I commissari europei non hanno tutti la stessa importanza

Ursula von der Leyen sta formando la squadra che governerà l’Unione europea nei prossimi cinque anni, ma comporla è una questione di equilibri
Ansa
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Martedì 17 settembre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen presenterà la squadra dei nuovi commissari europei nella plenaria del Parlamento europeo. Questo appuntamento, previsto inizialmente per mercoledì 11 settembre, è stato rinviato in seguito alla decisione della Slovenia di sostituire il suo candidato Tomaž Vesel con l’ex ambasciatrice Marta Kos, per raggiungere un migliore equilibrio di genere all’interno della Commissione.

Davanti ai parlamentari europei, von der Leyen annuncerà quale delega ha deciso di assegnare a ciascun candidato al ruolo di commissario. Questa attribuzione è particolarmente rilevante in vista delle audizioni che terrà il Parlamento europeo, durante le quali i deputati potranno confermare o bocciare ciascun candidato, considerando le sue competenze nella materia di cui si dovrà occupare. Le varie deleghe non hanno tutte la stessa importanza, e dunque dalla scelta di von der Leyen dipenderanno gli equilibri interni nella nuova Commissione.

La squadra dei commissari

La Commissione europea è il principale organo esecutivo dell’Ue, composto da 27 commissari, ossia da un rappresentante per ciascuno Stato membro. In base al Trattato dell’Unione europea, a partire dal 2014 i commissari sarebbero dovuti essere ridotti a due terzi del numero degli Stati membri, ma nel 2013 il Consiglio europeo ha stabilito di mantenere la regola per cui ciascun Paese ha diritto alla nomina di un commissario. Tra i 27 commissari sono inclusi lo stesso presidente della Commissione europea e l’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, che svolge in sostanza il ruolo di ministro degli Esteri dell’Ue.

Come il Parlamento, la Commissione Ue resta in carica cinque anni. La sua sede ufficiale è a Bruxelles, ma ha uffici pure in Lussemburgo, oltre a uffici di rappresentanza in tutti i Paesi dell’Ue e in molte capitali del mondo. Al suo interno la Commissione è organizzata in Direzioni generali competenti per materia, ciascuna guidata da un commissario. Le Direzioni generali sono attualmente 39, ma il loro numero può variare nel tempo. Questo significa che un commissario può guidare più di una Direzione generale contemporaneamente. Spetta al presidente della Commissione assegnare una delega a ciascun commissario, al termine di un giro di colloqui con le personalità incaricate per il ruolo dai governi nazionali.

Gli incarichi più ambiti

In base al diverso grado di competenza che ha l’Ue sulle diverse materie, alcune deleghe sono considerate più “pesanti” di altre. Per esempio, l’Ue ha competenza esclusiva in materia di politiche di concorrenza e per questo il commissario alla Concorrenza è uno dei ruoli più prestigiosi all’interno della Commissione. Le materie su cui l’Ue ha competenza esclusiva sono quelle in cui solo i vertici europei possono legiferare atti vincolanti per tutti gli Stati. Queste materie sono comunque poche: oltre alla concorrenza, rientra nelle materie esclusive tutto quello che riguarda l’unione doganale; la politica monetaria; la conservazione delle risorse biologiche del mare; e la politica commerciale comune.

Nella prima Commissione Ue guidata da von der Leyen l’incarico di commissario alla Concorrenza è stato ricoperto dalla danese Margrethe Vestager (Renew Europe), conosciuta per aver intentato (e vinto) cause contro grandi multinazionali tecnologiche come Google e Apple. Nella prossima Commissione Ue questo ruolo potrebbe essere affidato alla socialista Teresa Ribera, già vicepresidente del governo spagnolo e ministra per la Transizione ecologica. Ribera è in corsa in alternativa a una delega al Green Deal europeo, il piano per la transizione ecologica comunitaria, ma le sue posizioni in tema ambientale potrebbero essere giudicate troppo estreme e per questo potrebbe ottenere l’incarico alla Concorrenza.
Immagine 1. La commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager - Fonte: Ansa
Immagine 1. La commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager - Fonte: Ansa
Per la stessa ragione, deleghe di peso e quindi molto ambite dagli Stati membri sono quelle all’Economia e al Commercio. La prima, attualmente assegnata all’italiano Paolo Gentiloni (PD), che in Ue fa parte dei Socialisti & Democratici (S&D), riguarda gli affari monetari e l’unione doganale, entrambe competenze esclusive dell’Ue. Allo stesso modo l’attuale commissario al Commercio, il lettone Valdis Dombrovskis, del Partito Popolare Europeo (PPE), si occupa della politica commerciale comune con ampio margine d’azione. 

Discorso a parte vale per il commissario all’Allargamento: il suo compito riguarda la gestione delle relazioni con i Paesi candidati all’adesione all’Ue, che sono attualmente nove. Di questi fanno parte gli Stati dei Balcani occidentali e l’Ucraina, motivo per cui questo incarico ha acquisito rilievo negli ultimi anni. In questo ruolo è difficile ipotizzare una conferma dell’attuale commissario, l’ungherese Olivér Várhelyi, che sarà più probabilmente sostituito con un rappresentante di un Paese meno conciliante con la Russia e più propenso all’adesione dell’Ucraina all’Ue. 
Un altro ruolo di primo piano è quello del commissario per il Mercato interno, che rientra in questo caso tra le competenze concorrenti tra l’Ue e i suoi Stati membri. Questo significa che gli Stati membri esercitano la propria competenza laddove l’Ue non la esercita o abbia deciso di non esercitarla. In concreto, il commissario al Mercato interno si occupa di gestire il mercato unico europeo favorendo il libero movimento di persone, beni, servizi e capitali. L’attuale commissario è il francese Thierry Breton, al momento non legato a nessuna famiglia politica europea, che potrebbe essere confermato nel suo ruolo.
Immagine 2. Il commissario per il Mercato interno Thierry Breton - Fonte: Ansa
Immagine 2. Il commissario per il Mercato interno Thierry Breton - Fonte: Ansa
Tra le competenze concorrenti rientrano anche l’agricoltura, l’ambiente e le politiche di coesione. A queste materie sono destinate grosse percentuali del bilancio dell’Ue, motivo per cui molti Stati indicano profili adatti a ricoprire uno di questi incarichi. Per esempio, diversi candidati al ruolo di commissario hanno esperienza in materia ambientale: oltre alla spagnola Ribera, Austria, Danimarca e Cipro hanno proposto un proprio ex ministro dell’Ambiente o del Clima. Tra i favoriti a ricevere il portafoglio per le politiche di coesione c’è invece l’italiano Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia), che in Europa fa parte dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR). Secondo fonti stampa, Fitto potrebbe ottenere anche la delega per i piani nazionali di ripresa e resilienza, di cui si è finora occupato come ministro nel governo italiano.

Non sempre nuovo è meglio

La formazione della seconda Commissione Ue guidata da von der Leyen è attesa anche per conoscere quali commissari occuperanno i ruoli di nuova creazione. Tra questi, la presidente ha annunciato la nomina di un commissario alla Difesa, che si occuperà di coordinare l’industria militare nei 27 Stati Ue, settore tornato al centro del dibattito europeo dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Altri portafogli nuovi saranno quello per il Mediterraneo e quello per Politiche abitative, sebbene quest’ultimo sia considerato poco rilevante poiché rientra tra le competenze esclusive degli Stati membri.

Tra le competenze esclusive degli Stati membri rientrano pure la cultura, l’istruzione, lo sport, la gioventù e la tutela della salute umana. Di solito il presidente della Commissione Ue abbina queste deleghe ad altre di maggiore impatto: per esempio la cipriota Stella Kyriakidou (PPE) è l’attuale commissaria alla Salute (competenza esclusiva degli Stati) e allo stesso tempo alla Protezione dei consumatori (competenza concorrente). 

Nonostante la ripartizione delle competenze, tutti i commissari sono responsabili delle decisioni prese dalla Commissione, che sono adottate a maggioranza dei suoi membri. In caso di contrasto con il Parlamento europeo, quest’ultimo può sfiduciarla votando una “mozione di censura” nei confronti dell’intera squadra.

I vicepresidenti

Oltre ad assegnare una delega a ciascun candidato, la presidente della Commissione Ue potrà indicare anche i suoi vicepresidenti. L’unico vincolo posto dai trattati riguarda l’Alto rappresentante per la politica estera, che è di diritto uno dei vicepresidenti. Nella Commissione uscente von der Leyen aveva nominato sette vicepresidenti oltre all’Alto rappresentante Josep Borrell (S&D). Di questi, tre erano vicepresidenti esecutivi, con una posizione gerarchica superiore rispetto ai vicepresidenti “semplici”. Per scelta di von der Leyen, ciascuno dei tre vicepresidenti esecutivi apparteneva a una delle famiglie politiche che avevano sostenuto la sua elezione: il primo vicepresidente era l’olandese Frans Timmermans (S&D), a cui si affiancavano Margrethe Vestager (Renew Europe) e Valdis Dombrovskis (PPE).

Per la nuova Commissione von der Leyen vuole cambiare strategia. Nei giorni scorsi la presidente ha reso noto che nominerà solamente vicepresidenti esecutivi, abbandonando la divisione rispetto ai vicepresidenti “semplici”. Inoltre, secondo fonti stampa la presidente vorrebbe assegnare le vicepresidenze ai Paesi più popolosi dell’Ue, a partire da Francia, Italia e Spagna, abbandonando il criterio delle appartenenze politiche. In questo modo, Raffaele Fitto potrebbe diventare vicepresidente esecutivo sebbene ECR non abbia sostenuto von der Leyen nell’elezione al Parlamento europeo. Questa anticipazione non è stata apprezzata da tutti i partiti europei a sostegno di von der Leyen, in particolare da alcuni esponenti del gruppo dei Socialisti e Democratici. Se ciò dovesse tradursi in una serie di bocciature durante le audizioni, il percorso di formazione della nuova Commissione potrebbe essere più incerto. 

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