Il 9 febbraio, al termine delle consultazioni con il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, la deputata di Italia viva Maria Elena Boschi ha detto (min. 10:00) che il governo Renzi è stato il «primo» e l’«unico» ad avere il 50 per cento di «ministri donne».
Abbiamo verificato e Boschi ha ragione.
Le donne e il governo Renzi
Matteo Renzi è stato presidente del Consiglio dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2018. Al momento del giuramento, su 16 ministeri, otto erano presieduti da donne: Maria Elena Boschi (alle Riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento), Marianna Madia (Semplificazione e Pubblica Amministrazione), Federica Mogherini (Esteri), Roberta Pinotti (Difesa), Stefania Giannini (Istruzione), Beatrice Lorenzin (Salute), Maria Carmela Lanzetta (Affari regionali e autonomie) e Federica Guidi (Sviluppo economico).
Come abbiamo spiegato in passato, questo traguardo è stato un primato nella storia repubblicana: mai nessuno prima di allora aveva avuto il 50 per cento di ministri donne. E una percentuale uguale – o superiore – non è stata poi registrata da nessun esecutivo successivo: né da quello di Gentiloni (5 donne su 18 ministri), né dal Conte I (5 su 18 all’insediamento, poi salite a 6 su 18), né dal Conte II (7 su 22 all’insediamento, poi salite a 8 su 23).
Un altro record del governo Renzi è stato quello di essere, all’insediamento, l’esecutivo con l’età media più bassa della storia repubblicana, davanti al secondo governo Conte.
Bisogna però fare un paio di osservazioni su quanto detto da Boschi. In primo luogo, la parità di genere tra i ministri del governo Renzi è durata fino al 31 ottobre 2014, dunque per i primi otto mesi circa di governo. In quella data Paolo Gentiloni sostituì agli Esteri Mogherini, nominata Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione europea.
Alla fine del governo Renzi, il numero delle ministre era poi sceso a sei su 16, dopo le dimissioni di Guidi allo Sviluppo economico (aprile 2016) – al centro di una scomoda vicenda politica su alcune intercettazioni in un’inchiesta giudiziaria – e quelle di Lanzetta agli Affari regionali (gennaio 2015), che era stata nominata in un primo momento assessora nella Regione Calabria, per poi rinunciare all’incarico.
In secondo luogo, il “50/50” rivendicato da Boschi viene meno se si allarga lo sguardo all’intera squadra di governo, oltre ai ministri. Considerando le cariche dei sottosegretari, la rappresentanza femminile del governo Renzi scendeva infatti al 27,5 per cento al momento dell’insediamento: meno di tre membri donna su 10.
Il verdetto
Secondo Maria Elena Boschi, il governo Renzi – in carica tra il 2014 e il 2016 – è stato il «primo» e «l’unico ad avere metà ministri donne e metà ministri uomini».
La deputata di Italia viva ha ragione: per circa otto mesi, l’esecutivo guidato da Matteo Renzi ha avuto otto ministre e otto ministri. Nessun governo, né prima né dopo, aveva raggiunto una percentuale simile. La parità di genere veniva meno, però, se nei calcoli si inserivano anche i sottosegretari e le sottosegretarie.
In conclusione, Boschi si merita un “Vero”.
«Finalmente un primato per Giorgia Meloni, se pur triste: in due anni la presidente del Consiglio ha chiesto ben 73 voti di fiducia, quasi 3 al mese, più di qualsiasi altro governo, più di ogni esecutivo tecnico»
7 dicembre 2024
Fonte:
Instagram