Il 25 settembre 2019, in un’intervista a Quotidiano Nazionale, l’ex segretario del Pd Matteo Renzi ha commentato la presenza di donne nel suo nuovo partito Italia Viva, dicendo che «ho sempre garantito il 50/50, da Presidente di Provincia, da Sindaco e da Presidente del Consiglio».
Ma è davvero così? Le squadre di governo con Renzi sono state sempre composte per la metà da donne? Abbiamo verificato.
Renzi a Palazzo Chigi
Renzi è stato presidente del Consiglio dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2018, e al momento del giuramento, su 16 ministeri, otto erano presieduti da donne. Ma solo fino al 31 ottobre 2014 – dunque per i primi otto mesi circa – perché in quella data Paolo Gentiloni sostituì Federica Mogherini come ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.
Alla fine del governo Renzi, poi, il numero delle ministre era sceso a sei su 16, dopo le dimissioni di Federica Guidi allo Sviluppo economico (aprile 2016) e Maria Carmela Lanzetta agli Affari regionali (gennaio 2015).
Per poco più di otto mesi, l’esecutivo Renzi ha comunque mantenuto una parità di genere tra i vertici dei ministeri. Come spiega il dossier “Donne in politica” di Openpolis, questa è statal’unica volta nella storia repubblicana.
Il “50/50” iniziale rivendicato da Renzi veniva meno però se si allargava lo sguardo, oltre ai ministri, all’intera squadra di governo. Considerando le cariche dei sottosegretari, la rappresentanza femminile del governo Renzi scendeva al 27,5 per cento al momento dell’insediamento: meno di tre membri donna su 10.
Renzi a Palazzo Vecchio
A giugno 2009, Renzi è diventato sindaco di Firenze con quasi il 60 per cento dei voti, con una giunta comunale composta da cinque uomini e cinque donne.
Anche in questo caso, come per i ministeri, le cariche erano così divise al 50/50.
Tra le presenze femminili, c’erano Stefania Saccardi, l’allora assessora alle politiche sociali; Cristina Scaletti all’ambiente; Barbara Cavandoli allo sport; Rosa Maria Di Giorgi all’istruzione; ed Elisabetta Cianfanelli all’università e ricerca.
Nel corso degli anni successivi, le deleghe all’interno della giunta sono cambiate diverse volte. In una di queste, il numero di donne ha superato quello degli uomini: nel rimpasto di marzo 2013, le assessore erano cinque, su un totale di otto assessori.
Renzi a Palazzo Medici Riccardi
Torniamo ancora indietro nella lunga carriera politica di Renzi. A giugno 2004, invece, Renzi venne eletto presidente della Provincia di Firenze, con circa il 60 per cento dei voti.
In questo caso, nella giunta provinciale il rapporto tra uomini e donne non era stato di 50/50. Su 12 assessori, solo tre erano donne (il 25 per cento): Maria Cassi alla cultura; Giovanna Folonari al turismo e alle relazioni internazionali; e Marzia Monciatti, alla pubblica istruzione, edilizia scolastica e pari opportunità.
A due anni dalle elezioni, nel luglio 2006, ci fu però un rimpasto nella giunta Renzi, che portò effettivamente il rapporto tra assessori uomini e assessori donne al 50/50.
«La giunta provinciale diventa più rosa e verde. Donne metà degli assessori: ecco i nomi», titolava un comunicato stampa della Provincia di Firenze del 29 luglio 2006.
Rispetto alla giunta precedente, erano quattro le “nuove” donne: Elisabetta Cianfanelli, assessora alla Moda; Elisa Simoni, alla pubblica istruzione e alla formazione professionale; Cristina Giglioli alla mobilità; Alessia Ballini alle politiche sociali, alla cooperazione internazionale, alle pari opportunità e allo sport; e Stefania Saccardi al lavoro, centri per l’impiego e programmazione. Giovanna Folonari era stata invece confermata come assessora alla soft economy, cultura e turismo.
Il verdetto
Il senatore di Italia Viva Matteo Renzi ha detto che quando lui è stato presidente del Consiglio, sindaco di Firenze e presidente della Provincia di Firenze, ha sempre garantito che nella sua squadra di governo ci fossero metà uomini e metà donne.
Ma non è vero.
Con Renzi a Palazzo Chigi, metà dei ministri erano donne, ma dopo otto mesi la parità non era più garantita. Includendo i sottosegretari e le sottosegretarie, poi, l’apporto femminile scendeva al momento dell’insediamento a meno di tre membri donna del governo su dieci.
Nella sua giunta comunale del 2009, è vero poi che il sindaco Renzi aveva garantito la metà degli assessorati alle donne al momento dell’insediamento: cinque su dieci. Successivamente le donne avevano addirittura superato gli uomini.
Discorso diverso vale per la Provincia di Firenze, di cui Renzi diventò presidente nel 2004. In quell’anno, le assessore della nuova giunta provinciale erano tre su 12, numero aumentato a sei su 12 solo con un rimpasto avvenuto due anni più tardi, a luglio 2006.
In conclusione, Renzi si merita un “Nì”.
«Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»
30 ottobre 2024
Fonte:
Porta a Porta – Rai 1