Il 12 settembre, ospite ad Agorà su Rai 3, il leader della Lega Matteo Salvini ha difeso (min. 7:12) la proposta del suo partito di introdurre la cosiddetta “flat tax”, ossia un sistema fiscale con cui i redditi dei contribuenti sono tassati con un’unica aliquota.
Secondo Salvini, la flat tax «si paga da sola», ossia si finanzia da sola, perché è già in vigore, con un’aliquota del 15 per cento, per «2 milioni di partite Iva». Il riferimento è ai lavoratori autonomi con redditi fino a 65 mila euro che, grazie alla legge di Bilancio per il 2019, approvata dal primo governo Conte, sostenuto da Lega e Movimento 5 stelle, beneficiano del regime forfetario. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2020 queste partite Iva erano circa 1,6 milioni, a cui nel 2021 se ne sono aggiunte circa 240 mila, portando il numero degli autonomi con il forfetario vicino ai «2 milioni» citati da Salvini.
Ma è vero che grazie a questa estensione del regime forfetario, chiamata «flat tax» dal leader della Lega, non ci sono costi per lo Stato? La risposta è no.
Secondo Salvini, la flat tax «si paga da sola», ossia si finanzia da sola, perché è già in vigore, con un’aliquota del 15 per cento, per «2 milioni di partite Iva». Il riferimento è ai lavoratori autonomi con redditi fino a 65 mila euro che, grazie alla legge di Bilancio per il 2019, approvata dal primo governo Conte, sostenuto da Lega e Movimento 5 stelle, beneficiano del regime forfetario. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2020 queste partite Iva erano circa 1,6 milioni, a cui nel 2021 se ne sono aggiunte circa 240 mila, portando il numero degli autonomi con il forfetario vicino ai «2 milioni» citati da Salvini.
Ma è vero che grazie a questa estensione del regime forfetario, chiamata «flat tax» dal leader della Lega, non ci sono costi per lo Stato? La risposta è no.