Il fact-checking dell’intervista di Meloni a Chi

Abbiamo verificato sei dichiarazioni della presidente del Consiglio, che non ha detto sempre la verità
Pagella Politica
Nel numero di mercoledì 7 agosto la rivista Chi ha pubblicato una lunga intervista fatta alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Dai rapporti dell’Italia con la Cina all’andamento dell’economia, passando per l’immigrazione e l’occupazione, abbiamo verificato sei dichiarazioni della leader di Fratelli d’Italia per vedere quante corrispondono al vero e quante no.

I rapporti commerciali con la Cina

«Tra Italia e Cina ci sono circa 67 miliardi di euro di interscambio, ma le importazioni di prodotti cinesi superano di gran lunga le nostre esportazioni nel grande Paese asiatico»

Il numero citato da Meloni è corretto. Secondo i dati più aggiornati del Ministero degli Esteri, nel 2023 le importazioni dalla Cina in Italia hanno raggiunto i 47,6 miliardi di euro, le esportazioni dall’Italia in Cina quasi 19,2 miliardi. Sommando le esportazioni e le importazioni si ottiene l’interscambio commerciale tra i due Paesi, che ha un valore complessivo di 66,8 miliardi, arrotondati da Meloni a «67 miliardi». Dunque, con la Cina il nostro Paese ha un saldo commerciale negativo (la differenza tra esportazioni e importazioni) pari a 28,4 miliardi.  

La Cina è il terzo Paese fornitore di merci e servizi dell’Italia (il primo è la Germania, il secondo la Francia), mentre l’Italia è il ventiquattresimo fornitore della Cina. L’Italia è il ventiduesimo mercato di destinazione dell’export cinese, mentre la Cina è l’undicesimo mercato di destinazione dell’export italiano.
Grafico 1. Che cosa importa l’Italia dalla Cina – Fonte: Ministero degli Esteri
Grafico 1. Che cosa importa l’Italia dalla Cina – Fonte: Ministero degli Esteri

Gli investimenti della Cina e dell’Italia

«Le aziende cinesi investono in Italia un terzo di quanto quelle italiane investano in Cina»

Anche questa statistica è sostanzialmente corretta. Nel 2022 gli investimenti diretti delle aziende italiane in Cina ammontavano a 9,6 miliardi di dollari, mentre gli investimenti diretti delle aziende cinesi in Italia valevano 2,5 miliardi. Il valore dei primi era oltre tre volte quello dei secondi. 

Per “investimento diretto” si intendono i capitali investiti dalle aziende di un Paese in attività estere.

La crescita del Pil italiano

«La crescita [dell’economia italiana] è superiore a quella degli altri grandi Paesi europei»

Qui Meloni non dice la verità. Secondo le stime preliminari di Eurostat, nel secondo trimestre di quest’anno il Prodotto interno lordo (Pil) dell’Italia è cresciuto dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente (questa è la “variazione congiunturale”), quando la crescita rispetto agli ultimi tre mesi del 2023 era stata dello 0,3 per cento. Tra aprile e giugno 2024 la Francia ha registrato una crescita più alta dell’Italia rispetto al trimestre precedente (+0,3 per cento), così come la Spagna (+0,8 per cento). Il Pil della Germania ha segnato invece un -0,1 per cento. 

Lo stesso discorso vale se si confronta la crescita del secondo trimestre di quest’anno con il secondo trimestre del 2023 (questa è la “variazione tendenziale”). L’Italia ha registrato un +0,9 per cento, percentuale più bassa di quelle di Francia (+1,1 per cento) e Spagna (+2,9 per cento), ma più alta di quella della Germania (-0,1 per cento).  

Di recente, l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha sottolineato in una nota che non è vero che l’economia italiana sta crescendo di più rispetto a quella degli altri tre grandi Paesi europei. «La dinamica congiunturale del Pil dell’Italia è risultata superiore a quella tedesca (che torna a flettere, di un decimo di punto percentuale) e sostanzialmente in linea con quella dell’area dell’euro e della Francia (entrambe allo 0,3 per cento). Si conferma la buona fase ciclica della Spagna, la cui dinamica congiunturale permane allo 0,8 per cento», ha scritto l’organismo indipendente che vigila sui conti pubblici italiani. Insomma, stiamo andando come la Francia e gli altri Paesi che adottano l’euro, meglio della Germania, ma peggio della Spagna. 

Se si confronta il Pil dell’Italia registrato nel secondo trimestre del 2024 con quello registrato nell’ultimo trimestre del 2019, prima dell’inizio della pandemia di Covid-19, il nostro Paese non registra un particolare primato tra i grandi Paesi Ue. «Nel confronto con i livelli pre-pandemia l’attività economica del nostro Paese è superiore per 4,7 punti percentuali, un differenziale identico a quello della Spagna e lievemente superiore a quelli della Francia e dell’area dell’euro (entrambi prossimi al 4,0 per cento)», ha sottolineato l’Upb. «Al contrario i livelli di Pil della Germania risultano sostanzialmente allineati a quelli della fine del 2019».

Secondo le stime della Commissione europea, quest’anno il Pil italiano crescerà dello 0,9 per cento (secondo l’Upb dell’1 per cento): tra i grandi Paesi europei, la Spagna crescerà del 2,3 per cento, mentre solo otto Stati – tra cui Francia e Germania – cresceranno meno dell’Italia.

L’occupazione record

«Abbiamo raggiunto il massimo storico di occupazione»

Meloni ha ragione. Secondo i dati Istat più recenti, a giugno 2024 il tasso di occupazione in Italia nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni era pari al 62,2 per cento, la percentuale più alta dal 2004, ossia da quando sono disponibili le rilevazioni mensili.
Grafico 2. Andamento del numero di occupati in Italia – Fonte: Istat
Grafico 2. Andamento del numero di occupati in Italia – Fonte: Istat
La dichiarazione della presidente del Consiglio merita però due osservazioni. In primo luogo, la crescita del tasso di occupazione non è iniziata durante l’attuale governo, ma durante quello precedente, guidato da Mario Draghi. In secondo luogo, nonostante il miglioramento dei numeri del mercato del lavoro, il tasso di occupazione italiano resta il più basso tra tutti e 27 i Paesi Ue. 

Il livello dell’inflazione

«Abbiamo l’inflazione più bassa tra i Paesi del G7»

È vero. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), a giugno i prezzi in Italia erano in media più alti dello 0,8 per cento rispetto allo stesso mese del 2023, in base al consumer price index (Cpi), un particolare indice con cui si stima l’inflazione. L’inflazione media dei sette Paesi membri del G7 era del 2,7 per cento. Rispetto a un anno prima, i prezzi erano più alti del 2,2 per cento in Francia e in Germania, del 2,7 per cento in Canada, del 2,8 per cento nel Regno Unito e in Giappone, e del 3 per cento negli Stati Uniti.

Il calo degli sbarchi

«Gli sbarchi di immigrati irregolari sono a meno 60 per cento rispetto all’anno precedente»

Secondo i dati del Ministero dell’Interno, dal 1° gennaio al 7 agosto 2024 sono sbarcati in Italia 34.762 migranti, il 63 per cento circa in meno rispetto ai 93.467 migranti sbarcati nello stesso periodo dello scorso anno. La percentuale indicata da Meloni è quindi corretta, ma la presidente del Consiglio omette di dire che gli oltre 93 mila migranti sbarcati nei primi sette mesi abbondanti del 2023 erano arrivati sotto il suo governo. In quel periodo gli sbarchi erano aumentati del 109 per cento, dunque più che raddoppiati, rispetto allo stesso periodo del 2022.
Grafico 3. Confronto dei migranti sbarcati ogni mese tra il 2022 e il 2024. Dati aggiornati al 7 agosto 2024 – Fonte: Ministero dell’Interno
Grafico 3. Confronto dei migranti sbarcati ogni mese tra il 2022 e il 2024. Dati aggiornati al 7 agosto 2024 – Fonte: Ministero dell’Interno

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