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Vero: il Parlamento non si fermò per la morte di Aldo Moro

| 15 giugno 2023
La dichiarazione
«Quando Aldo Moro fu assassinato dalle Brigate Rosse il giorno dopo i lavori d’aula della Camera e del Senato continuarono»
Fonte: Twitter | 14 Giugno 2023
Pagella Politica
Verdetto sintetico
Il co-portavoce di Europa Verde ha ragione.
In breve
  • Dopo la notizia del ritrovamento del cadavere di Moro, il 9 maggio 1978 la Camera e il Senato sospesero immediatamente le sedute, che però ripresero già il giorno successivo. TWEET
  • Su richiesta della famiglia e dello stesso Moro, per l’ex presidente del Consiglio non si tennero i funerali di Stato e non fu proclamato il lutto nazionale. TWEET
Il 14 giugno, poco prima dell’inizio dei funerali di Silvio Berlusconi, il deputato e co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ha annunciato che non avrebbe partecipato alle esequie di Stato, in polemica con la decisione del governo di proclamare il lutto nazionale per l’ex presidente del Consiglio. Bonelli ha criticato (min. 0:28) la scelta di Camera e Senato di modificare il loro calendario dei lavori, poi ripresi il 15 giugno, con il rinvio di alcune votazioni. «Quando Aldo Moro fu assassinato dalle Brigate rosse, il giorno dopo i lavori del Parlamento continuarono», ha detto Bonelli.

Abbiamo verificato e, al di là delle opinioni sul funerale di Berlusconi, la dichiarazione è corretta.

Dopo il 9 maggio 1978

L’uccisione di Aldo Moro è stato uno dei momenti che hanno segnato la storia del nostro Paese. Moro fu rapito il 16 marzo 1978 dall’organizzazione terroristica delle Brigate Rosse. All’epoca era presidente della Democrazia Cristiana ed era già stato cinque volte presidente del Consiglio, per un totale di 2.279 giorni in carica (solo Berlusconi, Giulio Andreotti e Alcide De Gasperi hanno guidato il governo più a lungo). Il 9 maggio 1978 il cadavere di Moro fu ritrovato in via Caetani, a Roma. Secondo le ricostruzioni giornalistiche di quei giorni, la scoperta del corpo avvenne intorno alle ore 13:30. La notizia ufficiale del ritrovamento fu poi confermata dal Ministero dell’Interno un’ora dopo, intorno alle ore 14:30. 

Quel giorno la Camera era riunita dalla mattina per votare la conversione in legge di alcuni decreti-legge, mentre al Senato la seduta era programmata per il pomeriggio. Dopo la conferma del ritrovamento del cadavere di Moro il presidente della Camera Pietro Ingrao (Partito Comunista Italiano) e il presidente del Senato Amintore Fanfani (Democrazia Cristiana) decretarono la sospensione dei lavori, togliendo la seduta «in segno di lutto per la grave perdita» che aveva subito l’Italia.
Immagine 1. L’articolo de La Stampa del 10 maggio 1978 che racconta la sospensione dei lavori parlamentari dopo il ritrovamento del corpo di Moro – Fonte: archivio storico La Stampa
Immagine 1. L’articolo de La Stampa del 10 maggio 1978 che racconta la sospensione dei lavori parlamentari dopo il ritrovamento del corpo di Moro – Fonte: archivio storico La Stampa
Oltre ad annunciare la sospensione dei lavori per quel giorno, i presidenti delle due aule avevano comunicato la ripresa dei lavori parlamentari per il giorno dopo, il 10 maggio, di cui è stato subito definito l’ordine del giorno.

Il 10 maggio 1978 le aule di Camera e Senato si sono normalmente riunite per ricominciare la discussione parlamentare da dove era stata sospesa. Moro fu commemorato con una sospensione di 30 minuti della seduta del Senato e da un lungo discorso del presidente della Camera Ingrao, di cui lo stesso Moro faceva parte come deputato. «Non abbiamo molto tempo nemmeno per le lacrime e per le condanne. La gente ci domanda opere. Questa assunzione di responsabilità, questa coerenza tra parole e fatti è forse il primo debito che abbiamo dinanzi ai morti e rispetto a noi stessi, ciascuno, per la sua parte», disse Ingrao commentando la necessità di riprendere al più presto i lavori parlamentari nonostante l’accaduto.

La commemorazione così sobria nei confronti di un esponente di primo piano della politica italiana è stata influenzata anche dalle richieste della famiglia, che nel pomeriggio del 9 maggio diffuse un comunicato in cui chiedeva «che sia pienamente rispettata la precisa volontà di Aldo Moro. Ciò vuol dire: nessuna manifestazione pubblica o cerimonia o discorso; nessun lutto nazionale, né funerali di Stato o medaglia alla memoria. La famiglia si chiude nel silenzio e chiede silenzio. Sulla vita e sulla morte di Aldo Moro giudicherà la storia». Durante la sua prigionia lo stesso Moro mandò diverse lettere, alcune delle quali dirette all’allora segretario della Democrazia Cristiana Benigno Zaccagnini, in cui chiedeva che ai suoi funerali non partecipassero «né autorità dello Stato né uomini di partito».
Immagine 2. L’articolo de La Stampa del 10 maggio 1978 con le richieste della famiglia dopo il ritrovamento del corpo di Moro – Fonte: archivio storico La Stampa
Immagine 2. L’articolo de La Stampa del 10 maggio 1978 con le richieste della famiglia dopo il ritrovamento del corpo di Moro – Fonte: archivio storico La Stampa

Il verdetto

Secondo Angelo Bonelli, «quando Aldo Moro fu assassinato dalle Brigate Rosse il giorno dopo i lavori d’aula della Camera e del Senato continuarono». Abbiamo verificato e il co-portavoce di Europa Verde ha ragione. 

In seguito alla notizia del ritrovamento del cadavere di Moro il 9 maggio 1978 la Camera e il Senato sospesero immediatamente le sedute, che però ripresero già il giorno successivo. Su richiesta della famiglia e dello stesso Moro, per l’ex presidente del Consiglio non si tennero i funerali di Stato e non fu proclamato il lutto nazionale.

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