Il 3 ottobre, il senatore di Liberi e Uguali Pietro Grasso ha condiviso su Facebook alcuni dati sui migranti morti nel Mar Mediterraneo, ricordando che il 3 ottobre di cinque anni fa un naufragio al largo di Lampedusa causò la morte di 368 migranti.



Secondo Grasso, dal 2013 a oggi, il Mediterraneo avrebbe «risucchiato» più di 17 mila vittime, portando a un progressivo aumento del tasso di mortalità di chi cerca di arrivare in Europa via mare.




Inoltre, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, l’esponente di LeU ha criticato anche l’operato del governo: per il primo anno – da quando è stata istituita la ricorrenza – nessun rappresentante delle istituzioni era presente durante le cerimonia.



Abbiamo verificato, punto per punto, la dichiarazione.



Il naufragio al largo di Lampedusa



Diverse fonti testimoniano quanto accaduto al largo delle coste di Lampedusa il 3 ottobre 2013 – cinque anni fa, come ricordato da Grasso.



In occasione della tragedia, alcuni quotidiani nazionali come La Repubblica, La Stampa e il Corriere della Sera – riportavano, in data 3 ottobre 2013, la notizia di un naufragio avvenuto al largo dell’Isola dei Conigli. Da subito si era stimato un numero di vittime e dispersi più alto degli episodi simili accaduti in passato. Proprio per questo, il naufragio è ricordato oggi come uno dei più tragici nella storia delle vittime del Mar Mediterraneo.



Le informazioni condivise dall’esponente di Liberi e Uguali sono state riportate il 3 ottobre anche dall’agenzia stampa Ansa e da un recente comunicato stampa del Ministero degli Esteri. La Farnesina ha infatti ricordato quanto successo cinque anni fa, sottolineando come nella Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, nell’anniversario alla tragedia, si commemorino i «368 migranti annegati nel naufragio del 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa».



Quanti migranti sono morti mare tra il 2013 e il 2018?



Il leader di Liberi e Uguali ha sottolineato che negli anni il tasso di mortalità dei migranti in mare è aumentato, dichiarando che «il Mar Mediterraneo ha risucchiato oltre 17 mila corpi».



Come abbiamo spiegato in una precedente analisi, negli ultimi mesi a un calo dei flussi migratori irregolari verso l’Italia è corrisposto un aumento del tasso di mortalità di chi cerca di raggiungere l’Europa.



I dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) lo confermano, mettendo a confronto i flussi migratori attuali con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente. Se confrontiamo i dati sulle vittime e i dispersi in rapporto al totale degli arrivi, scopriamo che nel 2018 la percentuale di chi non è riuscito ad arrivare vivo in Italia è più alta rispetto al 2017: circa 55 migranti ogni mille sono morti o rimasti dispersi, rispetto ai circa 24 su mille dell’anno precedente.



Questa tendenza è evidenziata anche dal recente rapporto Desperate Journeys dell’Unhcr. Il documento sottolinea che c’è stato un calo del numero di persone che attraversano il Mediterraneo partendo dalla Libia, ma che è aumentata nettamente anche la percentuale di vittime. Quest’anno si è registrato infatti un decesso ogni diciotto persone che arrivano in Europa attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, contro una vittima ogni 42 dell’anno precedente.



Grasso afferma che tra l’ottobre 2013 e l’ottobre 2018 «oltre 17 mila» persone sarebbero morte nel Mar Mediterraneo. I dati ufficiali gli danno ragione.



Secondo i dati dell’Unhcr, tra il 3 ottobre 2013 e il 3 ottobre 2018 17.900 le persone (uomini, donne e bambini) sarebbero morte – o risultate disperse – nel Mar Mediterraneo.



Ulteriore conferma arriva anche dal portale Missing Migrants Project*. Il progetto, nato dopo il naufragio del 3 ottobre 2013, fornisce dati ufficiali e aggiornati circa il numero di migranti morti o dispersi nelle tratte che, a livello mondiale, sono più percorse dai migranti. Guardando alla sola realtà mediterranea, tra il 2014 e il 2018 le vittime siano stimate in 17.127. Una cifra simile (17.536) è riportata anche da un recente progetto nato da una collaborazione tra il Corriere della Sera e l’Unhcr.



Come è evidente, le cifre – sebbene simili tra loro – restano stime stilate in momenti diversi e ottenute grazie alla raccolta di dati provenienti da fonti almeno in parte differenti (ad esempio Guardia Costiera, Marina militare, personale Unhcr, superstiti e media).



La Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione



La Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione viene celebrata, ogni anno, il terzo giorno di ottobre. La ricorrenza è stata istituita dall’art.1 della legge 45/2016 promulgata durante il governo Renzi. Come riporta la Gazzetta ufficiale, lo scopo di questa commemorazione è quello di «conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria».



L’art. 2 della legge 45/2016 stabilisce, inoltre, che durante questa giornata siano organizzate cerimonie e iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica alla solidarietà verso i migranti e al rispetto della vita e della dignità umana. Al comma 2 le istituzioni sono invitate a promuovere iniziative scolastiche e di coordinamento con associazioni e organi del settore.




Nessun rappresentante delle istituzioni?




Grasso rivendica infine l’assenza, per la prima volta, dei rappresentanti delle istituzioni alle celebrazioni organizzate. È davvero così?



L’ente che si occupa di gestire le attività in memoria delle vittime del naufragio di Lampedusa del 2013 è il Comitato Tre Ottobre. L’impegno dell’organizzazione è finalizzato a celebrare la ricorrenza dell’accaduto e a sensibilizzare con una serie di attività didattiche i giovani sul tema dell’accoglienza. Inoltre, ulteriore impegno è quello di «trovare possibili soluzioni all’apertura di corridoi umanitari e di attivare sistemi d’ingresso legali per i migranti che fuggono da condizioni disumane e disagiate».



Abbiamo contattato il Comitato Tre Ottobre per avere conferma circa le presenze istituzionali nei diversi anni. Ci è stato comunicato che, anche prima del 2016 (anno in cui la giornata è stata riconosciuta a livello istituzionale), si è sempre registrata la partecipazione di figure politiche italiane ed europee.



Nel 2016, secondo quanto riportato dagli organizzatori dell’evento, i presenti erano stati l’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano (come confermato anche da un articolo della Repubblica) e l’allora sottosegretario all’Istruzione, università e ricerca Davide Faraone.



Nel 2017 avevano partecipato altre figure istituzionali. L’allora presidente del Senato Pietro Grasso insieme al ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli e, come ci è stato comunicato telefonicamente, l’allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi.



Nel 2018, invece, nessun rappresentante del governo era presente durante le cerimonie. Questa informazione, oltre a esserci stata confermata dal Comitato Tre Ottobre, è riportata indirettamente anche nel programma ufficiale dell’evento: non compare, infatti, il nome di nessun esponente istituzionale.



Il verdetto



Il senatore di LeU Pietro Grasso ha ricordato il naufragio avvenuto al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013, sottolineando che in quella occasione erano morte 368 persone. L’ex presidente del Senato ha dichiarato che, da quel giorno in poi, il Mar Mediterraneo ha assistito alla morte di più di 17 mila persone con una crescita del tasso di mortalità rispetto al passato. Inoltre, quest’anno, per la prima volta, nessun rappresentante delle istituzioni avrebbe partecipato alle commemorazioni.



L’ex presidente del Senato ha ragione su tutti e tre i punti della dichiarazione.



Il 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa hanno perso la vita 368 persone (dato confermato dalla Farnesina, dal Ministero dell’Interno e dalle agenzie e testate nazionali); nel 2018 la percentuale di mortalità dei migranti è più alta rispetto al passato e dalla fine del 2013 ad oggi sono più di 17 mila le vittime o i dispersi nel Mar Mediterraneo; per quanto riguarda la presenza delle istituzioni alle commemorazioni organizzate annualmente a Lampedusa, abbiamo ricevuto conferma di come quest’anno, per la prima volta, non fosse presente alcun rappresentante delle istituzioni. In conclusione, Grasso merita un “Vero”.





*Progetto dell’International Organization for Migration (IOM) e fonte utilizzata dal New York Times, dall’Ansa, da Repubblica e da Il Post.



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2018-10-11 15:56:43 UTC
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Vero
«Il 3 ottobre di cinque anni fa, un’imbarcazione libica è naufragata al largo di Lampedusa provocando la morte di 368 persone. Da quel giorno, il tasso di mortalità dei migranti è aumentato e il Mar Mediterraneo ha risucchiato oltre 17 mila corpi. In questo contesto storico, oggi – per la prima volta – non ci sarà alcun rappresentante delle istituzioni a …
Pietro Grasso
Senatore Liberi e Uguali
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mercoledì 3 ottobre 2018
2018-10-03