel tempo, nel 2015 l’evasione fiscale e contributiva era stimata sui 106,2 miliardi di euro. Nei quattro anni successivi, a differenza di quello che dice Meloni, un calo c’è stato, di 6,5 miliardi di euro.

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