L’abuso dei voti di fiducia in Parlamento in cinque grafici

Da anni i governi ne fanno un ricorso frequente, limitando la possibilità per deputati e senatori di incidere sulle leggi approvate da Camera e Senato
Ansa
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In meno di una settimana, tra il 15 e il 19 luglio, la Camera dei deputati ha votato due questioni di fiducia su altrettanti provvedimenti in esame, rispettivamente il decreto “Salva casa” e il decreto “Sport”. Con questi due voti, in meno di due anni da quando è in carica il governo Meloni ha posto la fiducia in Parlamento 59 volte. Quando il governo pone la questione di fiducia sul voto di una legge, le aule di Camera e Senato non possono più proporre modifiche al testo. In questo modo il governo evita rallentamenti dell’esame della legge e ne velocizza l’approvazione, correndo comunque un rischio (quasi sempre remoto): se Camera o Senato non approvano la fiducia su una legge, anche il governo perde la fiducia del Parlamento e rischia così di cadere.

Da tempo i governi che si sono succeduti alla guida dell’Italia ricorrono spesso alle questioni di fiducia, e questo è uno dei fattori che ha portato il Parlamento a essere velocissimo nell’approvare le leggi. Allo stesso tempo però, come abbiamo spiegato in un altro approfondimento, velocità non vuol dire qualità e il ricorso continuo alla fiducia svilisce il ruolo dei parlamentari, che sono costretti ad approvare le leggi senza la possibilità di apportare modifiche. Abbiamo analizzato l’uso della fiducia da parte del governo Meloni e dei predecessori in cinque grafici.

Quante volte il governo pone la fiducia

In base alle verifiche di Pagella Politica, da quando è entrato in carica, ossia dal 22 ottobre 2022, il governo Meloni ha posto la questione di fiducia 36 volte alla Camera e 23 volte al Senato. Il governo ha quindi posto la fiducia 59 volte in totale, in media una volta ogni 11 giorni. Come abbiamo spiegato in passato, il governo Meloni ha posto di più fiducie alla Camera perché qui il regolamento permette ai deputati di rallentare molto l’esame dei provvedimenti facendo ostruzionismo. Al Senato, invece, la recente riforma del regolamento ha permesso all’aula di esaminare i decreti e le proposte di legge in tempi più brevi.

Da quando è in carica, il governo Meloni ha posto la fiducia in maniera abbastanza costante nel tempo, salvo tra la fine di agosto e le prime settimane di settembre del 2023, durante la chiusura estiva del Parlamento, e marzo di quest’anno. Il governo ha fatto un maggiore ricorso alla fiducia tra aprile e giugno del 2023 e poi tra novembre e dicembre dello stesso anno, quando in media ha posto una fiducia alla settimana.