Italia, Paese inefficiente dalla spesa fuori controllo: questo è lo stereotipo sulle nostre finanze pubbliche, secondo innumerevoli articoli di giornale. Stupisce, quindi, sentir dire dal leader politico di una delle forze più influenti in parlamento che, se non si trattasse di ripagare gli interessi sul debito, il conto economico dello Stato si troverebbe in positivo. Ebbene, Grillo ha esattamente ragione.
Come dichiarò anche Enrico Letta, Presidente del Consiglio prima di essere defenestrato ingloriosamente dal ciclone Renzi, “Il surplus primario, cioè la spesa al netto degli interessi, è al 2.5% e siamo quindi, sempre assieme alla Germania, i più virtuosi in Europa”.
Proviamo a spiegare la dichiarazione partendo dalle definizioni. Il saldo primario è la differenza tra entrate (principalmente imposte) ed uscite (spese correnti ed in conto capitale). Al saldo, poi, si somma il saldo delle operazioni finanziarie (tra cui gli interessi pagati sul debito), che va a formare il nostro indebitamento (o accrescimento) netto, quel famoso deficit che, rapportato con il Pil, si trova attualmente sotto la fatidica soglia del 3,0%. A quanto pare, almeno a leggere la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2013 (pag. 2), il nostro saldo primario si trova attualmente in positivo (un robusto +2,4%, previsto ad un +2,9% nel 2014). Sottraendo la spesa per interessi, si arriva alle cifre a cui siamo tutti abituati, ovvero -3,0% nel 2013 e -2,5% previsto per il 2014 (pag. 10 del documento), mentre la Commissione Europea stima invece un -2,6% per lo stesso anno.
Passiamo alla seconda parte della dichiarazione, ossia gli interessi sul debito. Anche qui Grillo sembra sostanzialmente azzeccarci, anche se esagera un po’ le cifre. Sempre a pagina 29 del DEF, sotto la voce “interessi passivi”, scopriamo infatti che l’Italia paga da un minimo di 83,9 miliardi (pagati nel 2013) ad un massimo di 92,5 miliardi previsti per il 2017.
Per quanto riguarda l’ultima parte della dichiarazione – quella sui destinatari dei nostri rimborsi sotto forma di interesse – si scopre che, sì – come sostiene Grillo – ci saranno tra questi anche banche francesi e tedesche ma non solo. La maggior parte del nostro debito è in realtà detenuto da creditori “residenti”, A pagina 15 dei Supplementi al Bollettino Statistico della Banca d’Italia (14 marzo 2014) si legge, infatti, come nel dicembre del 2013 la composizione di debito in mano a creditori non residenti ammontasse a 702 miliardi di euro, ovvero il 34% del totale. Decisamente non la maggioranza.
Insomma, quasi tutto esatto per Grillo. “C’eri quasi”.