Si ritorna a parlare del limite del 3%, un numero che ormai anche la famigerata casalinga di Voghera avrà imparato a conoscere. Rinfreschiamoci la memoria: il vincolo del 3% si riferisce al rapporto tra il deficit di bilancio – vale a dire la differenza tra le entrate e le spese dello Stato al netto della spesa per interessi sul debito – e il Prodotto Interno Lordo del Paese. Secondo i criteri di convergenza, anche noti come parametri di Maastricht, il deficit nei Paesi dell’Ue non deve superare il 3% del Pil.



L’Italia, secondo le previsioni economiche della Commissione Europea, è rientrata per un pelo nel 2013, con un rapporto deficit/Pil del 3%. La stima per il 2014 vede i nostri conti migliorare ulteriormente fino a raggiungere il 2,6% (il nuovo governo di Matteo Renzi vorrebbe invece utilizzare questo 0,4% di margine a parziale copertura dell’annunciata riduzione delle tasse per i redditi più bassi). Come se la cavano gli altri Paesi dell’Ue?



Cominciamo dalla Francia, citata espressamente dal Premier. Secondo le previsioni economiche della Commissione Europea, la Francia nel 2013 aveva un rapporto deficit/Pil del 4,2%. Tale valore viene dato in calo, e la Commissione prevede che nel 2014 il deficit diminuirà ulteriormente fino a raggiungere il 4% del Pil. Le previsioni economiche per la Spagna indicano invece un deficit di bilancio del 7,2% del Pil nel 2013 ma una correzione più significativa per quest’anno, con il deficit stimato in calo fino al 5,8% del Pil. Il Regno Unito invece, l’anno scorso aveva un deficit del 6,3%, previsto in calo al 5,2% quest’anno. Già da questi esempi appare evidente che, come sostiene Renzi, alcuni Paesi stanno ampiamente oltrepassando il limite consentito. Ma cosa succede se si sfora il parametro del 3%?



L’articolo 126 del Trattato delinea la procedura d’infrazione per deficit eccessivo. In breve, il Consiglio, composto dagli Stati membri, indirizza una serie di raccomandazioni per un graduale rientro del deficit. Se il Paese sotto esame non mette in pratica tali raccomandazioni il Consiglio può indicare una serie di misure da attuare entro un certo limite di tempo per ridurre il deficit. Qualora il Paese in questione continui a fare lo gnorri sono previste sanzioni.



La maggioranza dei Paesi dell’Ue ha una procedura per deficit eccessivo ancora aperta. Come mostra questa panoramica della Commissione, soltanto l’Estonia e la Svezia non hanno da temere. Nove Paesi – tra cui l’Italia e la Germania – si sono viste chiudere procedure aperte, mentre altri 17 Paesi hanno ancora procedure aperte.



Insomma, Renzi cita correttamente sia il dato generale che quello relativo alla Francia: “Vero”.