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Sì, l’Italia non è il Paese del G7 che commercia di più con la Cina

| 31 agosto 2023
La dichiarazione
«Siamo l’unico Paese del G7 ad aver aderito alla Via della Seta ma non siamo affatto il Paese del G7 o il Paese europeo con il maggior interscambio con la Cina»
Fonte: Il Sole 24 Ore | 30 agosto 2023
ANSA
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Verdetto sintetico
La presidente del Consiglio ha ragione.
In breve
  • L’Italia è l’unico Paese del G7 ad aver firmato, nel 2019, un memorandum of understanding con la Cina per la nuova Via della Seta. TWEET
  • Nel 2021 l’interscambio commerciale tra Italia e Cina ha raggiunto un valore pari a 65 miliardi di dollari, il dato più basso dietro a Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Canada e Francia. TWEET
  • L’Italia non è prima nemmeno se si guarda al rapporto tra l’interscambio commerciale e il Pil e al peso della Cina su esportazioni e importazioni. TWEET
Il 30 agosto, in un’intervista con Il Sole 24 Ore, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato che toccherà al Parlamento discutere se rinnovare o meno l’accordo firmato dall’Italia con la Cina nel 2019 sulla nuova Via della Seta. «Ne parleremo con serenità e amicizia con il governo cinese e sono convinta che i nostri rapporti continueranno a essere solidi», ha dichiarato Meloni, aggiungendo che nonostante l’Italia sia l’unico Paese del G7 ad aver siglato un’intesa sulla Via della Seta, «non siamo affatto il Paese del G7 o il Paese europeo con il maggior interscambio con la Cina».

Che cosa dicono i numeri? Abbiamo controllato e la presidente del Consiglio ha ragione.

L’eccezione italiana

È vero che l’Italia è l’unico Paese del G7 ad aver siglato un memorandum of understanding con la Cina per il progetto infrastrutturale chiamato Belt and road iniziative, più comunemente noto con il nome di “nuova Via della Seta”. La firma, arrivata a marzo 2019 durante il primo governo Conte, è stato il primo passo per fornire a Italia e Cina un quadro comune in cui inserire altre separate intese, istituzionali e commerciali, nei settori del commercio, dell’energia, dell’industria, delle infrastrutture e del settore finanziario. 

Stati Uniti, Giappone, Francia, Germania, Regno Unito e Canada – ossia gli altri sei membri del G7 – non hanno firmato accordi di questo tipo con la Cina. Tra i Paesi dell’Unione europea, oltre all’Italia, altri 16 Stati membri hanno siglato un memorandum of understanding per la nuova via della Seta.

Gli scambi commerciali tra G7 e Cina

Secondo i dati più aggiornati raccolti dal The Observatory of Economic Complexity, un progetto sviluppato al MIT di Boston, nel 2021 le esportazioni cinese hanno raggiunto un valore pari a oltre 3.300 miliardi di dollari: 530 miliardi sono andati negli Stati Uniti, 168 miliardi in Giappone, 134 miliardi in Germania, oltre 86 miliardi nel Regno Unito, oltre 57 miliardi in Canada, quasi 48 miliardi in Francia e quasi 46 miliardi in Italia. 

Le importazioni in Cina hanno toccato invece quasi i 2.000 miliardi di dollari: 153 miliardi sono arrivati dal Giappone, 151 miliardi dagli Stati Uniti, 121 miliardi dalla Germania, quasi 28 miliardi dalla Francia, quasi 23 miliardi dal Canada, oltre 20 miliardi dal Regno Unito e oltre 19 miliardi dall’Italia.

Nel complesso, tra i Paesi del G7, l’interscambio commerciale più elevato con la Cina, ossia la somma tra esportazioni e importazioni, è quello degli Stati Uniti (681 miliardi di dollari), seguito da Giappone (321 miliardi), Germania (258 miliardi), Regno Unito (106 miliardi), Canada (80 miliardi), Francia (76 miliardi) e Italia (65 miliardi).
L’Italia è comunque il Paese con l’economia più piccola tra quelli del G7, insieme al Canada. Nel 2021 l’interscambio commerciale tra il nostro Paese e la Cina ha raggiunto un valore pari a circa il 3 per cento del Pil italiano, una percentuale simile a quella di Stati Uniti, Regno Unito e Francia. Giappone e Germania hanno registrato interscambi con la Cina per un valore pari a circa il 6 per cento del loro Pil, mentre il Canada intorno al 4 per cento.

Sia in valori assoluti che in rapporto al Pil Meloni ha dunque ragione nel dire che l’Italia non è «il Paese del G7 o il Paese europeo con il maggior interscambio con la Cina».

Il peso della Cina

L’Italia non è nemmeno il Paese per cui la Cina pesa di più in percentuale sulle proprie esportazioni o importazioni. Nel 2021 il 3,2 per cento delle esportazioni italiane è andato in Cina, mentre le importazioni provenienti dalla Cina hanno pesato per l’8 per cento su tutti i prodotti importati in Italia.

Negli Stati Uniti queste percentuali hanno raggiunto rispettivamente il 9,3 per cento e il 19,4 per cento; in Germania il 7,7 per cento e il 10 per cento; in Giappone il 21 per cento e il 24 per cento; in Francia il 5 per cento e il 6,8 per cento; in Canada il 4,6 per cento e il 12,2 per cento; e nel Regno Unito il 5 per cento e il 12,7 per cento.

Il verdetto

Giorgia Meloni ha dichiarato che l’Italia è «l’unico Paese del G7 ad aver aderito alla Via della Seta», ma non è «il Paese del G7 o il Paese europeo con il maggior interscambio con la Cina». La presidente del Consiglio ha ragione.

L’Italia è l’unico Paese del G7 ad aver firmato, nel 2019, un memorandum of understanding con la Cina per la nuova Via della Seta.

Nel 2021 l’interscambio commerciale tra Italia e Cina ha raggiunto un valore pari a 65 miliardi di dollari, il dato più basso dietro a Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Canada e Francia. L’Italia non è prima nemmeno se si guarda al rapporto tra l’interscambio commerciale e il Pil e al peso della Cina su esportazioni e importazioni.

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