Renzi dimentica che c’era lui al governo con il record degli sbarchi

Il leader di Italia Viva dice che con il governo Meloni sono arrivati più migranti rispetto a quando lui era presidente del Consiglio e si parlava di «invasione». Ma omette una cosa importante
ANSA
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Il 19 marzo il presidente di Italia Viva Matteo Renzi ha replicato in Senato al discorso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo. Nel suo intervento, l’ex presidente del Consiglio ha detto che nel 2023 sono arrivati «158 mila migranti», mentre «quando al governo c’era quel Renzi che aveva fatto l’invasione» gli arrivi erano stati più bassi, ossia 153 mila. «Così, per sicurezza dei numeri, ci facciano il fact-checking», ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio.

Abbiamo accolto l’invito: è vero che la Lega e Fratelli d’Italia parlavano di «invasione» anche quando c’erano meno sbarchi rispetto al 2023, ma la dichiarazione di Renzi è parziale perché non tiene conto dell’anno in cui c’è stato il record di sbarchi e in cui lui stesso era presidente del Consiglio.

Secondo i dati del Ministero dell’Interno, in tutto il 2023 sono sbarcati quasi 158 mila migranti sulle coste italiane, il 50 per cento in più rispetto al 2022 e più del doppio rispetto al 2021 (ricordiamo che il governo Meloni si è insediato il 22 ottobre 2022). Nei tre anni precedenti il numero di sbarchi era stato molto più basso: circa 34 mila nel 2020, 11 mila nel 2019 e poco più di 23 mila nel 2018. Per trovare un numero annuale superiore ai centomila arrivi bisogna andare ancora indietro nel tempo, al 2017, quando gli sbarchi erano stati 119 mila. Il record è stato toccato nel 2016, con oltre 181 mila sbarchi. Nel 2015 e nel 2014 erano stati rispettivamente più di 153 mila e circa 170 mila, in forte aumento rispetto ai quasi 43 mila sbarchi del 2013.
Quando in Senato ha parlato di «153 mila» sbarchi, Renzi ha fatto riferimento al 2015: l’allora segretario del Partito Democratico è stato in effetti presidente del Consiglio per tutti e 12 i mesi di quell’anno. Il governo Renzi si è insediato il 22 febbraio 2014, ma è durato ben oltre il 2015: Renzi si è infatti dimesso il 12 dicembre 2016, quando è stato sostituito da Paolo Gentiloni, esponente del PD supportato dagli stessi partiti che sostenevano il governo Renzi. 

Dunque, Renzi è stato presidente del Consiglio anche per quasi tutto il 2016, quando gli sbarchi sono stati oltre 20 mila in più rispetto a quelli del 2023. Tra l’altro, se dal totale degli sbarchi del 2014 si tolgono i numeri di gennaio e febbraio di quell’anno, ossia quando Renzi non era ancora a capo del governo, nei dieci mesi rimanenti gli sbarchi sono stati quasi 165 mila, anche questo un numero più alto di quelli del 2023. Insomma, dei quasi tre anni in cui è stato in carica, Renzi ha scelto per il suo paragone l’unico in cui gli sbarchi sono stati inferiori al primo anno del governo Meloni. È vero comunque, come ha sottolineato il presidente di Italia Viva, che in quegli anni sia il leader della Lega Matteo Salvini sia la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni hanno scritto moltissimi post sui social network accusando i governi di allora di favorire l’«invasione» dei migranti.
Come abbiamo spiegato in passato, il forte calo degli sbarchi è poi iniziato durante l’estate del 2017, a seguito dei criticati accordi presi all’epoca dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti (PD) con alcune fazioni libiche. Ricordiamo comunque che è un ragionamento troppo semplicistico imputare i numeri degli sbarchi soltanto alle politiche dei governi di turno. Molti fattori contribuiscono alla crescita delle partenze dal Nord Africa: tra questi, un ruolo preminente – dicono gli esperti – è svolto dall’instabilità politica dell’area e dalle condizioni meteorologiche.

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